Storia Che Passione
Monte Pelée immagine Ludger Sylbaris

L’eruzione del Monte Pelée, 30.000 morti ed un sopravvissuto: Ludger Sylbaris e la sua incredibile storia

Conosciuta come “la Parigi dei Caraibi“, St. Pierre era la città più grande di Martinica, splendida isola caraibica. L’imperfetto è presto giustificato, la cittadina fu infatti vittima della più distruttiva eruzione vulcanica del XX secolo: quella del Monte Pelée. L’8 maggio del 1902 il vulcano esplose e, delle ben 30.000 persone abitanti la città, se ne salvò solo uno, Ludger Sylbaris.

Situata a soli 7 km dal vulcano, St. Pierre era destinata a morte certa in caso di violenti eruzioni. Facile dirlo a posteriori, all’epoca la vulcanologia non era scienza conosciutissima, o almeno non lo era come oggi. Il vulcano infatti dava segni di possibile eruzione già da una settimana, dall’inizio di maggio del 1902, ma nessuno ci prestava attenzione. La vita continuava nella vivace cittadina, ma ancora per poco.

L’esplosione in sé e per sé non fu l’unico cataclisma del giorno. Alle 8 di mattina, ai primi violenti sommovimenti, migliaia di animali quali insetti giganti e vipere di 2 metri scesero dal monte ed invasero la città. Circa 50 persone ed oltre 200 animali morirono così prima dell’evento più catastrofico.

Pochissimo tempo dopo ci fu l’eruzione. Distruttiva e ineluttabile, poco ci fu da fare, anzi, nulla. La temperatura raggiunse velocemente i 1075°, a dir poco mortali. Solo respirare bruciava i polmoni. La lava fece il resto. Rimasero in piedi poche mura e niente altro. Niente tranne un uomo, niente tranne Ludger Sylbaris.

In quel frangente della sua vita, il nostro protagonista si trovava in carcere (visibile nella foto sottostante) e può dire che, a tutti gli effetti, gli salvò la vita. Il tetto in roccia dura lo protesse dalla pioggia infuocata, le mura resistettero al calore isolando un po’ l’ambiente e il buco della serratura fu coperto con una maglia su cui urinò. Sul volto si pose un panno bagnato per non respirare aria eccessivamente calda e insalubre. Questa è la ricetta della sopravvivenza contro la più distruttiva eruzione del XX secolo.

Le squadre di soccorsi arrivarono a quattro giorni di distanza dall’eruzione del Monte Pelée. Uno dei gruppi di salvataggio trovò Ludger visibilmente ustionato e malandato, ma vivo. L’unico della città, uno su trentamila ce la fece. Una storia che ha dell’incredibile e la testimonianza di come un po’ di astuzia e sangue freddo ti possano salvare la vita.