Il Ministero egiziano del turismo e delle antichità, tramite il Consiglio supremo delle antichità, ha dato l’annuncio ufficiale: sono terminati gli scavi che hanno permesso di riportare alla luce un’antica miniera d’oro in Egitto. Pare che sarà resa visitabile al pubblico.
La miniera d’oro egizia

Da due anni a questa parte, gli scavi del progetto Revival of the Ancient Gold City, stavano andando avanti per far riemergere questa antica miniera d’oro. Il sito in questione si trova nel deserto della Nubia, nella zona del monte Sakari, a sud-ovest di Marsa Alam, vicinissimo al Mar Rosso.
Grazie alla collaborazione fra le autorità archeologiche egiziane e l’amministrazione della moderna miniera d’oro di Sakari, ecco che è stato reso possibile questo notevole progetto di restauro. Per salvaguardare le strutture e i reperti ritrovati nella zona di scavo, gli archeologi hanno documentato, restaurato e ricollocato tutto meticolosamente. Infatti hanno spostato i principali elementi architettonici tre chilometri a nord rispetto al sito originario, posizionandoli in un posto sicuro, fuori dalla portata della miniera moderna.
Il progetto ha permesso anche di scoprire nuovi dettagli in merito alle tecniche di estrazione mineraria degli antichi Egizi. L’insediamento minerario era ben strutturato e dotato di strutture create per lavorare grandi quantità d’oro.

Fra le scoperte più notevoli, ricordiamo alcuni laboratori specializzati nell’estrarre l’oro dalle vene di quarzo. Qui erano presenti attrezzature per raffinare l’oro in più fasi. Per esempio, il quarzo era frantumato e macinato, poi i suoi sedimenti erano filtrati in bacini specializzati e nei forni di argilla i minerali erano fusi in modo da produrre oro puro.
Oltre agli aspetti industriali, gli scavi hanno riportato alla luce alcuni scorci interessanti in merito alla vita quotidiana dei minatori. Gli archeologi hanno trovato resti di abitazioni private, officine, edifici amministrativi e templi. Erano altresì presenti dei bagni tolemaici. Come se non bastasse, alcuni elementi architettonici di stampo romano e islamico, indicano che l’insediamento minerario rimase attivo per secoli.
Una delle scoperte più sorprendenti è una collezione di 628 ostraca, frammenti di ceramica o pietra con iscrizioni in caratteri geroglifici, demotici e greci. Trovate anche diverse monete di bronzo della dinastia tolemaica, una serie di statuette in terracotta raffiguranti figure umane e animali risalenti al periodo greco-romano e diverse piccole sculture in pietra non finite che rappresentavano le divinità Arpocrate e Bastet.

Gli scavi hanno portato alla luce anche cinque tavoli per le offerte, risalenti al periodo tolemaico, oltre a diversi vasi di ceramica. Presenti anche diversi gioielli e ornamenti personali.
Un’altra buona notizia è che la miniera sarà resa accessibile al pubblico in qualche modo. Per esempio, hanno ricostruito una replica del campo minerario comprendendo gli edifici principali. In questo modo i visitatori potranno sperimentare in prima persona come fosse la vita per gli antichi minatori egiziani.