Pensate per un attimo a Pericle, tirate fuori le reminiscenze di storia e storia dell’arte. In ogni singola raffigurazione, sia essa una scultura o anche un dipinto, Pericle indossa sempre un elmo. Questo perché, a quanto apre, non se lo toglieva mai. O quasi: supponiamo che in privato, quando era a casa sua, ogni tanto se lo togliesse pure. Ma quando era in pubblico Pericle indossava sempre l’elmo.
Pericle e l’amore per il suo elmo

Ci sono accessori o elementi dell’abbigliamento che sono tipici di alcuni personaggi storici. Spesso vediamo tali personaggi raffigurati con tali accessori. Pensiamo, per esempio, al tipico cappello bicorne di Napoleone Bonaparte o alla gorgiera della regina Elisabetta I. Abraham Lincoln lo ricordiamo con il suo cappello a cilindro, Winston Churchill per il suo cappello a bombetta e l’onnipresente sigaro in bocca.
Tuttavia di questi personaggi esistono anche raffigurazioni prive di tali accessori. Ma non Pericle: in tutte le sue rappresentazioni l’elmo è onnipresente. A dire il vero non sappiamo esattamente perché Pericle in pubblico utilizzasse sempre un elmo. E non sappiamo neanche se esistano sue rappresentazioni prive di elmo: magari c’erano, ma sono andate perdute nel corso del tempo.
Ma alcuni storici contemporanei del primo cittadino di Atene, fra cui anche Plutarco, forniscono una spiegazione sul perché il grande oratore indossasse sempre il suo tipico elmo da oplita. Secondo questi storici il fatto è che Pericle aveva una testa leggermente sproporzionata rispetto al corpo. In pratica aveva il “testone”. Essendo molto sensibile in merito a questo argomento, ecco che cercava di celarla indossando sempre l’elmo.

Ma c’è di più. Parlando di Pericle, Erodoto e Plutarco raccontano che la madre Agariste, pochi giorni prima della sua nascita, sognò di aver partorito un leone. Un’interpretazione di questo aneddoto sostiene che il leone, simbolo di grandezza, alludesse alla futura grandezza di Pericle. Ma i più cinici pensano che potesse indicare l’insolita grandezza del cranio di Pericle.
Effettivamente qualcosa di vero in questa storia doveva esserci, visto che questo dettaglio divenne il focus di alcuni commediografi dell’epoca. Lo stesso Plutarco, nel suo Vita di Pericle, ricorda come lo stratega fosse perfetto in ogni parte del corpo. Solo che aveva la testa “oblunga e sproporzionata”. Secondo Plutarco, per questo motivo tutti gli scultori lo raffiguravano con l’elmo, in modo da evitare che questo difetto fosse reso pubblico e preso di mira da chi voleva schernirlo.
Plutarco continua ricordando che i poeti attici lo avevano soprannominato “Schinocefalo”, cioè “testa di cipolla marina”. Il commediografo Cratino, invece, nei Chironi sostenne che “la Discordia e il vecchio Crono si accoppiarono e generarono un grandissimo tiranno che gli dei chiamarono Adunatore di teste”, mentre nella Nemesi disse “Vieni o Zeus ospitale e gran capo!”.

Ancora più diretto Teleclide, il quale scrisse “Talvolta siede sull’Acropoli col capo chino appesantito dai mille dubbi, talvolta, dalla sua testa, capace di contenere undici letti, erompe spontaneo un enorme fragore”. E pure Eupoli, nei Demi, mentre chiedeva notizie dei quattro grandi politici richiamati dall’Ade per ridare nuovo splendore ad Atene, parlando per ultimo di Pericle disse “Hai ricondotto il capo di quelli laggiù”.
Fra l’altro nelle sculture Pericle indossa sempre un elmo corinzio, tipico elmo greco indossato dagli opliti. Visto che quest’elmo in bronzo era un’ottima protezione per la testa perché copriva tutta la testa e il collo, ma era un disastro per la vista e l’udito perché aveva solo delle piccole fessure per occhi e bocca, ecco che in tempo di pace gli opliti lo indossavano calato indietro sulla nuca (un po’ come lo indossa la dea Atena in molte raffigurazioni). Anche Pericle è spesso raffigurato con l’elmo oplita tirato all’indietro: era una necessità di fatto, altrimenti non sarebbe riuscito a vedere e sentire nulla.




