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Legione romana: oltre al Centurione c’è di più

Sentiamo spesso parlare della legione romana. Sappiamo che era l’unità base dell’esercito di Roma, ma in effetti da quanti uomini era composta? Come era organizzata? E parlando di gradi militari, va bene il prefetto, va bene il centurione (questi ci sono sempre), ma ci saranno stati altri gradi, no? Non potevano essere tutti prefetti, centurioni o soldati semplici!

L’organizzata struttura della legione romana

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La legione romana, così come la conosciamo, si è evoluta nel corso degli anni. Questo perché l’esercito romano è passato dall’essere una semplici milizia a una falange di ispirazione greca, fino ad arrivare alla legione precisamente codificata sotto il regno di Augusto.

Grazie al console Gaio Mario, durante la tarda Repubblica, era già stato fatto un importante cambiamento. L’esercito aveva bisogno di uomini, quindi il console decise di abolire un requisito un tantino restrittivo. Fino a quel momento, infatti, bisognava essere proprietari terrieri per prestare servizio. Capirete bene come, un requisito del genere, limitasse di molto l’accesso all’esercito.

Da quel momento in poi, dunque, bastava essere cittadini romani liberi per poter diventare un soldato di professione. Come dicevamo prima, la legione romana aveva una struttura precisa e granitica. Il nucleo era composto, ovviamente, dalla fanteria pesante. L’unità più piccola era chiamata contubernium ed era composta da 8 uomini (i quali dividevano una tenda fra loro).

Dieci di queste unità formavano una centuria. Sei centurie, a loro volta, formavano una coorte. Dieci coorti, infine, componevano una legione. Quest’ultima era l’unità più grande presente nell’esercito romano. A questa unità, poi, si sommavano anche 120 cavalieri e truppe di supporto.

Tuttavia c’erano delle eccezioni. La prima coorte di ciascuna legione aveva cinque centurie al posto di sei, ma ognuna aveva il doppio delle forze (dunque 160 uomini al posto di 80). Quello che non è ben chiaro, però, è se questa pratica fosse standard o se fosse legata solamente a determinate unità in circostanze particolari.

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Il legato – A questo punto, sappiamo come era composta una legione. Ma al suo interno c’era una rigida gerarchia militare. A capo della legione c’era un legatus legionis, solitamente un senatore nominato dall’imperatore per tale ruolo. L’imperatore tendeva a scegliere uomini sui 30 anni che avrebbero ricoperto tale carica per minimo quattro anni.

Essendo un senatore, i suoi alloggi nell’accampamento militare erano i più sfarzosi. La sezione a lui dedicata era il praetorium e comprendeva stanze per sé, per la famiglia, per i servi, un giardino e svariati lussi. Come senatore, poi, poteva farsi accompagnare da cinque littori che portavano i fasci, il simbolo della sua autorità.

In battaglia il legato aveva l’armatura più elaborata di tutte, un elmo crestato, un mantello scarlatto, la cintura chiamata paludamentum e il cincticulus. Il che, francamente, lo rendeva alquanto riconoscibile, sia per i suoi uomini che per il nemico.

Nelle province a cui era assegnata una sola legione, il legato ricopriva anche il ruolo di governatore provinciale. Se nella provincia, invece, c’erano più legioni, ogni singolo legato doveva rispondere al governatore provinciale.

Il tribuno – Subito al di sotto del legato c’era il tribunus laticlavius. Il tribuno era un uomo di solito di età compresa fra i 10 e i 20 anni. Il nome derivava da una larga striscia viola sulla toga che lo contraddistingueva come membro della classe senatoriale. Era il secondo in comando, ma di fatto non aveva un ruolo o poteri particolari. Tendenzialmente era lì per acquisire esperienza militare o per farsi notare prima di intraprendere la carriera politica.

Anche i tribuni erano nominati dal Senato o dall’imperatore. In battaglia indossavano un mantello bianco e nell’accampamento potevano beneficiare di alloggi più articolati rispetto a quelli dei soldati normali.

Il prefetto – Il terzo gradino era quello occupato dal praefectus castorum. Il prefetto dell’accampamento poteva essere sia un plebeo che un soldato di professione che aveva scalato i ranghi. Erano quasi sempre scelti fra il primus pilus della legione, cioè fra i centurioni anziani. Era lui il sovrintendente generale della legione, avendo maggior esperienza pratica rispetto al legato e al tribuno.

Infatti era il prefetto che si occupava dell’amministrazione quotidiana dell’unità Se il legato non era presente nell’accampamento, era il prefetto ad assumere il comando della legione. Sua era anche la responsabilità dell’addestramento dei soldati.

Il tribuno angusiclavii – Erano tribuni provenienti dalla classe equestre e il nome derivava dalla stretta striscia viola presente sulle toghe che indicava il loro status sociale. Se si voleva procedere nella carriera politica, spesso bisognava cominciare da qui. Tuttavia molti di questi tribuni sceglievano di rimanere nella legione, diventando poi soldati professionisti.

Non avevano alcuna autorità o comando diretto sulla legione, ma fungevano sostanzialmente da amministratori. Per esempio, erano loro a supervisionare i servizi di guarda o a gestire i tribunali disciplinari.

Il centurione – Il grado più famoso, però, è di sicuro quello del centurione. Erano ufficiali di carriera provenienti dalle classi inferiori, ma alcuni arrivavano anche dalla classe equestre. Ogni legione aveva 59 centurioni e ognuno comandava una centuria di 80 uomini. Tuttavia all’interno dei ranghi dei centurioni c’erano diversi gradi. Il primo era il primus pilus. Questo centurione guidava la prima centuria della prima coorte, quindi una centuria a doppio numero di uomini. Era il primo in linea per diventare prefetto dell’accampamento. Se non lo diventava, una volta andato in pensione sarebbe stato inquadrato come appartenente all’ordine equestre.

