Storia Che Passione
Accadde oggi: 30 aprile

Accadde oggi: 30 aprile

Almanacco del 30 aprile, anno 1993: la Camera dei deputati respinge quattro delle sei autorizzazioni a procedere per corruzione e ricettazione che la magistratura precedentemente aveva richiesto contro Bettino Craxi. Una svolta che l’allora segretario del Partito Socialista Italiano avrebbe ricordato anche e soprattutto per gli avvenimenti della sera successiva. Quando uscì dall’Hotel Raphael di Roma, dove risiedeva nei suoi soggiorni capitolini, una folla di manifestanti lo accolse aspramente. Impresso nella memoria collettiva nazionale il lancio di diversi oggetti nella sua direzione: sigarette, sassolini, pezzi di vetro e monetine. Secondo alcuni analisti, la contestazione non appose la parola fine alla sola carriera di Craxi, ma fu terminale per un’intera stagione politica, convenzionalmente chiamata “Prima Repubblica”.

Accadde oggi: 30 aprile

Bettino Craxi non fu l’unico bersaglio delle manifestazioni popolari, che avevano come target la classe politica italiana nel sua totalità. Gli eventi del 30 aprile 1993 sono da inquadrare in una più larga e complessa sequela di episodi storici rilevanti per il nostro Paese. Erano fresche nel ricordo degli italiani le stragi di Capaci (questo l’approfondimento) e di via d’Amelio. Atti barbarici con cui la mafia stroncò le vite dei magistrati Falcone e Borsellino. Poi la crisi monetaria, l’inflazione, la corruzione, lo scandalo Tangentopoli e l’inchiesta di Mani Pulite. In sostanza, si può dire come nessuno dormisse serenamente in quel biennio 1992-93.

L’habitat politico si apprestava a mutare irreversibilmente e nessuno sembrava prevederlo. Data la crisi delle istituzioni, il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, avviò l’iter per la formazione di un governo tecnico. Sarebbe stato presieduto per la prima volta nella storia da una figura esterna al parlamento, l’ex governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi. La presentazione alla camera del nuovo governo per l’ottenimento della fiducia era previsto in data 29 aprile. In concomitanza la Camera dei deputati doveva deliberare su un’altra questione, senz’altro più cocente: la richiesta di autorizzazione per procedere contro il segretario del PSI nell’ambito di ben sei inchieste.

30 aprile Palazzo di Giustizia, Milano

Mani Pulite, iniziata quasi un anno prima con l’arresto per corruzione del socialista Mario Chiesa, stava per abbattersi sulla figura apicale del partito. Craxi prese parola di fronte ai deputati proprio in quel 29 aprile. Pronunciò il suo discorso più noto, quello in cui ammetteva i finanziamenti illeciti al PSI, pur affermando con rigore che si trattasse di una pratica nota ed esplorata da tutti gli altri schieramenti politici e con il quale negò un tornaconto economico personale.

La Camera votò e, come già anticipato in apertura, diede il via libera a soli due procedimenti. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, per Craxi fu una piccola vittoria. In serata se ne tornò nel suo alloggio prenotato all’Hotel Raphael, in piazza Navona. Nell’albergo incontrò sostenitori e amici. Tra questi spiccava un certo Silvio Berlusconi che se da un lato, per tramite dei media a lui facenti capo, fomentava le indagini di Mani Pulite, dall’altro stringeva la mano a Craxi e sorrideva come solo i più fedeli fra gli amici possono fare.

30 aprile Craxi e Berlusconi

Il giorno dopo, perciò il 30 aprile, la mezza vittoria di Craxi si trasformò in ben altro. I giornali inveivano contro di lui e la protezione offerta dalla Camera. Repubblica intitolava “Vergogna, assolto Craxi” e poneva in risalto il commento del direttore, Eugenio Scalfari, il quale così scriveva: “Dopo l’uccisione di Aldo Moro, è il giorno più grave della storia repubblicana“. Nelle interviste del pomeriggio che Craxi concesse, molti passanti urlavano a favor di microfono “ladro” o ancora “basta rubare”. In serata, attorno alle 20:00, Craxi aveva appuntamento con Giuliano Ferrara, intervistatore per Canale 5. Di fronte lo spiazzale dell’hotel si raccolse una marea umana.

Chi cantava cori di scherno; chi invece non aspettava altro che l’uscita del segretario socialista per lanciargli addosso qualcosa. Un vero e proprio boato esplose nel momento in cui Craxi varcò la porta scorrevole dell’hotel. Con mille lire in mano, qualcuno osò chiedere al politico se avesse intenzione di prendere anche quelle. Molti invece si sfogarono con il lancio di monetine, scena emblematica della storia recente nostrana.

30 aprile discorso alla Camera

Quel 30 aprile rappresentò la morte politica di Bettino Craxi della cosiddetta “Prima Repubblica”. Alle elezioni del 1994 vinse Berlusconi. Craxi non fu ricandidato. All’indomani dell’insediamento delle camere, momento cruciale poiché avrebbe significato il decadimento dell’immunità parlamentare e la conseguente vulnerabilità all’arresto, Bettino Craxi fuggì in Tunisia. Lì, nell’altra sponda del Mediterraneo, avrebbe trovato la morte sei anni dopo, nel 2000.