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eraclidi tespio

Ercole e i suoi innumerevoli figli, gli Eraclidi

Sarebbe alquanto riduttivo dire che Ercole aveva molti figli. Ercole aveva un plotone di figli. Durante le sue avventure qua e là, infatti, l’eroe ebbe diverse amanti. Il che generò una prole numerosa che divenne nota come gli Eraclidi.

Ercole e la squadra di figli, gli Eraclidi

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Crediti foto: @Gustave Moreau, Public domain, Wikimedia Commons

Ercole era uno degli eroi della mitologia greca più noti e amati. Coraggioso, dalla forza sovrumana, capace di realizzare l’impossibile (vedi le dodici Fatiche di Ercole), ecco che a quanto pare era anche un latin lover (d’altra parte, era figlio di Zeus, il re degli dei famoso per le sue infinite scappatelle). Da queste sue innumerevoli storie d’amore nacquero tantissimi figli. Questi figli e i relativi discendenti divennero noti come gli Eraclidi, cioè i “figli di Ercole”. Alcuni di essi divennero eroi a loro volta, altri furono solo un nome in una lista lunghissima, mentre altri fondarono interi regni.

I nipoti di Tespio – Quando Ercole aveva solamente 18 anni, ecco che venne spedito a uccidere il mostruoso Leone del Citerone. Questo leone viveva vicino al monte Citerone e aveva iniziato a divorare il bestiame di Anfitrione, il padre adottivo dell’eroe e di Tespio, un altro sovrano.

Tespio si offrì di ospitare Ercole finché l’eroe non avesse ucciso la belva. E nell’ospitalità erano incluse anche le sue figlie. In pratica Tespio mandò una delle sue 50 figlie a dormire con Ercole ogni notte di caccia al leone. Ciascuna di esse rimase incinta e diede alla luce un figlio maschio.

Alcune versioni del mito sostengono che Ercole dormì con tutte e 50 le figlie in una notte sole e che la più grande e la più piccola diedero alla luce dei gemelli. Un’altra versione sostiene che i figli furono “solamente” 49 perché una delle figlie si rifiutò di dormire con Ercole. Per questo motivo la punirono obbligandola a diventare una sacerdotessa vergine nel santuario di Ercole a Tespie.

Come accadde poi con la stragrande maggioranza dei suoi figli, Ercole non ebbe praticamente alcun ruolo nella loro vita. Anni dopo, al termine delle sue Fatiche, si limitò a mandare un messaggio al re Tespio chiedendo al re di lasciare sette dei suoi figli a Teme, di inviarne tre a Tebe e di fare in modo che i restanti accompagnassero Iolao, l’amico di Ercole, in Sardegna, per fondare una colonia.

eraclidi megara
Crediti foto: @Alessandro Turchi, Alte Pinakothek

I figli di Megara – A seguito delle vicende di Tespie, Ercole divenne un eroe famoso a Tebe per aver difeso i suoi cittadini dall’esercito del re Ergino di Orcomeno. Come ricompensa, Creonte, il re di Tebe, offrì a Ercole la mano di Megara, la figlia maggiore.

I due si sposarono e furono felici insieme, avendo diversi figli. Il numero esatto non è noto, ma i quattro maggiormente nominati sono Terimaco, Creontiade, Ofito e Deicoonte. Purtroppo questi Eraclidi furono alquanto sfortunati. La maledizione della follia di Era si attivò e morirono tragicamente per mano di Ercole. Il che innescò la penitenza delle Fatiche di Ercole. In alcune versioni della storia, Megara muore insieme ai figli. Ma in altre, dopo la morte dei figli, divorzia dall’eroe e si risposa con Iolao, l’amico e nipote di Ercole.

I figli di Onfale – Al termine delle sue dodici Fatiche e quindi dopo aver espiato l’omicidio della sua prima famiglia, Ercole si mise alla ricerca di una nuova moglie. Solo che finì con l’uccidere Ifito, l’ospite e fratello di Iole, la donna che aveva sperato di sposare. Visto che uccidere un ospite era un crimine grave, Ercole dovette andare dall’Oracolo di Delfi per chiedergli come espiare questo nuovo omicidio.

L’oracolo gli disse che avrebbe dovuto servire la regina Onfale di Lidia per tre anni, come schiavo. Inizialmente Ercole dovette svolgere diversi compiti pericolosi. Altre volte, invece, Onfale lo costringeva a ruoli degradanti, vestendosi lei col mantello di pelle di leone dell’eroe e obbligando Ercole a vestirsi da donna.

