La distanza in linea d’aria tra Scozia ed Egitto è circa 4.200 km. Eppure non è tanto proibitiva da evitare il ritrovamento misterioso avvenuto ormai oltre 70 anni fa. Ad oggi però gli studiosi forse hanno una risposta all’annoso enigma. Sappiamo chi portò il tesoro egizio scoperto tra il 1952 ed il 1984 a Melville House.
L’edificio in questione si trova nella Contea di Fife e offrì rifugio ai soldati durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi divenire un collegio. Proprio in questa fase, quando uno studente fu messo in punizione a scavare il terreno in cerca di patate, ci fu il primo inaspettato ritrovamento. Era il 1952 e iniziava il “Mistero di Melville“.
Come sopra accennato, fino al 1984, altre numerose statuette e ritrovamenti si susseguirono. Con i primi metaldetector gli scavi diventavano più precisi e fruttuosi. Quello che ne derivò fu un vero e proprio tesoro archeologico egizio in trasferta in Scozia. Vi fanno parte: una testa di statuetta di oltre 4.000 anni fa, manufatti in bronzo e in ceramica, tutti risalenti al periodo compreso tra 1069 a.C. e il 30 a.C.
Si tratta di ben 18 articoli egiziani raccolti e catalogati in Scozia, inutile dirlo: unici nel loro genere. Ad oggi gli studiosi sembrano poter fornire una risposta all’arcano. Si tratta di un nome preciso: Alexander Leslie-Melville, detto anche Lord Balgonie. Parliamo di un vecchio erede di casa Melville che sembra coinvolto con la vicenda. Ma come?
Pare che il nostro Lord Balgonie, nel 1856, visitò l’Egitto, per poi morire l’anno seguente. Riuscì però a tornare nella sua Scozia, e non lo fece a mani nude. Portò con sé dei souvenir, abbastanza preziosi. A quanto pare infatti i 18 reperti preziosissimi facevano parte dei ricordi che Alexander si portò dal nord-est africano.
Probabilmente, dopo la morte di Lord Balgonie, i suoi familiari collocarono gli oggetti in una depandance o in un luogo separato dalla casa, dimenticandosene. Finita poi in macerie, gli oggetti rimasero sepolti, ma non troppo in profondità da rimanere nascosti a lungo, per fortuna. Dopo oltre 70 anni finalmente abbiamo la risposta all’enigma scozzese delle statuette egizie.