Almanacco del 1° maggio, anno 1994: a seguito delle ferite riportate in occasione di un brutale incidente durante il Gran Premio di Imola, muore Ayrton Senna. La scomparsa del talentuoso pilota 34enne sconvolse il mondo dello sport e non solo. Senna perse la vita mentre gareggiava sul circuito di Imola, ufficialmente noto come Autodromo Enzo e Dino Ferrari.

Gli appassionati di Formula 1 ricordano bene quel giorno. È impressa nella mente la funesta sequela di avvenimenti che precedettero il 1° maggio ’94. Due giorni prima, venerdì di prove libere del Gran Premio di San Marino, Rubens Barrichello si schiantò all’altezza della curva variante bassa. L’amico nonché connazionale di Senna si salvò miracolosamente, malgrado l’entità del sinistro. Sabato 30 aprile, perciò nel pieno delle qualifiche, accadde la prima vera tragedia: la rottura dell’alettone anteriore della Simtek, alla guida della quale c’era l’austriaco Roland Ratzenberger, provocò una perdita di controllo ad altissima velocità (oltre 300 km/h) e un impatto fatale contro il muro alla curva Villeneuve.

Pessimo, orrendo presagio, che tuttavia fece desistere il comitato organizzativo dal rinvio della gara; mancava un protocollo ufficiale in merito e seguendo la consuetudine, in caso di fatalità l’evento sportivo sarebbe dovuto andare avanti “per onorare la memoria del pilota scomparso”. Ayrton Senna, scosso profondamente dal decesso di Ratzenberger, scelse di prendere parte alla gara portando all’interno della monoposto una bandiera austriaca, da esporre in caso di vittoria…

È il pomeriggio di domenica 1° maggio. Ha inizio la gara finale sul circuito di Imola. Anche la partenza non si sottrae alla maledizione che sembra aver colpito il gran premio. Un incidente tra due vetture scaraventa in aria delle schegge che feriscono alcuni spettatori. Entra la safety car e vi rimane fino al completamento del quinto giro. Si riparte con due piloti in meno, ma non passa molto tempo prima che un altro, questa volta tragico, incidente ponga fine alla gara.
Alle 14:17 Senna a bordo della sua Williams esce di pista alla curva Tamburello. La causa è da rintracciare nelle modifiche apportate al piantone dello sterzo, dietro suo precedente suggerimento. Si scoprirà in seguito come il pilota avesse gareggiato a bordo di una vettura pressoché ingovernabile, con lo sterzo irrimediabilmente compromesso. A 211 km/h la FW16 di Senna si schiantò contro il muro a bordo pista. L’impatto tremendo dislocò lo spuntone della sospensione anteriore destra che finì dritto sulla visiera del campione. La penetrò e sfondò la regione frontale dell’uomo.

I soccorsi arrivarono all’istante; notarono come il pilota respirasse ancora, anche se in stato comatoso. Le tempestive manovre mediche d’urgenza non servirono a molto, dunque si richiese l’intervento dell’elisoccorso (sul quale, tra le altre cose, si stava abbattendo la già citata maledizione, visto che mentre si trovava in pista stava per essere colpito dalla monoposto di Érik Comas, ignaro dell’incidente). Trasportato all’Ospedale Maggiore di Bologna, Senna finì in rianimazione.
Nel reparto si stabilì come il danno più grave fosse il trauma cranico, dal quale scaturì la morte cerebrale del pilota. Fu impartita l’estrema unzione e alle 18:40, Ayrton Senna da Silva, natio di San Paolo, in Brasile, di anni 34, esalò l’ultimo drammatico respiro.