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Gustavo II Adolfo dipinto

Gustavo II Adolfo di Svezia, il “leone del nord”

Gustavo II Adolfo (1594-1632) divenne re di Svezia alla morte del padre Carlo IX nel 1611, a soli 17 anni. Durante il primo periodo della sua vita fu quindi sottoposto ad una reggenza che durò fino al compimento dei 21 anni, l’età per regnare nel pieno possesso dei propri poteri.

Gustavo II Adolfo dipinto

Gustavo II dovette sin da subito provare il suo valore difendendo la Svezia dagli attacchi polacchi. Infatti, il padre di Gustavo, Carlo IX, aveva spodestato il nipote Sigismondo dal trono svedese. Sigismondo era anche Re di Polonia e per tutta la sua vita tentò imperterrito di riprendersi quel trono su cui sedeva il cugino. La prima parte del regno vide quindi Gustavo II impegnato in una lunga guerra contro la Polonia. Il conflitto terminò con la vittoria della Svezia, che costrinse l’avversario alla cessione della Livonia con Riga compresa. Fu proprio in questa occasione che nacque il soprannome “leone del nord“, per il coraggio dimostrato in battaglia.

Un’altra grossa minaccia per la Svezia era rappresentata dall’ascesa nel nord della Germania della potenza asburgica, che minacciava l’egemonia di Stoccolma sul Baltico. In quegli stessi anni, infatti, quella che sarà a posteriori rinominata “Guerra dei Trent’Anni” aveva assunto una piega decisamente favorevole ai cattolicissimi Asburgo d’Austria, che cingevano ininterrottamente la corona del Sacro Romano Impero da ormai due secoli. Costoro avevano soppresso la rivolta boema anticattolica nel 1620 e nel 1629 avevano sconfitto la protestante Danimarca, intervenuta al fianco delle nazioni riformate del Sacro Romano Impero. Tali successi avevano permesso di avanzare speditamente verso l’obiettivo del ristabilimento dell’autorità dell’Imperatore su tutta l’area tedesca, quindi anche sulla costa baltica.

Per questa ragione, nel 1630 Gustavo si alleò alla Francia di Richelieu (Trattato di Barwalde), arcinemica degli Asburgo. Approfittò così della propria fede protestante per giustificare un intervento antiasburgico in Germania, apparentemente in soccorso alle entità statutali riformate. Si apriva in questo modo la “fase svedese” della Guerra dei Trent’Anni. Le armate scandinave raccolsero una serie di vittorie una dietro l’altra, grazie soprattutto alle innovazioni negli armamenti e nella tattica di Gustavo II. Fu la fortuna a salvare i cattolici: nella battaglia combattuta a Lutzen, in Sassonia, nel 1632, l’esercito svedese, seppur vittorioso, perdeva nello scontro il proprio monarca. Proprio nel momento apicale del successo, la morte chiamava al suo seguito Gustavo II Adolfo. Egli lasciò in eredità la corona ad una bambina, la figlia Cristina, di soli sei anni.