Almanacco del 7 maggio, anno 1369: Košice, oggi in Slovacchia, all’epoca dei fatti Regno d’Ungheria, è la prima città in Europa ad ottenere un proprio stemma civico. L’evento del 7 maggio 1369 è impresso nella memoria della collettività cittadina, poiché considerato “fondativo” della stessa. Cosa accadde in questa data più di sei secoli fa e perché fu rilevante da un punto di vista storico? Domande lecite alle quali cercheremo di dare una risposta nei seguenti paragrafi.

Anzitutto occorre fare una disamina generale sul contesto storico che portò alla concessione del privilegio. Piccolo inciso inerente alla tematica: sempre il 7 maggio, ma del 983, un privilegio concesso dall’imperatore Ottone II trasformava Lazise, in Veneto, nel primo libero comune d’Italia. A riguardo scrivemmo un articolo d’approfondimento esattamente un anno fa. Semplice coincidenza!
Tornando alla nostra Košice, ci interessa sapere come la città proliferò dopo le incursioni mongole nel XIII secolo principalmente per la sua posizione geografica strategica. La città dell’allora Regno d’Ungheria, abitata da magiari, teutonici e slavi, divenne ben presto una delle più importanti del reame. Košice (Kassa per gli ungheresi, Cassovia il latino, Kaschau in tedesco) si trovava al centro di una vivacissima rotta commerciale.

Crocevia tra i mercati tedeschi, boemi, polacchi e balcanici, l’insediamento crebbe a tal punto da ottenere all’inizio del XIV secolo il titolo di “libera città reale” d’Ungheria. In poche parole, un po’ sulla falsa riga delle libere città imperiali germaniche, significava autonomia amministrativa interna e un certo margine di manovra sulle decisioni politico-economiche.
A metà del secolo, Košice salì ulteriormente di prestigio, essendo il secondo polo demografico e politico del regno dopo Buda. Quello che era accaduto a Košice, accadeva un po’ ovunque nell’Europa del tempo (con l’Italia dei comuni che aveva bruciato le tappe): molte città europee stavano ottenendo privilegi municipali, inclusi diritti di mercato, di autogoverno, e – meno frequentemente – simboli araldici riconosciuti da una autorità superiore.

In tal contesto va inquadrata la scelta di re Luigi I d’Ungheria, detto il Grande (papà della bella Edvige, Re e non Regina di Polonia…), di emanare una bolla reale in cui si concedeva uno stemma civico alla città. Fra tutte le documentazioni in possesso degli storici, questa è la primissima prova documentale pertinente la concessione ufficiale di uno stemma civico ad una città europea. Attenzione! Non significa che nessuna città del Vecchio Continente avesse uno stemma prima del 1369. Qui si vuole dire come Košice sia la prima città europea di cui si abbia una documentazione autentica, datata e firmata, che attesti l’assegnazione di uno stemma da parte di un sovrano.
Il documento di cui vi sto parlando esiste nella sua versione originale ed è conservato nell’Archivio di Stato slovacco di Košice. Nel privilegio araldico del 1369 si specificava come la libera città reale di Kassa potesse fregiarsi di uno stemma riportante i simboli e i colori della Casa d’Angiò, di cui faceva parte il re d’Ungheria. Inizialmente lo stemma civico era molto semplice e pulito: quattro strisce rosse e quattro argento in senso orizzontale, alla sommità i tre gigli d’oro angioini. Successivamente, la città ricevette altri privilegi simili (nel 1423, 1453 e 1502) che confermarono e modificarono parzialmente il suo stemma.

Abbiamo risposto alla prima delle due domande introduttive; cerco adesso di fornire una risposta esaustiva alla seconda questione posta in essere dal sottoscritto (furbo, eh). Perché dovrebbe vagamente interessarci della concessione reale del 7 maggio 1369? Prevalentemente per tre motivi, affatto astratti e anzi centrali per meglio comprendere la logica delle macchine statali europee bassomedievali:
- Il privilegio araldico rappresentò un precedente giuridico. Stabilì un modello di legittimazione simbolica del potere civico da parte dell’autorità monarchica.
- Fu una testimonianza esplicita dell’identità urbana. La bolla reale attestava l’esistenza di una coscienza municipale e della volontà del potere centrale di riconoscerla formalmente.
- Per chi studia araldica, nello specifico araldica civica, è una data da segnare in rosso. Il privilegio di Košice rappresentò un momento significativo nello sviluppo dell’araldica non nobiliare, cioè usata da corpi collettivi come città, università, corporazioni.
Concludo con l’ennesima precisazione, parzialmente già segnalata nelle scorse righe. Tante altre città dell’Europa continentale, e non, si dotarono di uno stemma civico prima del borgo ungherese. In Italia sono noti i casi di Milano, Firenze, Genova, Pisa (e altre ancora), che nel pieno dell’XII secolo cominciarono ad utilizzare simboli civici distintivi nei sigilli, così come sugli stendardi e sugli edifici pubblici. Discorso simile si poteva fare per alcuni grandi centri in Francia, in area germanica o nelle Fiandre.

Tuttavia questi simboli erano nella totalità dei casi: adottati informalmente; non necessariamente concessi da un’autorità regia o imperiale; non accompagnati da un documento ufficiale di concessione sopravvissuto fino a oggi. Per queste tre ragioni si ritiene che il caso della città slovacca sia non solo unico, ma fondante.