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la maledizione che si cela dietro 5 tavolette dell'antica grecia

La maledizione che si cela dietro 5 tavolette dell’Antica Grecia

Nell’Antica Grecia erano soliti invocare gli dei dell’Olimpo per lanciare maledizioni contro i nemici, e 5 tavolette ritrovate nella tomba di una giovane donna ne sono l’esempio. La tomba nella quale la sconosciuta riposava, scoperta nel nord-est del Pireo, risale a circa 2.400 anni fa. Le tavolette con lei ritrovate contengono maledizioni rivolte a due tavernieri, tali Fanagora e Demetrios, probabilmente commissionate da un commerciante loro rivale.

Nello specifico, 4 riportano versi che invocano le divinità degli inferi, una è senza scritte e probabilmente serviva per pronunciare un incantesimo o un anatema. La traduzione approssimativamente è questa: ”Ecate, Artemis, Hermes: gettate il vostro odio su Fanagora e Demetrios, e sulla loro taverna e sulle loro proprietà e possedimenti. Legherò il mio nemico Demetrio e Fanagora, nel sangue e nella cenere, con tutti i morti. Nemmeno il prossimo ciclo di quattro anni vi libererà. Ti legherò in un tal modo, Demetrio, il più duramente possibile, e colpirò la tua lingua con un Kynetos.

Inizialmente, possiamo vedere come il committente invoca gli dei degli inferi (Ecate, Artemis e Hermes) e chiede di scagliare la loro ira verso la coppia. Alla fine possiamo leggere la parola Kynetos che letteralmente vuol dire ”occhio del cane”. Questa in realtà era una figura retorica per dire ”il più basso tiro di dadi possibile”. Colpendo la lingua di Demetrios con un Kynetos gli si augurava molta sfortuna.

Le tavolette sono state ritrovate nel 2003, ma solo nel 2016 sono stati pubblicati aggiornamenti a riguardo. Molto probabilmente sono opera di un professionista di questo genere, data la prosa elegante e dettagliata. Sicuramente costarono caro, ma sicuramente il committente pensò che così facendo avrebbe eliminato definitivamente i suoi nemici.

Come detto anche all’inizio, le tavolette erano sepolte insieme ad una donna sconosciuta, la quale era quasi sicuramente fuori dalle dinamiche tra i tavernieri. Probabilmente morì all’epoca dei dissidi in cui, tra l’altro, era molto comune porre testi recanti maledizioni nelle tombe o nei pozzi, con l’idea che sarebbero arrivati prima alle divinità.