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Filippine, colonialismo spagnolo e chiese tirate su con le uova: tutto torna...

Filippine, colonialismo spagnolo e chiese tirate su con le uova: tutto torna…

Esiste un lungo periodo della storia delle Filippine, che ha per estremi cronologici il 1565 e il 1898, contraddistinto dalla dominazione coloniale spagnola. Durante questo ampio lasso di tempo, vi è stata una costante abbastanza peculiare che ha riguardato le tecniche edilizie sfruttate nell’avamposto cardine delle Indie orientali ispaniche: le uova, o meglio, il chiaro delle stesse. Quest’oggi voglio raccontarvi una storia diversa dal solito, in grado di miscelare la sempreverde stagione dei conquistadores sparsi per i sette mari, l’arcipelago composto da 7.641 isole che chiamiamo Filippine in onore del re di Spagna Filippo II d’Asburgo e – immancabili come solo loro sanno essere – le uova!

Filippine, colonialismo spagnolo e chiese tirate su con le uova: tutto torna...

Un filo rosso accomuna la quasi totalità degli edifici di matrice coloniale nelle Filippine: il fatto di essere stati realizzati con del calcestruzzo “speciale”. In che senso speciale? Nel senso che conteneva albume, aggiunto nel conglomerato artificiale per meglio legare le varie componenti. La domanda vien da sé: se gli albumi andavano a ruba per la suddetta ragione, in che modo si finiva per sfruttare i tuorli in avanzo? Ah, che domanda! Con i dolci.

Filippine Indie orientali spagnole

Dunque nelle Filippine il rapporto fra albumi, dolci a volontà e chiese risale certamente all’arrivo degli spagnoli. Assieme al cristianesimo, introdussero cambiamenti sistematici – e irreversibili, come spesso accade – nello stile di vita e nella dieta alimentare della popolazione autoctona. In realtà qualche europeo toccò le paradisiache spiagge filippine decenni prima del 1565, anno in cui si suole far cominciare l’inizio della dominazione spagnola. Ricordate Magellano, la battaglia sulla sabbia di Mactan e la brutta fine che fece l’esploratore portoghese il 27 aprile 1521?

Filippine Miguel López de Legazpi

Esattamente 44 anni dopo, dalla Nuova Spagna giunse nei pressi dell’odierna località di San Miguel di Bohol, l’almirante Miguel López de Legazpi. Fu lui il primo governatore della Capitanìa Generale delle Filippine, nonché fondatore degli insediamenti di Cebu (1565) e Manila (1571). Al suo seguito figuravano militari, amministratori, marinai, scapestrati e gli assidui missionari, eccelsi strumenti per il proselitismo cattolico e per l’espansionismo europeo. Penetrarono così ordini come quello dei Francescani, dei Gesuiti e degli Agostiniani. Come è ovvio che sia, tramite la loro opera missionaria e i fondi che la Santa Romana Chiesa stanziava in loro vece, s’innalzarono chiesette e cattedrali in tutto l’arcipelago orientale.

Prendete questo processo storico e moltiplicatelo per oltre tre secoli; c’è chi ha azzardato una stima (inverosimile) delle uova di cui gli spagnoli hanno necessitato per costruire luoghi di culto cristiani. Siamo nell’ordine dei milioni. Da cosa derivava esattamente la tecnica edilizia? Gli albumi venivano impastati in un calcestruzzo chiamato argamasa, che serviva per legare insieme e proteggere gli altri materiali. Si credeva che i bianchi d’uovo potessero rendere la miscela più duratura. Abbiamo la fortuna di poter consultare ancora tantissimi documenti storici che ne attestano l’uso diffuso e capillare.

Filippine cattedrale di Manila

Esempi noti ve ne sono, e chi sono io per non citarveli. Probabilmente il più famoso di tutti riguarda l’edificio storico-religioso centrale della capitale, la cattedrale metropolitana dell’Immacolata Concezione di Maria di Manila. Risale al 1780 una ristrutturazione dell’edificio in cui decisero di “guarnire” la cattedrale con uno strato di un materiale che comprendeva polvere di mattoni, uova d’anatra e linfa di bambù. Altro esempio simile riguarda la chiesa del Sacro Rosario di Pampanga, però del secondo Ottocento.

Filippine dolce tipico uova

Prima dell’età coloniale, i dolci filippini erano a esclusiva base di frutta fresca. Perciò si abbondava di banane, cocco, anguria, mango, oltre a vari frutti tropicali. L’amore del paese per i dolci è sbocciato proprio sotto il dominio di Madrid: ricette come il flan de leche risalgono proprio a questo periodo. Oggi non c’è (quasi) dolce nelle Filippine che non contenga quantità spropositate di tuorli d’uovo. Adesso sapete perché.