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ritrovata in un campo ungherese una moneta romana doro appartenente all'imperatore volusiano

Ritrovata in un campo ungherese una moneta romana d’oro appartenente all’imperatore Volusiano

La storia di Volusiano (e del padre Treboniano) è sicuramente tra le più singolari di tutto l’impero romano. I due, infatti, non furono tanto fortunati. Morirono in maniera tutt’altro che gloriosa nell’odierna Umbria, nello specifico tra Terni e Perugia. Durante un sopralluogo eseguito da un ricercatore del Museo Rippl-Ronai di Kaposvar, in Ungheria, e grazie all’ausilio del metal detector, è stata ritrovata una moneta appartenente proprio a Volusiano che testimonia il suo brevissimo e drammatico impero.

Volusiano era figlio dell’imperatore Treboniano Gallo, entrambi nati in Umbria. Quando nel 251 a.C. gli imperatori Decio e Erennio Etrusco morirono nella battaglia di Abrittus per mano dei Goti, i soldati proclamarono Treboniano nuovo imperatore. In realtà, secondo alcuni, il nuovo imperatore temporeggiò assecondando, con la sua astensione, il corso infausto della battaglia. Così, passò al potere insieme a suo figlio Volusiano. Successivamente, nel 253, i due si diressero verso l’odierna Terni per combattere il generale ribelle Marco Emilio Emiliano, proclamato imperatore dalle truppe di stanza sul Danubio. Non appena si sparse la voce, i soldati di Treboniano e del figlio si ribellarono e li uccisero nei pressi del comune di Foligno.

Il gruppo di ricercatori aveva già identificato i resti di un insediamento romano, nel sud-ovest dell’Ungheria. Ovviamente non si conosce il punto esatto del ritrovamento, per evitare che gruppi di sciacalli possano approfittarsene. Insieme alla moneta, gli archeologi si sono imbattuti anche in altre monete d’argento e in bronzo, una chiave, sempre in bronzo, un anello d’argento e una spilla di vetro.

La moneta d’oro, del peso di 5,6 grammi, è particolare non solo per il materiale, ma anche per il suo perfetto stato di conservazione. Inoltre è la testimonianza diretta di uno dei più brevi tra gli imperi che si susseguirono. Su un lato della moneta troviamo il ritratto dell’imperatore con una corona di raggi in testa, sull’altro troviamo la Dea Libertas, simbolo della libertà.