Gli altri cinque centurioni della prima coorte erano noti come primi ordines ed erano di grado superiore agli altri centurioni della legione. Poi c’era il pilus prior, colui che comandava la prima centuria di una coorte e che, in battaglia, comandava tutta la coorte. Quindi era di grado più alto rispetto agli altri centurioni dell’unità. A seguire c’erano poi il pilus posterior, il princepes prior, il princepes posterior, l’hastatus prior e l’hastatus posterior, in rigoroso ordine decrescente.

Da considerare, anche che, i centurioni della prima centuria superavano in grado quelli della seconda e via dicendo. Idem per quelli della prima coorte nei confronti della seconda…

Insomma, il centurione di grado più basso era il capo della sesta centuria della decima coorte.

La maggior parte dei centurioni scalava di rango in base al servizio prestato, ma a volte erano nominati direttamente dall’imperatore, dal Senato o anche dai magistrati di alto rango. Un centurione doveva saper leggere e scrivere in latino. E questo perché doveva essere in grado di leggere e ritrasmettere gli ordini. Nei periodi di pace era anche il responsabile della disciplina degli uomini e aveva un bastone di vite che poteva essere usato per punire i soldati.

In battaglia il centurione era riconoscibile per via dell’elmo con cresta trasversale, dalla spada indossata sul lato sinistro e non destro (come invece facevano i comuni legionari) e dall’armatura più elaborata rispetto a quella dei fanti. Il centurione, poi, doveva guidare i suoi uomini in battaglia, sempre il primo durante la carica e l’ultimo a ritirarsi. Inutile dire che i centurioni avevano un alto tasso di mortalità.

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Ma fin qui abbiamo parlato degli ufficiali di grado superiore. C’erano poi gli ufficiali di grado inferiore, chiamati principales (equivalgono ai sottoufficiali moderni).

L’optio – Era il secondo in comando della centuria e assisteva il centurione nei suoi compiti amministrativi, nell’addestramento dei soldati e nel controllo della disciplina. In battaglia si posizionava in maniera opposta al centurione, nella parte posteriore destra, in modo da controllare che gli uomini rimanessero in linea. In caso di morte del centurione sarebbe toccato a lui prendere il suo posto.

Il tesserarius – Era colui che dava agli uomini la parola d’ordine del giorno, supervisionando anche il servizio di guardia. In battaglia si posizionava nella parte posteriore sinistra della centuria per aiutare l’optio a mantenere l’ordine.

Il decanus – Era il responsabile degli otto uomini del contubernium che condividevano la tenda. Di solito era il soldato più esperto del gruppo.

Il signifer – Chiamato anche vexillarius, suo era il compito di portare il signum, la lancia decorata con medaglioni usata come punto di ritrovo per la centuria. Il signifer solitamente indossava pelli di animali. Quando non era in battaglia, era lui il responsabile della paga e della gestione dei conti di risparmio dei legionari.

Il cornicen – Spesso insieme al signifer c’era anche il cornicen, colui che aveva il compito di portare il grande corno di bronzo usato per trasmettere gli ordini durante la battaglia.

L’imagnifer – Costui portava lo stendardo con l’immagine dell’imperatore.

L’aquilifer – Questi portava, invece, lo stendardo con l’aquila dorata della legione. Era una delle posizioni più prestigiose dell’esercito e perdere lo stendardo con l’aquila era considerato segno di estrema vergogna per la legione. Considerate che, in termini di status, stava fra l’optio e il centurione. Tanto che un aquilifer spesso diventava centurione.

Ma non penserete mica che sia finita qui, vero? Perché c’erano altri ranghi, posizioni e ausiliari.

Gli immuni – Erano fabbri, carpentieri, genieri, ingegneri, medici, impiegati… Insomma, tutte quelle figure che servivano al di fuori della battaglia vera e propria per gestire un esercito. Grazie alle loro capacità erano esentati dai comiti di guardia e dai turni alle latrine. A volte, poi, avevano una paga un po’ più alta. Gli immuni in fase di addestramento erano chiamati discens.

Il munifex – Finalmente abbiamo il soldato comune, il grosso della legione. Era colui che aveva la paga più bassa e che doveva fare tutti i lavori più umili e noiosi.

Il triones – Queste erano le reclute in addestramento. Dovevano esercitarsi a marciare in formazione, scavare trincee, erigere il muro di palizzata che i Romani costruivano ogni singola notte intorno all’accampamento mentre erano in marcia, correre, nuotare, cavalcare, imparare a usare le armi… Una volta terminato con successo l’addestramento, i triones diventavano munifex ed erano assegnati a una legione. Qui iniziavano il loro periodo di servizio di 25 anni.

Gli ausiliari – Si trattava di uomini che non erano cittadini romani, ma che combattevano nelle legioni in modo da poter ottenere la cittadinanza. Potevano essere soldati di fanteria, di cavalleria o componenti di unità miste. La cavalleria, solitamente, era formata da ali o alae composte da sedici turmae e comandate dal praefectus alae. Ogni turma era formata da 32 cavalieri, sotto il comando di un decurione. Il suo secondo in comando era il duplicarius. Anche la fanteria ausiliaria era organizzata in coorti e centurie, con i medesimi ranghi dei legionari regolari.