Storia Che Passione
Robert McGee foto

L’immortale Robert McGee, sevizie, proiettili e frecce varie non bastarono ad ucciderlo

Fra le tante macabre storie annesse alle varie guerre combattute nella storia dell’umanità, ce n’è una che merita una particolare lente d’attenzione. La vicenda di Robert McGee, un bambino prodigio simile ad un semidio. Troppo piccolo per morire, decise di diventare quasi immortale. La sua storia ha davvero dell’incredibile e comincia nel lontano 1864, in piena Guerra di secessione americana (1861-1865).

Il 18 luglio di quell’anno, il piccolo Robert, all’epoca tredicenne, si stava spostando in carovana insieme ai genitori e ad altre 11 persone per raggiungere il Nuovo Messico. Durante il conflitto secessionista i Nativi Americani furono un terzo protagonista, latente e silenzioso, ma non sempre indifferente agli eventi. Cercarono infatti di riprendersi un po’ di quella terra e di quella libertà che gli era stata sottratta poco tempo prima.

Se l’osmosi di pratiche culturali e tecnologiche procede spesso in senso positivo, a volte vira anche verso il lato opposto. La nefanda pratica della scalpatura, ovvero la rimozione del cuoio capelluto sopra la testa, fu appresa infatti dai nativi in tempi molto brevi. Era un uso che le popolazioni euro-asiatiche avevano da tempo. L’America delle nazioni decise di accodarsi.

Il convoglio del piccolo Robert subì un assalto e le 14 persone che lo componevano andarono incontro alla morte. O almeno era quello che si credeva. Incredibilmente Robert sopravvisse. Il capo dei Sioux gli sparò allora nella schiena, lo conficcò con una lancia e gli scagliò due frecce. Dopo ciò, convinti della sua morte, gli fecero lo scalpo. Ma Robert, seppur con un piede nella fossa, sopravvisse.

Un contingente di truppe americane, appostato poco lontano, assisté alla scena senza intervenite contro i circa 150 Sioux, arrivando poco dopo sul posto. Il piccolo, insieme ad un altro uomo che la scampò solo per poco, giunse all’accampamento più vicino e ricevette le cure necessarie.

Col tempo Robert McGee passerà alla storia come il “fenomeno americano” e molti medici proveranno a ricreare il suo cuoio capelluto, inutilmente. In ogni caso la sua vita proseguì e la sua storia divenne baluardo giustificativo per i massacri e le nefandezze operate in seguito contro i Nativi Americani. Non una bella mossa giustificare cose brutte con altre cose brutte, ma la guerra, si sa, è davvero sporca.