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vasi canopi

A cosa servivano i vasi canopi egizi?

Il film La Mummia ci ha insegnato che i vasi canopi servivano a far rinascere la mummia di Imhotep. Ma quello era un film, dunque pura fantasia. Nella realtà dei fatti i vasi canopi (o più semplicemente canopi) erano una parte essenziale del processo di mummificazione visto che servivano per preservare alcuni organi.

Quali organi contenevano i vasi canopi?

vasi canopi

Gli antichi Egizi utilizzavano i vasi canopi per conservare gli organi imbalsamati, quelli che erano rimossi dal corpo del defunto durante il processo di mummificazione. I canopi erano in uso sin dall’Antico Regno e continuarono a essere utilizzati sino al Periodo Tolemaico. Successivamente i canopi caddero in disuso e iniziarono ad avvolgere e conservare gli organi interni insieme al corpo.

Durante questo lunghissimo lasso di tempo lo stile e il design dei canopi cambiò alquanto. Per quanto riguarda l’origine del nome, è possibile che derivi dalla città di Canopo (se la cercate adesso sulle mappe è Abu Qir), nel Delta occidentale del Nilo, vicino ad Alessandria. Qui i vasi con testa umana erano adorati in quanto personificazione del dio Osiride.

Come dicevamo, la pratica dell’eviscerazione in realtà iniziò durante l’Antico Regno. Tuttavia l’utilizzo dei canopi come contenitori per conservare gli organi divenne prassi comune solamente durante il Primo Periodo Intermedio.

Gli organi rimossi durante la mummificazione e conservati nei vasi canopi (onde evitarne la putrefazione) erano:

  • polmoni
  • fegato
  • stomaco
  • intestino

E non il cuore, come tutti pensano. Questo perché per gli antichi Egizi il cuore era la sede dell’anima e dunque lo lasciavano al suo posto. Inoltre non contenevano neanche il cervello, che veniva rimosso dalla scatola cranica tramite uncini di metallo inseriti nelle narici. Tuttavia talvolta gli archeologi si sono imbattuti in alcuni canopi dell’Antico Regno vuoti, anche in tombe intatte. Il che potrebbe voler dire che, in quel periodo, erano usati come simbolo.

canopi

Durante il Terzo Periodo Intermedio, poi, le tecniche di imbalsamazione furono ulteriormente migliorate. Il che rese inutile rimuovere i visceri corporei. Tuttavia gli antichi Egizi continuarono a collocare vasi canopi nelle tombe. Anche se, non dovendo più contenere organi, ecco che utilizzarono vasi molto più piccoli.

Solitamente i canopi si presentano come vasi a forma di V, scavati al centro e chiusi con tappi. L’altezza variava dai 14 ai 50 centimetri, comprensivi del coperchio. Il diametro andava dai 6 ai 20 centimetri. Erano realizzati con vari materiali, come legno, argilla, calcare o faience. A volte su di essi era dipinto il visto del defunto, il suo nome, il nome degli dei o anche incantesimi di sepoltura. I primi vasi canopi erano riposti in un apposito contenitore, la cassa canopica. Successivamente, però, vennero o collocati ai quattro angoli della camera funeraria o in fila sotto il sarcofago.

I vasi canopi dell’Antico Regno erano solitamente realizzati in pietra liscia, di solito calcare, avevano un coperchio semplice e raramente riportavano iscrizioni. Durante il Medio Regno, invece, le iscrizioni divennero di moda e i coperchi assunsero la forma di teste umane (soprattutto durante il Primo Periodo Intermedio). Successivamente, fino alla XIX dinastia, i quattro coperchi iniziarono a raffigurare i quattro figli di Horus, cioè:

  • Imseti: dio dalla testa umana, rappresentava il Sud ed era protetto dalla dea Iside (moglie di Osiride e madre di Horus, dea della magia). A lui era assegnato il fegato
  • Hapi: dio dalla testa di babbuino, rappresentava il Nord ed era protetto dalla dea Nefti (sorella di Iside e dea associata al processo di mummificazione). A lui erano assegnati i polmoni
  • Duamutef: dio dalla testa di sciacallo, rappresentava l’Est ed era protetto dalla dea Neith (dea associata alla guerra). A lui era assegnato lo stomaco
  • Quebehsenuef: dio dalla testa di falco, rappresentava l’Ovest ed era protetto dalla dea Serket (dea che proteggeva dai morsi velenosi e dagli scorpioni). A lui era assegnato l’intestino

Durante il Nuovo Regno, invece, i tappi iniziarono a raffigurare teste di animali. Inoltre cambiarono anche i materiali: i canopi dell’élite furono realizzati in alabastro, aragonite o porcellana smaltata.

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Infine una piccola curiosità. Nel 2020 alcuni scavi a Saqqara permisero di trovare la tomba intatta di una donna di nome Didibastet. Costei era stata sepolta non con quattro, bensì con sei canopi. La TC rivelò che i vasi contenevano tessuti umani. Probabilmente fu la donna stessa o la famiglia di lei a richiedere questi canopi extra.