Antiche reminiscenze dai banchi scolastici, il rewatch di Pollon, serie tv come Kaos e libri come la saga di Percy Jackson di Rick Riordan ci mettono di fronte a una variegata folla di divinità della mitologia greca. Ma siamo sicuri di ricordarci chi siano davvero gli Olimpi, i 12 Dei dell’Olimpo? Perché finisce sempre come i sette nani o le piaghe d’Egitto: ce ne scordiamo qualcuno.
Chi erano gli Olimpi?

Nella mitologia greca i 12 Dei dell’Olimpo sono la terza generazione di divinità che governano l’universo. La prima fu quella capeggiata da Urano e Gea, la seconda fu quella dei Titani, figli dei predecessori. Ciascuna generazione, per salire al potere, rovesciò la precedente. Crono, figlio di Urano e Gea, per salire al potere evirò il padre Urano. E Zeus, figlio di Crono e Rea, sconfisse i Titani. Poi Zeus e i suoi fratelli e sorelle si piazzò saldamente sull’Olimpo, diventando la nuova generazione di divinità. Ma andiamo a vedere chi erano nel dettaglio gli Olimpi.
Zeus – Dopo la vittoria contro Crono e i Titani, Zeus divenne la divinità suprema, il padre degli dei. Lui e si suoi fratelli Poseidone e Ade si divisero le principali sfere di influenza: come re degli dei, Zeus per sé tenne il dominio dei cieli. Era lui a controllare il tempo atmosferico, scagliando tuoni e fulmini. Ma era anche il capo supremo della legge e della giustizia.
La sua prima moglie fu Meti, madre di Atena e una dei Titani. Solo successivamente sposò la sorella Era. Tuttavia non le fu mai fedele: le scappatelle di Zeus con donne mortali, ninfe, divinità minori e maggiori sono innumerevoli. E da queste scappatelle nacquero poi altri dei, semidei ed eroi mortali.
I simboli di Zeus sono i fulmini, l’aquila, il toro e la quercia. La controparte romana è Giove.

Era – Moglie di Zeus (nonché sorella) e regina degli dei, era la dea del matrimonio e della fedeltà (ironico che abbia sposato proprio la divinità più infedele di tutte). In effetti, era una delle poche dee dell’Olimpo a rimanere per sempre fedele al suo sposo. Ma questo non vuol dire che non fosse terribilmente vendicativa: visto che non poteva prendersela direttamente con Zeus, tormentava le amanti del marito e, spesso, anche la prole di tali scappatelle.
Per esempio, Era mandò un tafano a tormentare Io, trasformata in mucca. Poi tramutò Callisto in un’orsa, ordinando ad Artemide di darle la caccia. Ingannò la sfortunata Semele, convincendola a chiedere a Zeus di mostrarsi in tutta la sua gloria: Semele fu bruciata all’istante. In particolare Era odiava a morte Ercole, figlio di Zeus e Alcmena, tanto da cercare di ucciderlo sin da quando era nella culla.
I simboli di Era sono il melograno, il pavone, la mucca e il cuculo. La sua controparte romana è Giunone.
Poseidone – Quando Zeus divenne il re degli dei, dividendo l’universo fra i suoi fratelli, ecco che a Poseidone toccò il dominio sui mari, gli oceani e le acque del mondo in generale. Suo il potere di causare tempeste, inondazioni e terremoti. Protettore dei marinari e dio dei cavalli, ecco che Poseidone viveva con la moglie Anfitrite in un palazzo sotto il mare.
Anche Poseidone ogni tanto si concedeva qualche scappatella e, come Era, anche Anfitrite se la prendeva con le sue amanti. Per esempio, usando delle erbe magiche, trasformò Scilla, una delle amanti del marito, in un mostro con sei teste e dodici piedi.
I simboli di Poseidone sono il tridente, il pesce, il delfino, il cavallo e il toro. La sua controparte romana è Nettuno.
