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Come le famiglie reali hanno influenzato la moda

Quando si parla di famiglie reali si pensa sempre a come abbiano influenzato la storia. Ma in realtà le teste coronate di tutto il mondo hanno esercitato la loro influenza in più ambiti di quanti non immaginiate. Come per esempio quello della moda. Sia nel bene, che nel male.

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Crediti foto: @Francesco Giovanni Cantagalli, Public domain, via Wikimedia Commons

In tutto il mondo teste coronate o persone strettamente collegate alle famiglie reali sono riuscite a plasmare i gusti estetici di intere nazioni ed epoche. A volte si è trattato di banalità fatte diventare oggetto di culto, altre volte hanno creato vere e proprie mode.

Madame de Pompadour – Alla corte di re Luigi XV, dal 1745 al 1751, la persona da seguire in fatto di stile era Madame de Pompadour, l’amante del sovrano. Affascinante e arguta, appassionata di arte, dopo aver ottenuto il titolo di marchesa ed essere diventata la favorita del re, entrò a far parte della corte reale francese.

Fu una donna influente non solo a livello politico e sociale, ma anche nel campo della moda. Tanto che l’acconciatura con cui la vediamo spesso ritratta, nonostante fosse in uso prima del suo arrivo alla corte francese, ecco che divenne di moda proprio grazie a lei.

Il dress code della regina Vittoria – Se adesso diamo per scontato l‘abito bianco per le nozze, all’epoca della regina Vittoria non era così. Almeno fino a quando la regina non si sposò con il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha nel 1840. La regina, infatti, indossò un abito color crema con dettagli in pizzo. La sua scelta fece impazzire il mondo della moda Vittoriano. Da quel momento, infatti, tutta l’aristocrazia diede il via all’abitudine di indossare il bianco ai matrimoni.

In molti pensano che la scelta del colore da parte della regina volesse indicare la sua purezza, ma non fu così. Semplicemente Vittoria voleva mettere in risalto le applicazioni in pizzo del vestito. Fu sempre lei, poi, a portare in voga il nero funerario. Dopo la morte dell’amato marito nel 1861, la regina trascorse il resto della sua vita indossando solo ed esclusivamente abiti neri. Il che portò l’Inghilterra vittoriana auna più rigorosa codificazioni degli abiti funebri.

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Crediti foto: @Enciclopedia1993, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

L’abito della vendetta della principessa Diana – Questa è storia recente. Poco dopo che il principe Carlo ammise in un documentario di averla tradita ecco che la principessa Diana del Galles indossò quello che avrebbe fatto da precursore per tutti i futuri “abiti della vendetta”. Nel giugno del 1944, infatti, partecipò a una cena di raccolta fondi organizzata da Vanity Fair. Solo che lo fece indossando un abito da sera nero creato dalla stilista Christina Stambolian: era aderente, con le spalle scoperte e ispirato al cigno nero del balletto Il lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Pare che Diana inizialmente non volesse partecipare all’evento. Solo in seguito alla dichiarazione di Carlo decise di prendervi parte. Senza dire nemmeno una parola, Diana, con quel vestito, aveva fatto capire a tutti cosa ne pensasse della sua separazione da Carlo. Considerate che la tradizione reale, in tali circostanze, vuole scollature alte e modeste. E di sicuro non il nero: per il codice reale il nero è il colore da indossare solamente in caso di lutto.

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Crediti foto: @Northern Ireland Office, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Kate Middleton – Per quanto riguarda Kate Middleton, si parla di “Effetto Kate”. Qualsiasi abito indossi, anche poco appariscente o di brand non particolarmente blasonati (o magari nazional popolari), ecco che diventa di moda. Che sia un abito di stilisti del calibro di Jenny Packham e Alexander McQueen o una maglietta di una catena come Zara poco importa: quello che lei indossa va subito a ruba.

Fra l’altro la Principessa del Galles usa solitamente il suo guardaroba come uno strumento di comunicazione, promuovendo in maniera discreta marchi sostenibili come Monica Vinader e Beulah.

Tessuto Kente – Molto particolare la storia del tessuto Kente. Originario della città di Bonwire, nella regione di Ashanti, in Ghana, si tratta di un tessuto d’abbigliamento intrecciato solitamente indossato dalla famiglia reale o da membri di alto rango. Successivamente il suo uso si diffuse anche nel resto della popolazione, tantoché adesso è indossato anche in occasioni speciali come lauree e matrimoni.

La leggenda vuole che i colori vivaci e il motivo tipico di questo tessuto derivino dalla tessitura di Anansi, divinità africana a volte raffigurata come un ragno. Anche stilisti di lusso come Virgil Abloh hanno usato questo tessuto nelle loro collezioni.