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Foto del giorno: quando la Cliff House si faceva beffe della gravità

Foto del giorno: quando la Cliff House si faceva beffe della gravità

Fotografia della Detroit Photographic Company, San Francisco, California, USA, 1899. Al momento dello scatto, la rinnovata Cliff House di San Francisco aveva solo tre anni di vita, ma già sapeva come prendersi gioco della gravità. Come un castello degno della migliore delle fiabe, si ergeva su un massiccio aggroviglio di rocce marine, protese pericolosamente verso l’oceano. Piccolo e minuto appare il bagnante in primo piano, intento a passeggiare lungomare. Il contrasto suggerito dalla fotografia del 1899 è abbastanza intuibile: è come se l’uomo – qui rappresentato dal soggetto in vista – fosse spettatore della grandezza della natura e al contempo dell’ingegno umano, che dalla natura ha sempre preso spunto per ogni sua opera.

Foto del giorno: quando la Cliff House si faceva beffe della gravità

La Cliff House è uno di quei luoghi che trascendono la semplice dicitura di “edificio” e finiscono per trasformarsi in simboli urbani. La sua vicenda, però, è segnata da continue rinascite e distruzioni, tanto da sembrare la parabola stessa della città di San Francisco, resiliente e mutevole.

Le origini, qui bisogna dirlo, traggono la loro essenza dalla controversia più pura. Secondo alcuni, la prima Cliff House fu eretta nel 1858 dal magnate dell’oro Samuel Brannan, utilizzando legno ricavato da un relitto. È un’ipotesi difficile da comprovare. Ecco perché la maggioranza degli storici attribuisce la vera prima Cliff House al 1863, costruita da Charles Butler sul promontorio roccioso di Lands End. L’edificio in legno divenne subito un punto di ritrovo per le élite cittadine. Al suo interno spiccavano eleganti sale da pranzo con vista sull’oceano e un accesso esclusivo, attraverso il quale passare in carrozza. Era un luogo dove si mescolavano mondanità e il senso profondo della natura, esortato da un panorama oggettivamente mozzafiato.

Cliff House seconda versione

Con il tempo, l’atmosfera raffinata della Cliff House andò deteriorandosi. Come mai? Il mix composito di giocatori d’azzardo, truffatori e donne di malaffare prese il posto delle famiglie “rispettabili”. L’arrivo di Adolph Sutro, ingegnere e magnate che aveva fatto fortuna con le miniere d’argento, segnò un punto di svolta. Acquistò la struttura nel 1883, la ripulì dal degrado e volle restituirle una funzione pubblica, accessibile anche alla classe media. Era una visione democratica del tempo libero, che rompeva con l’esclusività dei primi anni.

Cliff House di notte

Nel 1887, una goletta carica di dinamite, la Parallel, esplose poco lontano, danneggiando gravemente la Cliff House. L’edificio venne riparato, ma fu definitivamente distrutto da un incendio la notte di Natale del 1894. Due anni dopo, Sutro volle superare ogni perdita con un gesto spettacolare. Nacque così la nuova Cliff House del 1896, un edificio monumentale, ricco di torrette e pinnacoli, che ricordava un castello francese sospeso tra mare e cielo. Era il “palazzo di pan di zenzero”, la versione più iconica mai costruita.

Cliff House incendio e terremoto

Purtroppo, anche questa incarnazione non ebbe vita lunga. È il 1906 e un cataclisma sconvolge San Francisco. Un terremoto porta con sé devastazione e disagio. L’edificio sul Lands End non sfugge al suo cupo destino. Scoppia un incendio e tutto, ma davvero tutto, si trasforma in nera cenere; di nuovo. Sul sito, nel 1909, sorse una terza versione, stavolta in cemento e acciaio, solida e moderna, ma meno suggestiva, soprannominata dai critici la “scatola da scarpe grigia”. Pur priva del fascino fiabesco, divenne comunque un centro di vita sociale e gastronomica, celebrato dalle guide dell’epoca come luogo di ristorazione bohemien di altissimo livello.

Cliff House oggi San Francisco

Sulle fondamenta di quello che un tempo fu un “castello sul Pacifico” oggi sorge un ristorante, a quanto pare molto apprezzato dalla cittadinanza. Ma se colti dalla nostalgia del passato, dare un’occhiata alle fotografie di fine Ottocento potrebbe alleviare un po’ di sana malinconia.