Demetra – Era la dea dell’agricoltura e della fertilità della terra. Sovrintendeva alla produzione del cibo, quindi era particolarmente amata dal popolo. Demetra (sorella di Zeus) la ricordiamo soprattutto per il mito di Persefone. Quest’ultima era la figlia di Demetra (si dice fosse figlia dello stesso Zeus). Ade, fratello di Demetra e Zeus, nonché zio di Persefone, si innamorò della nipote, rapendola e portandola negli Inferi.
Disperata per la sparizione della figlia, Demetra iniziò a cercarla per tutto il mondo, trascurando i suoi doveri. Il che vuol dire che si sviluppò una carestia tale che gli uomini iniziarono a supplicare Zeus di fare qualcosa. Così Zeus ordinò a Ade di restituire Persefone. Ma Ade, astutamente, ingannò Persefone facendole mangiare alcuni semi di melograno. Ma come tutti sanno (o dovrebbero sapere), se si mangia qualcosa appartenente agli Inferi, si è obbligati a rimanervi. Alla fine si giunse a un accordo: Persefone avrebbe trascorso alcuni mesi dell’anno con Ade negli Inferi, mentre i restanti mesi li avrebbe trascorsi con la madre. Per questo motivo d’inverno, quando Persefone si trova negli Inferi, non cresce nulla: Demetra in quei mesi è così triste che non fa crescere nulla.
I simboli di Demetra sono le orecchie, il serpente alato, la falce e la cornucopia. La controparte romana è Cerere.
Atena – Era la figlia di Zeus e Meti. Una profezia avvisò Zeus che Meti gli avrebbe dato un figlio maschio e una femmina, ma che il maschio avrebbe usurpato il suo trono. Così Zeus inghiottì Meti, incinta. Zeus iniziò così ad avere un feroce mal di testa, fino a quando non chiese a Efesto di spaccargli la testa con un’ascia. E a quel punto, dalla testa di Zeus, saltò fuori Atena, adulta e vestita di tutto punto con l’armatura.
Atena era una delle tre dee vergini dell’Olimpo: come Artemide ed Estia, non ebbe mai amanti o sposi. Divenne una degli Olimpi, dea della saggezza, della giustizia, della guerra (nella sfumatura della strategia), del pensiero razionale, delle arti e dei mestieri. Fu lei a piantare il primo ulivo come dono per la città che ne porta il nome, Atene.
I simboli di Atena sono le civette, i serpenti e lo scudo con la Gorgone. La sua controparte romana è Minerva.
Artemide – Figlia di Zeus e del Titano Leto, Artemide era la sorella gemella di Apollo. Ovviamente Era non gradì questo nuovo tradimento di Zeus e minacciò di maledire qualsiasi terra del mondo che avesse dato rifugio a Leto, in procinto di partorire. Inoltre prolungò il travaglio di Leto di nove mesi. Alla fine, però, i gemelli Artemide e Apollo nacquero. E come Atena, erano così potenti, che divennero subito degli Olimpi.
Artemide era la dea della luna, della caccia, delle foreste e del tiro con l’arco. Silenziosa e oscura, era anche la protettrice della fertilità femminile della castità e del parto. Era anche associata agli animali selvatici.
I simboli di Artemide sono l’arco e le frecce, la faretra, i coltelli da caccia, il cervo e il cipresso. La sua controparte romana è Diana.
Apollo – Gemello di Artemide, figlio dunque di Zeus e del Titano Leto, era l’opposto della sorella. Apollo, infatti, era il dio del sole, della luce, della musica, della profezia, della medicina e della conoscenza. Il suo oracoli di Delfi divenne il più famoso del mondo. Dopo aver vinto una lira dal suo fratello Ermes, ecco che lo strumento divenne inscindibile dal dio.
Considerato il più bello fra gli dei, era allegro, adorava cantare, ballare e bere ed era molto popolare sia fra gli dei che fra i mortali. Probabilmente prese dal padre l’attitudine alle scappatelle amorose. In particolare, amava le donne mortali e le ninfe, le quali, però, non sempre lo ricambiavano. Per esempio, la ninfa Dafne preferì farsi trasformare in un albero di alloro al posto di cedere al dio.
