Almanacco del 22 ottobre, anno 794: l’imperatore Kanmu trasferisce la corte imperiale nella città di Heian-kyō, odierna Kyoto. La scelta della nuova capitale non avrebbe conosciuto variazioni – salvo la parentesi del periodo Kamakura (1185-1333), in cui il centro politico dello shogunato divenne, per l’appunto, Kamakura – addirittura fino al 1868, anno dell’inizio della rivoluzione Meiji. La data del 22 ottobre 794 rappresenta una vera e propria svolta epocale nella storia giapponese. Si aprì, con quella scelta, il lungo e raffinato periodo Heian (794-1185), che avrebbe visto fiorire la cultura di corte, la letteratura e l’estetica imperiale giapponese.

Prima di Heian-kyō (Kyoto), la capitale del Giappone era stata Nagaoka-kyō, costruita nel 784 per volere dello stesso imperatore Kanmu. Tuttavia, quella città non godette di buona sorte. Fin dall’inizio, Nagaoka fu afflitta da disastri naturali, epidemie e conflitti politici. Le inondazioni periodiche dei fiumi vicini, unite alle accuse di corruzione e ai sospetti di malefici che colpirono figure chiave della corte contribuirono a creare un clima di sospetto e instabilità.
Secondo le cronache del Nihon Kiryaku, Kanmu stesso arrivò a ritenere che la località fosse “spiritualmente contaminata”, un concetto fortemente radicato nella sensibilità religiosa dell’epoca. Fu così che, nel 793, dopo appena nove anni, l’imperatore decise un nuovo spostamento della capitale, scegliendo un luogo che incarnasse armonia, equilibrio e prosperità.

Il nuovo sito scelto da Kanmu si trovava nella pianura di Kadono, a nord della provincia di Yamashiro, tra due fiumi: il Kamo e il Katsura. La zona godeva di un clima più stabile. Ma anche di un terreno fertile e di una posizione favorevole per i collegamenti commerciali con il mare del Giappone e con la regione del Kansai. Oltre alle ragioni pratiche, la scelta rispondeva a precise considerazioni spirituali e geomantiche. I funzionari e i mastri di corte pianificarono la città secondo i principi cinesi dello Shijinsōō. Possiamo tradurre il termine in “Corrispondenza dei Quattro Spiriti Guardiani”. Quest’ultimi garanti di prosperità e protezione.
Secondo questa simbologia, la nuova capitale era protetta a est dal Drago Azzurro (Seiryū) – rappresentato dal fiume Kamo – a ovest dalla Tigre Bianca (Byakko) – il fiume Katsura – a sud dall’Uccello Vermiglio (Suzaku) – incarnato dal grande viale Suzaku-ōji – e a nord dalla Tartaruga Nera (Genbu) – simboleggiata dai monti Kitayama. La disposizione perfettamente armonica di questi elementi fu interpretata come segno divino della bontà della scelta imperiale.

I lavori iniziarono dal palazzo imperiale, il Daidairi, che sorgeva all’estremità settentrionale del grande asse urbano: il viale Suzaku-ōji. Esso era largo oltre 80 metri e tagliava in due la città, dividendola in una “Capitale di Destra” (Ukyō) e una “Capitale di Sinistra” (Sakyō). Il modello urbanistico di Heian-kyō seguiva da vicino quello della grande capitale cinese Chang’an (oggi Xi’an), della dinastia Tang, allora simbolo di ordine e potenza.
La città aveva una pianta rettangolare, estesa per circa 4,5 km da est a ovest e 5,2 da nord a sud. L’attraversava un reticolo regolare di grandi viali (ōji) e strade minori (kōji). I quartieri erano organizzati in chō. Praticamente degli isolati quadrati di circa 120 metri per lato, numerati secondo un sistema che permetteva di individuare con precisione ogni abitazione.
Heian-kyō nacque come capitale razionale e autosufficiente, con due grandi mercati per il commercio dei beni provenienti da tutto il Paese, e con due canali artificiali (gli odierni Horikawa e Nishi Horikawa). Chiaramente li scavarono per il controllo delle inondazioni e per garantire l’approvvigionamento idrico. A differenza di Nagaoka, la nuova capitale doveva essere protetta sia dagli elementi naturali sia dalle “impurità spirituali”.

Un decreto imperiale vietò la costruzione indiscriminata di templi buddisti all’interno della città, per evitare che la religione interferisse con il potere secolare. L’autorità imperiale autorizzò la costruzione di solo due grandi complessi monastici, uno a est e uno a ovest. Trovandosi ai margini della capitale, essi assolvevano alla funzione di “guardiani spirituali” della nuova sede imperiale.
Il 22 ottobre 794, l’imperatore Kanmu giunse solennemente nella nuova città, e l’8 novembre dello stesso anno la battezzò ufficialmente Heian-kyō. Quel giorno, il sovrano dichiarò che la nuova capitale sarebbe stata il centro dell’armonia del Paese. Con questo atto, Kanmu inaugurava il periodo Heian, uno dei più lunghi e splendidi della storia giapponese, in cui Kyoto sarebbe rimasta capitale per oltre mille anni (periodo Kamakura a parte) fino alla restaurazione Meiji del 1868.