Fotografia di D.J. Miller, United States Geological Survey, Lituya, estate 1958. La fotografia mostra i danni causati dal terremoto che nel 1958 si abbatté sulla baia di Lituya. Il problema fu che, oltre ai danni causati dal sisma, si sommarono quelli dello tsunami che colpì Harbor Point. Un’onda anomala gigante investì la foce della baia. Nella foto si vede un cappello appeso a ciò che resta di un albero, dopo il passaggio dell’onda anomala. Solo che quel tronco si trova a 11,3 chilometri di distanza dal punto in cui ha avuto origine l’onda.
Il terremoto e tsunami della baia di Lituya del 1958

Il terremoto della baia di Lituya del 1958 fu un disastro accaduto il 9 luglio 1958 alle ore 22,15 (ora locale). La magnitudo del sisma era compresa fra 7,8 e 8,3, con un’intensità di grado XI sulla scala Mercalli. Tutto avvenne nella baia di Lituya, in Alaska. Il sisma è connesso alla faglia di Fairweather, la quale fa parte della più vasta Queen Charlotte.
Riassumendo, il terremoto, di fortissima intensità, provocò una frana di circa 90 milioni di tonnellate di rocce nell’insenatura della baia di Lituya. Sentirono l’impatto fino a 80 chilometri di distanza e lo spostamento d’acqua che ne conseguì provocò un megatsunami con onda anomala alta 524 metri.
L’epicentro del sisma si trovava vicino alla catena dei Monti Fairweather. La scossa fu così intensa da essere sentita fino a Seattle, nello stato di Washington e fino Whitehorse, nello Yukon, in Canada.
Come dicevamo prima, la scossa provocò un’enorme frana nella stretta insenatura di Gilbert. Da centinaia di metri di altezza, una pioggia di roccia di 30 milioni di cubi precipitarono nell’acqua della baia. Questo provocò, a sua volta, un’onda anomala che cancellò istantaneamente 400 metri di ghiaccio del ghiacciao Lituya, erodendo la costa e sradicando del tutto la vegetazione dalle pareti rocciose della baia.
L’onda anomala, in realtà, si placò appena raggiunse il mare, ma solamente in seguito si venne a sapere che un lago subglaciale presente a nord-ovest, a causa di sisma e tsunami, si era inabissato i 30 metri.
Ma non finì qui. L’onda anomala, procedendo verso l’alto, provocò danni alla vegetazione a monte della frana, fino ad arrivare a un’altezza di 524 metri. Inoltre danneggiò anche tutto il litorale della baia.

A seguito dello tsunami, purtroppo si registrarono cinque morti, parecchi feriti e la distruzione di parecchie case. Due membri di un peschereccio morirono dopo che l’onda anomala li travolse, capovolgendo l’imbarcazione. Stessa cosa successe al capitano di un peschereccio e al figlio di soli sette anni, trascinati via dall’onda anomala. I due, però, furono più fortunati: riuscirono a sopravvivere, fra l’altro con poche ferite.
Parecchi danni si registrarono a Yakutat, un avamposto permanente vicino all’epicentro. Ponti, moli e linee petrolifere subirono diverse lesioni, con anche il crollo di una torre. Causò la distruzione anche di alcuni cavi sottomarini relativi ai sistemi di telecomunicazione dell’Alaska.

Lungo tutta la costa si crearono dei vulcani di sabbia e fango, con fessurazioni lungo il suolo. Rami e tronchi degli alberi sradicati finirono ovunque, un’intera foresta lungo la cosa sparì nel nulla e tutto l’aspetto della baia subì una drastica modifica. Testimoni oculari sostengono di aver letteralmente visto il ghiacciaio sollevarsi in aria e spostarsi in avanti, con grossi pezzi di ghiaccio e roccia che piombavano in acqua. Subito dopo arrivò l’onda anomala.