Alla fine, però, i due divennero amanti e si sposarono. Ebbero due figli. Agelao divenne il re della Lidia e fu l’antenato di Creso. Tirseno, invece, inventò la tromba e dopo aver abbandonato la Lidia, cacciò i Pelasgi dall’Italia, stabilendosi nella zona dei Tirreni.

Tuttavia pare che, durante la schiavitù, Ercole ebbe un’altra amante oltre a Onfale. Da un’altra schiava di nome Iardano ebbe un figlio, Cleodeo o Alceo, i cui discendenti avrebbero governato la città di Sardi, in Lidia.

I figli di Deianira – Durante la sua dodicesima fatica negli Inferi, Ercole incontrò lo spirito di Meleagro di Calidone, un suo amico morto durante la caccia al cinghiale Calidonio. Ercole gli chiese se ci fosse qualcosa che poteva fare per aiutarlo nella terra dei vidi e Meleagro gli chiese di sposare la sorella Deianira.

Dopo anni Ercole riuscì a esaudire il desiderio dell’amico. Quello che Ercole non sapeva è che la vendetta dei centauri si sarebbe abbattuta sulla coppia. Comunque sia, prima della morte sia di Deianira che di Ercole, i due ebbero cinque figli: Illo (il capo degli Eraclidi), Ctesippo, Gleno, Onite e Macaria.

Zeus aveva decretato che Ercole avrebbe regnato su Micene. Ma a causa dell’inganno di Era, Euristeo divenne re al suo posto, temendo che Ercole o si suoi figli potessero portargli via Micene. Dopo la morte di Ercole, Euristeo inviò gli eserciti a cercare i figli di Ercole e Deianira per arrestarli o ucciderli. Euristeo era così potente e temuto, che tutte le città in cui gli Eraclidi cercavano rifugio negavano loro la salvezza.

Solamente ad Atene trovarono riparo, grazie al re Demofonte, figlio di Teseo. Quando Euristeo minacciò di invadere Atene, Demofonte si preparò alla battaglia insieme ai figli di Ercole. Prima di iniziare lo scontro, un oracolo predisse a Demofonte che avrebbe vinto se avesse sacrificato una nobile vergine a Persefone.

Demofonte si rifiutò di obbligare una nobile donna ateniese a sacrificarsi, ma Macaria, l’unica figlia femmina di Ercole e Deianira, si offrì volontaria. Grazie al suo sacrificio, Atene e gli altri Eraclidi furono salvi.

A seguito della vittoria, Illo invase il Peloponneso insieme ai fratelli. Conquistarono la maggior parte elle città, ma dovettero ritirarsi a causa di una pestilenza. Illo trovò rifugio in Tessaglia da Egimio, re dei Dori. Egimio gli donò parte del suo regno perché Ercole in passato lo aveva aiutato a sconfiggere i Lapiti. Poi lo adottò e nominò suo successore.

In questo modo gli Eraclidi iniziarono a governare sui Dori. L’Oracolo di Delfi gli consigliò di aspettare il “terzo frutto” prima di invadere il Peloponneso. Illo interpretò la profezia come un invito ad attendere tre anni prima di procedere all’invasione. Così attese e dopo tre anni lottò contro Atreo, padre di Agamennone e Menelao. Poi Illo affrontò re Echemo di Tegea in duello e morì, costringendo così gli Eraclidi alla ritirata.

Anni dopo Cleodeo, figlio di Illo e Aristomaco, il nipote, cercarono di nuovo di invadere la penisola. Ma senza riuscirci. Così Temeno, Cresfonte e Aristodemo, pronipoti di Illo, tornarono dall’Oracolo di Delfi, il quale gli disse che Illo aveva sbagliato a interpretare la profezia, per questo aveva fallito. Il “terzo frutto” si riferiva alla terza generazione. Così gli Eraclidi costruirono una flotta per riprovare a invadere il Peloponneso. Ma fallirono anche questa volta.

Un Eraclide di nome Ippota aveva infatti assassinato un indovino di nome Carno. E anche Aristodemo era morto. Fu Temeno a tornare dall’Oracolo di Delfi, il quale gli disse di offrire un sacrificio, esiliare Ippote per dieci anni e trovare un uomo con tre occhi per guidare l’invasione.

Così Temeno reclutò Ossilo, un uomo con un occhio solo che cavalcava un cavallo con due occhi, quindi tre occhi in totale. Gli Eraclidi ricostruirono di nuovo la flotta, invasero e conquistarono Micene dopo aver sconfitto Tisameno, il figlio di Oreste. Poi si spartirono la penisola. Temeno tenne per sé Argo, Cresfonte prese Messene e i figli gemelli di Aristodemo presero Sparta, diventando così i primi re doppi della città. Il che spiega perché molte delle famiglie nobili della Grecia sostenevano di discendere da Ercole.

