Amato Lusitano era un medico ebreo, portoghese di nascita, con una notevole capacità di assimilare molteplici idiomi. Visse durante il XVI secolo e fece propria la condizione del viaggiatore itinerante arrivando a conoscere tuti i vantaggi e tutti gli svantaggi del viaggiare.

Nacque in una famiglia di marrani cui cognome era Chabib latinizzato in Amato come il suo nome di battesimo assunto dopo la forzata conversione al cristianesimo. Studiò medicina all’Università di Salamanca, in Spagna, e sembra che concentrò i suoi studi sulla circolazione del sangue e la funzione delle valvole.
La causa del suo peregrinare è quella più comune del Cinquecento: la religionis causa. Dato l’agire dell’Inquisizione, temibile nel suo paese, nel 1532 decise di recarsi prima ad Anversa, nelle Fiandre, e successivamente a Ferrara dove poté insegnare anatomia negli atenei.

Dal 1549 al 1555 si stabilì ad Ancona dove ricevette l’invito di un suo allievo a recarsi a Roma per curare Giulio III. A lungo sotto il servizio pontificio, dovette allontanarsi una volta eletto papa Paolo IV che inaugurò una politica differente.
Si fece di nuovo esule e sbarcò dapprima a Ragusa, poi in Grecia; infine raggiunse Salonicco. Essa faceva parte dell’Impero ottomano e ospitava una grande comunità ebraica. Nelle città soggette agli ottomani, gli ebrei spesso ritornavano ad esercitare la religione dei loro padri e Amato non fu da meno.

A Salonicco trascorse il resto della sua vita, morendo nel 1568. La permanenza in gran parte d’Europa gli permise di conoscere molti altri anatomisti con cui coltivò sempre un rapporto. Non mancarono conoscenze illustri, di un certo spessore. Così come non si fecero attendere i suoi detrattori, specialmente in area tedesca e italiana.
Il più famoso tra tutti fu l’archiatra alla corte di Vienna. Quest’ultimo era Mattioli che infierì sul carattere marrano di Lusitano in un suo scritto. Tra le opere invece scritte da Amato Lusitano ricordiamo le Curationes.