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ermanno stradelli

Foto del giorno: Ermanno Stradelli, l’esploratore dell’Amazzonia

Fotografia di anonimo, luogo sconosciuto, 1900. La foto ritrae Ermanno Stradelli, l’esploratore, fotografo e geografo italiano che dedicò la sua vita all’esplorazione del Brasile e dell’Amazzonia.

Ermanno Stradelli e il fascino dell’Amazzonia

ermanno stradelli
Crediti foto: @Public domain, Wikimedia Commons

Ermanio Stradelli nacque a Borgo Val di Taro, l’8 dicembre 1852 e morì nel Lebbrosario Umirizal a Manaus, in Brasile, il 24 marzo 1926. Figlio di notai, il cui padre Francesco Stradelli ricevette il titolo di conte e la madre era una contessa di discendenza scozzese, ebbe due fratelli e quattro sorelle.

A parlarci della sua giovinezza è lo storico brasiliano Luís da Câmara Cascudo. Ermanno era un ragazzo attivo e impulsivo. Studiò nel collegio di Santa Caterina, a Pisa e sin da giovane amò subito le letture che parlavano di viaggi. Nel 1873 si mise a studiare Diritto a Siena, ma durò poco: nel 1874 interruppe gli studi per partire per l’Amazzonia. Riuscì a laurearsi poi nel 1886 presso l’Università di Pisa.

Morto il padre, nel 1878 chiese la sua parte di eredità in modo da poter partire. In origine la destinazione doveva essere l’Africa, ma poi decide per l’America Latina. La partenza vera e propria avviene il 9 aprile 1879. A soli 27 anni si imbarca dal porto di Bordeaux, arrivando a Belem per proseguire poi per Manaus.

Inizialmente si occupò di fotografia, ma sin da subito contattò i missionari francescani italiani per capire come parlare con gli indigeni. Il primo viaggio esplorativo è quello del 1879, ma non va benissimo: a causa di un naufragio perde tutta la sua attrezzatura.

Sempre più intrigato dalla cultura e dalla lingua delle popolazioni indigene, ecco che nel 1880, mentre stava navigando lungo il Rio delle Amazzoni, conosce il Conte Alessandro Sabatini. Con lui inizia a studiare la lingua indigena.

Ermanno Stradelli Amazzonia
Crediti foto: @Ermanno Stradelli , Public domain, via Wikimedia Commons

Da lì iniziarono le prime esplorazioni:

  • 1881: zona del Rio Upaes
  • 1882: esplorazione del fiume Padauari, del Rio Branco e del Rio Uapes. Torna a Manaus malato di malaria
  • 1883: esplorazione del Rio Madeira, ma si deve fermate a Itacoatiara a causa della malaria
  • 1884: in veste di fotografo, parte per il Rio Jauaperi per una missione di pace con gli indigeni Crichanas. Poi torna in Italia

Tornato in Italia, fra il 1884 e il 1886 riesce a laurearsi in Giurisprudenza. Poi va a Genova dove fa pratica come avvocato nello studio Orsini. Intanto, però, presenta a Torino i disegni dei petrofligici trovati a Uapes. Nel 1887, poi, non resiste e riparte per l’Amazzonia dal porto di Marsiglia.

Ermanno Stradelli esploratore
Crediti foto: @Ermanno Stradelli , Public domain, via Wikimedia Commons

Inizia così il suo secondo periodo di esplorazione dell’Amazzonia:

  • 1887: dopo essere stato ricevuto a caracas dal presidente Guzman Blanco, parte per il Ciudad Bolivar, fino ad arrivare sul basso Vichada
  • 1888: dopo essere tornato a Manaus, riparte per il Rio Branco, poi va lungo il Rio Purus e arriva al Rio Acre, dove si ferma in diversi villaggi
  • 1890: ritorna nel Rio Uapes

Nel 1893, poi, ottiene la cittadinanza brasiliana, richiedendo poi l’iscrizione all’ordine degli avvocati e diventando pubblico ministero nel 1895. Trasferito a Labrea, nella zona di Rio Purus, nel 1897 fa un breve salto in Italia. Qui si incontra con la Pirelli e propone l’avvio di un’impresa per estrarre il caucciù.

Nel 1899 torna a Manaus, ma ritorna un attimo in Italia nel 1901 per presiedere la conferenza sull’Amazzonia nella sala del Collegio romano. Riparte poi per Manaus: non tornerà mai più in Italia.

Nel 1904 partecipa ancora a una spedizione nella zona del Rio Branco. In tutti questi anni, poi, pubblicò anche diversi testi e vocabolari della lingua degli indigeni. Diventato nel 1912 promotore della giustizia di Tefé, purtroppo nel 1923 lo esonerarono dai suoi ruoli. Da tempo, infatti, era stato colpito dalla lebbra. Poco tempo dopo, infatti, fu costretto a entrare nel Lebbrosario di Umirisal, a Manaus e qui morì il 24 marzo 1926.