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Chi fu davvero Karl Marx?

Chi fu davvero Karl Marx?

Karl Marx, nato a Treviri il 5 maggio 1818, è oggi ricordato come il filosofo barbuto e dallo sguardo severo immortalato dalla “quella fotografia” ottocentesca, la quale appare su ogni manuale di filosofia che si rispetti. Ma prima di diventare un’icona del pensiero politico e rivoluzionario, fu un giovane ribelle, inquieto e appassionato, cresciuto nell’epoca del Romanticismo e segnato dalle tensioni politiche della Prussia, oltre che dell’Europa, del suo tempo.

Chi fu davvero Karl Marx?

Il padre, Heinrich Marx, era un avvocato benestante di origine ebraica convertitosi al cristianesimo. Fu lui ad avviarlo ai valori dell’Illuminismo e alla critica dell’assolutismo. Giovanissimo, Karl mostrò un temperamento impetuoso. All’Università di Bonn, a soli 17 anni, si distinse più per duelli, club poetici e qualche notte turbolenta che per lo studio. Ma presto, a Berlino, si immerse con serietà nella filosofia. Venne conquistato dal pensiero di Hegel e aderì al gruppo dei Giovani hegeliani, che tentavano di tradurre l’idealismo in chiave laica e democratica.

Karl Marx Treviri casa

Fu questa cerchia, con figure come Feuerbach, Ruge e Bruno Bauer, a dare a Marx le prime armi intellettuali, ma anche a segnare il suo primo scontro con le istituzioni. L’ostilità delle autorità prussiane portò all’espulsione di molti di loro dall’università e a un precoce tramonto delle loro carriere accademiche.

Karl Marx da giovane

Per Karl Marx, la rottura con l’ambiente universitario significò cercare una nuova strada. La trovò nel giornalismo. La Gazzetta renana, dove iniziò a farsi conoscere come polemista e analista politico. Qui difese con passione la libertà di stampa e denunciò le ingiustizie che gravavano sui contadini e sui viticoltori della Mosella. Ma la sua critica non si fermava a singoli episodi. Era più una messa in discussione globale dello Stato prussiano, tanto che il governo decise di sopprimere la pubblicazione nel 1843. Proprio in quell’anno, Marx sposò Jenny von Westphalen, la donna che sarebbe rimasta al suo fianco per tutta la vita.

Il trasferimento a Parigi aprì una fase decisiva. La capitale francese era il cuore pulsante del socialismo europeo, e Marx vi trovò un ambiente culturale in fermento. Lì incontrò poeti come Heine, filosofi radicali come Proudhon e militanti come Bakunin, mentre approfondiva lo studio dei socialisti utopisti francesi e degli economisti classici inglesi. Cominciò a frequentare i circoli operai, colpito dalla solidarietà che vi regnava, ma allo stesso tempo criticò le visioni che gli sembravano troppo romantiche o irrealistiche. Egli voleva elaborare un comunismo scientifico.

Karl Marx e Engels

Fu a Parigi che avvenne l’incontro decisivo con Friedrich Engels. Tra i due nacque un’amicizia e una collaborazione intellettuale che avrebbe segnato tutta la vita di Marx. Insieme pubblicarono La Sacra Famiglia e cominciarono a gettare le basi di quella visione materialista della storia che li avrebbe resi celebri. In quegli stessi anni Marx scrisse pagine fondamentali come l’“Introduzione alla Critica della filosofia del diritto di Hegel”, dove definì la religione “oppio dei popoli”. Non era una semplice condanna, ma parte di una critica più ampia della società e delle sue alienazioni.

Karl Marx il Manifesto

Dopo l’espulsione dalla Francia, la famiglia Marx si stabilì a Bruxelles. Nonostante le difficoltà economiche, Marx non cessò di studiare e di scrivere, lavorando insieme a Engels a testi come L’ideologia tedesca e le Tesi su Feuerbach, dove affermava con forza la necessità di trasformare il mondo, non solo di interpretarlo. Da Bruxelles tessé anche i primi legami internazionali, fondando comitati comunisti che sfoceranno nella Lega dei Comunisti.

Il culmine di questo percorso arrivò nel 1848 con la stesura, a quattro mani con Engels, del Manifesto del Partito Comunista. In poche pagine, Marx condensò la sua visione della storia come lotta di classe e la necessità dell’unione dei proletari di tutto il mondo. Curiosamente, il manifesto non ebbe alcun effetto immediato sulle rivoluzioni del 1848. Ma la sua forza visionaria ne avrebbe fatto, negli anni successivi, il testo politico più influente dell’età contemporanea.

Karl Marx statua

Così, attraverso una giovinezza segnata da ribellione, esilio, precarietà economica e battaglie intellettuali, Marx arrivò a forgiare la teoria che lo avrebbe consegnato alla storia. Non solo un filosofo, ma un uomo che seppe intrecciare pensiero e azione, costruendo le basi di un movimento che avrebbe cambiato per sempre la politica mondiale.