I simboli di Apollo sono la lira, l’arco e le frecce, il sole e la corona di alloro. La sua controparte romana è sempre Apollo.
Efesto – Ci sono diverse versioni in merito alla nascita di Efesto. Qualcuno sostiene che sia figlio di Zeus ed Era, altri che nacque dalla sola Era in un tentativo di vendetta per la nascita di Atena. Rispetto agli standard degli dei, Efesto non aveva un bell’aspetto. Per questo motivo Era, indispettita, lo scagliò giù dall’Olimpo (a Era non va certo il premio di madre dell’anno). A causa di ciò, Efesto rimase zoppo per sempre.
Efesto divenne un fabbro, costruendosi una sua bottega. Era anche il dio del fuoco, della metallurgia, della scultura e dell’artigianato (anche se con un ruolo secondario rispetto ad Atena). Inoltre sono le sue fucine a produrre il fuoco dei vulcani.
Efesto era anche il marito di Afrodite, anche se non per volere di quest’ultima. Zeus, infatti, aveva obbligato Afrodite a sposare Efesto in modo da evitare che le altre divinità continuassero a litigare per contendersi i favori della dea dell’amore e della bellezza. Ma un’altra versione sostiene che Efesto, leggermente arrabbiato per il trattamento materno subito, la intrappolò su un trono da cui Era non poteva liberarsi. Salvo che se avesse acconsentito a far sposare a Efesto Afrodite. Cosa che avvenne.
I simboli di Efesto sono il martello da fabbro, l’incudine e le tenaglie. La sua controparte romana è Vulcano.
Afrodite – Diverse leggende parlano della nascita di Afrodite. La più accreditata è che fosse una divinità più antica rispetto agli Olimpi, nata quando Crono evirò il padre Urano, gettandone i genitali in mare. Dalla spuma del mare nacque proprio Afrodite. Dea dell’amore e della bellezza, non gradiva il suo matrimonio con Efesto, nonostante quest’ultimo avesse creato per lei degli splendidi gioielli.
In effetti, Afrodite aveva parecchi amanti, sia mortali che dei. Fra di essi, il preferito era Ares, il dio della guerra. Venuto a sapere della tresca fra i due, Efesto creò una trappola. In pratica mise un’invisibile rete di catene attorno al letto, intrappolando i due dei nudi nel bel mezzo di un incontro amoroso. Poi convocò le altre divinità attorno al talamo, in modo da deridere i due amanti. Inutile dire che quando li liberò, i due fuggirono per la vergogna dall’Olimpo, non facendosi vedere per un po’.
I simboli di Afrodite sono la rosa, la conchiglia, il mirto, la mela, il cigno e lo specchio. La sua controparte romana è Venere.
Ares – Figlio di Zeus ed Era, era il dio della guerra. Ma mentre Atena sovrintendeva alla guerra in senso strategico, concentrandosi su tattiche militare e guerre difensive, ecco che Ares era il dio che sovrintendeva alla brutalità e alla violenza delle guerre. Molto aggressivo e irascibile, non era amato dagli altri Olimpi e dai mortali. Tranne Afrodite, la dea dell’amore stravedeva per lui.
Meno venerato rispetto agli altri dei, forse tranne che dagli Spartani, era descritto anche come un codardo: ogni volta che subiva una minima ferita (cosa che doveva aspettarsi essendo il dio della guerra), scappava a nascondersi tutto arrabbiato sull’Olimpo. Mentre Atena aveva come compagna Nike, la dea della vittoria, ecco che Ares si circondava di Enio, Fobos e Deimos, rispettivamente dei della lotta, della paura e del terrore.
I simboli di Ares sono il cinghiale, il lupo, la lancia, la spada e l’avvoltoio. La sua controparte romana è Marte.
Hermes – Figlio di Zeus e della Pleiade Maia, ecco che Hermes, come Apollo, sovrintendeva a diverse sfere di influenza. Infatti, era il dio del commercio, dei ladri, dei viaggi, dell’eloquenza, della ricchezza, della fortuna, del sonno e dell’allevamento. Descritto come una divinità maliziosa, cercava sempre qualcosa con cui divertirsi. Fu lui a rubare la sacra mandria di bovini di Apollo quando era solo un bambino, cosa che gli fece perdere la sua lira.