Figli divini – Ercole ebbe anche alcuni figli divini. Tecnicamente era un semidio, ma dopo la morte, ascese all’Olimpo e diventò un dio. Qui sposò Ebe, la figlia di Era, nonché sua coppiera e dea della giovinezza. I due ebbero due figli, Alessiare e Aniceto, divinità protettrici delle fortificazioni delle città e guardiani delle porte dell’Olimpo. Da Mirto, sorella di Patroclo, ebbe Eucleia, divinità che era la personificazione della gloria e della buona reputazione.

Il figlio di Astioche – Da Astioche, figlia del re Filale di Efira, ecco che Ercole ebbe Tiopolemo. Esiliato per aver ucciso Licimnio, lo zio di Ercole, fondò un suo regno sull’isola di Rodi.

Il figlio di Auge – Da Auge di Tegea, sacerdotessa di Atena e figlia del re Aleo, ecco che Ercole ebbe Telefo, il figlio che più gli assomigliava come forza e abilità. Ovviamente una sacerdotessa non poteva avere un figlio e così il re la esilità da Tegea. Fu accolta a Misia e qui il re Teutra, che non aveva figli, la sposò e adottò Telefo. In un’altra versione, Teutra adotta direttamente Auge.

E in un’altra ancora Auge abbandona il neonato Telefo sul fianco del monte Partenio. Qui il bambino è allattato da una cerva fino a quando un pastore non lo trova e non lo porta da re Corito, il quale lo crebbe come suo figlio. Quando Telefo cresce, consultò un oracolo per ritrovare la madre. L’oracolo lo spedì in Misia, dove si riunì ad Auge e dove fu adottato da Teutra.

Ma non tutti sono concordi con questa versione della storia. In altri miti, Auge e Telefo ignoravano di essere madre e figlio. Quando Telefo arrivò Misia, Teutra gli chiese di sconfiggere il suo nemico, Ida. In cambio Teutra lo avrebbe reso suo erede, dandogli la mano della figlia adottiva, Auge. Telefo così sconfigge Ida, ma Auge, ancora innamorata di Ercole, si rifiutò di sposare Telefo, cercando di ucciderlo.

Gli dei allora deciso di intervenire, inviando un serpente per fermare Auge. Telefo tentò così di uccidere Auge, ma lei invocò Ercole per salvarla. In questo modo i due capirono di essere madre e figlio.

Col passare del tempo, Telefo divenne re di Misia. Poco dopo iniziò la guerra di Troia e l’esercito greco scambiò Misia per Troia, iniziando ad attaccarla. Ma Telefo riuscì facilmente a difendere la città e i Greci si ritirarono. Mentre i Greci scappavano, però, Dioniso fece inciampare Telefo su una vite per punirlo di non averlo adorato.

Telefo così cadde e Achille lo ferì con una lancia alla coscia. La ferità si infettò e Telefono non riuscì a guarire. Consultando l’oracolo, scoprì che solo il suo aggressore poteva guarirlo. Così Telefo andò in Grecia alla ricerca di Achille. I Greci decisero di aiutarlo perché anche lui era greco di nascita e fecero in modo che Achille guarisse la ferita grattugiandoci sopra la ruggine della sua lancia. I Greci chiesero a Telefo di unirsi a loro contro Troia, ma lui rifiutò perché la moglie Astioche era la sorella o la figlia di Priamo, il re di Troia.

I figli eponimi di Ercole – Si credeva che parecchi dei figli di Ercole fossero i fondatori eponimi di diverse città. Per esempio, si diceva che Amatunte, a Cipro, fosse stata fondata da Amathes, figlio di Ercole. In Italia Mantova prese il nome da Manto, figlia dell’eroe, mentre Olino prese il nome del figlio di Ercole e Bolbe, una ninfa acquatica del lago Volvi.

Tangeri sarebbe stata fondata da Sufax, figlio di Ercole e di Tinjis, dea e regina della Libia. Da Celtina, una principessa locale, ebbe Celto, fondatore del popolo Celtico. Pandai, figlia prediletta di Ercole, fondò la dinastia Pandyan che governava l’India.

Pare che ebbe anche dei figli da Echidna, la madre dei mostri: Agatirso, Gelone e Scite. Quest’ultimo divenne poi il capostipite dei Celti.