Quella che state per leggere è la tragica storia di Carlotta del Belgio che, da principessa, divenne imperatrice del Messico. Salvo poi impazzire durante gli ultimi anni della sua vita. Storia che ci insegna che se ci offrono un trono vacante, non sempre è una buona idea accettare. Sempre meglio chiedersi prima il perché quel trono non abbia un occupante.
La storia di Carolotta del Belgio

Carlotta nacque il 7 giugno 1840 al Palazzo di Laeken. Era l’unica figlia femmina di re Leopoldo I e di Luisa Maria d’Orleans. Come spesso accadeva a quei tempi, specie per quanto riguardava i rampolli reali, trascorse la sua infanzia fra governanti e tutori privati.
A soli 10 anni la madre morì di tubercolosi, obbligando la giovane Carlotta a maturare prima del tempo. Nel 1856, durante un ricevimento al Palazzo Reale di Bruxelles, incontrò accidentalmente l’arciduca austriaco Massimiliano. Chi era costui? Semplicemente il fratello minore dell’imperatore Francesco Giuseppe I. Sì, proprio lui, quel Francesco Giuseppe aka Franz che divenne il marito di Elisabetta di Baviera aka la principessa Sissi. Il medesimo Franz che diede uno dei due di picche più memorabili della storia, proprio a Nenè, la sorella di Sissi.
Ma torniamo a Carlotta e Massimiliano. I due si innamorarono e si sposarono il 27 luglio 1857. Carlotta aveva solo 17 anni all’epoca. La coppietta si trasferì poi a Milano, visto che Massimiliano era viceré di Lombardia e Venezia. Il che sembrerebbe una situazione idilliaca: una principessa e un principe che si sposano per amore, lui che ha un posto fisso da dirigente trovato dal fratello…
Tuttavia le cose andarono a scatafascio abbastanza velocemente. Francesco Giuseppe, infatti, non era proprio contento dell’operato del fratellino e decise di togliergli l’incarico. Così i due si trasferirono al Castello di Miramare, a Trieste.
Proprio qui furono raggiunti da una delegazione messicana la quale fece una proposta alquanto inconsueta: chiese a Massimiliano di diventare imperatore del Messico. La storia la conosciamo, perché già trattata in questo precedente articolo. Ma sarebbe interessante seguirla dal punto di vista di Carlotta. Massimiliano finì con l’accettare questa corona imperiale.
Era il marzo del 1864 e Massimiliano e Carlotta sbarcarono nella città portuale di Vera Cruz. Poi si trasferirono nel Palazzo di Chapultepec, su una collina fuori da Città del Messico. Probabilmente si aspettavano un tripudio di gioia per il loro arrivo, ma immaginiamo la loro faccia F4 basita quando si accorsero che non c’era una folla festante pronta ad accoglierli.

Il fatto è che molti messicani, istigati da Benito Juarez, non vollero riconoscere Massimiliano come loro imperatore. Anzi, lo videro subito per quello che era: un burattino nelle mani di Napoleone III. E infatti era quest’ultimo che stava occupando militarmente il paese.
Questo mise Massimiliano e Carlotta in una posizione alquanto scomoda. Avevano appena accettato di diventare i regnanti di un paese che non li voleva, per conto di un esercito occupante che non era neanche quello del loro paese di origine. Infatti divenne dolorosamente chiaro che potevano mantenere la loro posizione solamente grazie all’esercito di occupazione francese.
Nel 1865 la situazione degenerò ulteriormente. Il generale Robert E. Lee firmò la resa dell’esercito confederato a seguito della sconfitta di Appomatoox, mettendo così la parola fine alla Guerra civile americana. L’attenzione degli Stati Uniti si poté così spostare sul fronte messicano, sostenendo e armando le truppe ribelli di Juarez.
A Napoleone III non rimase altro da fare che ritirare i suoi soldati dal Messico. Massimiliano e Carlotta erano rimasti da soli. In realtà, Carlotta all’epoca si trovava in Europa e non in Messico. Stava infatti cercando aiuto vista la precaria situazione del marito.
Tuttavia ottenne un’impressionante serie di porte chiuse in faccia. Metaforicamente parlando si intende. Il primo a cui chiese aiuto fu, ovviamente, Napoleone III. D’altra parte era stato lui a metterli in quella situazione. Ma Napoleone ormai era alle prese con il conflitto in Prussia e non aveva tempo, voglia o mezzi per combattere una guerra in Messico. Così si rivolse alla corte austriaca. In fin dei conti Massimiliano era pur sempre il fratello minore dell’imperatore. Ma niente da fare pure qui: la corte austriaca si rifiutò di intervenire militarmente.
Disperata, a Carlotta non rimase altro da fare che chiedere aiuto a papa Pio IX. Ma anche il pontefice era riluttante a intervenire. Così, quando si rese conto che nessuno avrebbe aiutato il marito, fece l’unica cosa sensata che potesse fare. E no, non tornò dal marito in Messico (probabilmente intuendo cosa sarebbe capitato), ma si ritirò disperata nella tenuta di Miramare.
In pratica abbandonò il marito al suo destino. Questo si materializzò, come ricordiamo, il 19 giugno 1867. Un mese dopo Benito Juarez annunciò la vittoria della Repubblica a Città del Messico. Solo a questo punto si levarono alte le proteste internazionali che, indignate, contestarono la brutale esecuzione dell’arciduca. Successivamente le spoglie di Massimiliano arrivarono in Europa, tumulate nella tomba imperiale, la Kapuzinergruft di Vienna.

E Carlotta? La notizia della morte di Massimiliano le causò una grave forma di ansia e crisi di isteria. Tanto che il fratello Leopoldo II, re del Belgio, decise di portarla con sé al palazzo di Laeken. Ma qui Carlotta divenne paranoica e la vita a corte divenne insostenibile per tutti.
Così Leopoldo la mandò a vivere a Tervuren, l’ex residenza estiva di Guglielmo Federico, il principe d’Orange. Ma per la povera Carlotta non c’era pace. Un incendio distrusse la residenza nel 1879, costringendo così Carlotta a trasferirsi nel castello di Boechout a Meise. Lì si spense il 19 gennaio 1927, all’età di 86 anni, ormai preda della tristezza, della solitudine e della pazzia.