Considerato il messaggero degli Dei, a lui spettava anche scortare le anime negli Inferi. Fu sempre lui a uccidere il mostro Argo per salvare Io, fu lui a convincere Calipso a lasciar ripartire Ulisse e fu lui a salvare Ares dalla prigione dei giganti.
I simboli di Hermes sono il gallo, la tartaruga, l’elmo alato e il caduceo. La sua controparte romana è Mercurio.
Dioniso – Figlio di Zeus e Semele, principessa di Tracia, Dioniso era il dio del vino, della vinificazione, dell’allegria, del teatro e della follia rituale. Il che spiega perché era particolarmente amato dai mortali e dagli altri Olimpi. Tranne che da Era, la quale ingannò la madre Semele dicendole di chiedere a Zeus di farsi vedere in tutto il suo splendore. Ovviamente Semele, essendo una mortale, non riuscì a sopportare cotanto fulgore divino e morì all’istante. Solo che Semele era incinta quando ciò accadde. Così Zeus, per salvare il bambino non ancora nato, decise di cucirselo nella coscia. Cosa da non provare a fare: funziona a quanto pare solo se sei Zeus.
Comunque sia, qualche mese dopo Dioniso nacque dalla coscia di Zeus, il quale lo fece allevare dalle ninfe di Nisa. Fra l’altro Dioniso fu l’unica divinità dell’Olimpo a nascere da madre mortale. Forse per questo motivo passava molto tempo fra i mortali, viaggiando e donando loro il vino.
I simboli di Dioniso sono il tirso, la vite, la pelle di leopardo e un grande calice a due manici. La controparte romana di Dioniso è Bacco.

A questo punto siamo arrivati ai 12 Olimpi canonici. Ma di sicuro vi sarete conto che ci sono due assenze importanti: parliamo di Estia e Ade, sorella e fratello di Zeus, dunque figli diretti di Crono e Rea. Ma ci sono dei buoni motivi per cui non figurano fra gli Olimpi, pur essendo divinità maggiori e potenti.
Estia – Era l’ultima sorella di Zeus (nel senso che fu l’ultima sorella di Zeus a uscire da Crono, ma la prima nata e la prima a essere inghiottita dal padre), figlia di Crono e Rea. Dunque sorella anche di Era, Demetra, Poseidone e Ade. Era la più gentile delle dee e la protettrice della casa e del focolare. Il mito sostiene che, originariamente, fosse una dei 12 Olimpi. Tuttavia, quando nacque Dioniso, decise di cedergli il suo posto. Affermò infatti che era più felice di stare vicino al fuoco che riscaldava l’Olimpo, accudendolo e impendendo che si spegnesse.
Per questo motivo ci sono pochi miti e racconti che parlano di lei: non si allontanò mai dall’Olimpo. Come Artemide e Atena, non si sposò mai e non ebbe amanti, nonostante Poseidone e Apollo chiesero più volte la sua mano. Il suo simbolo era il cerchio. La sua controparte romana è Vesta (da qui le Vestali).
Ade – Era il fratello di Zeus e Poseidone. Mentre a Zeus spettarono i cieli e a Poseidone i mari, ecco che Ade dovette accontentarsi del regno degli Inferi. Che fra l’altro porta il suo nome, Ade. Non è considerato parte degli Olimpi solamente perché non viveva sull’Olimpo, bensì nel suo palazzo negli Inferi.
Per ovvi motivi, non era molto amato né dalle altre divinità né dai mortali. Solitario, era descritto come un dio severo, antipatico e freddo. L’unica a cui mostrava affetto era la moglie Persefone.
Non compare spesso nei miti, se non come personaggio secondario nei racconti legati ad alcuni eroi come Orfeo, Teseo, Piritoo ed Ercole. La sua controparte romana è Plutone.