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William Phelps Eno, il padre della sicurezza stradale che non sapeva guidare

William Phelps Eno, il padre della sicurezza stradale che non sapeva guidare

Il bello di chiamarsi William Phelps Eno è proprio questo: puoi saperne a sacchi sulla sicurezza stradale e, in un certo qual modo, puoi ritenerti un genio della segnaletica; puoi inventare cose come le strisce pedonali, gli spartitraffico, il senso unico; riesci persino a cambiare la percezione che il mondo contemporaneo ha della strada e delle sue regole, ma tu, caro Eno, tu fai tutto questo senza saper minimamente guidare. Perché se la storia è prima di tutto passione, curiosità, fascino, è anche grazie a persone come William Phelps Eno, padre della sicurezza stradale, coscientemente incapace al volante.

William Phelps Eno, il padre della sicurezza stradale che non sapeva guidare

Quando si pensa alle origini della sicurezza stradale, il nome di William Phelps Eno emerge come quello di un autentico pioniere. Perché in effetti lo fu. Nato nel 1854 e cresciuto a New York, fu uomo d’affari, ma soprattutto un osservatore acuto dei problemi della sua città. Ancora prima che l’automobile diventasse un mezzo di trasporto di massa, infatti, le strade di Manhattan erano già congestionate. Pensiamo ai carri trainati da cavalli, agli omnibus e ai pedoni intasavano le vie, rendendo il traffico caotico e pericoloso. Così era in America, così doveva apparire la situazione nelle grandi città del mondo.

Eno intuì che la modernità non poteva reggersi sul disordine. Nel 1903 elaborò quello che viene considerato il primo codice della strada al mondo, un insieme di regole destinate a disciplinare la circolazione urbana. Le sue linee guida si basavano su concetti che oggi diamo per scontati (si spera) come la precedenza, le corsie, la segnaletica, il rispetto dei flussi, ma che allora rappresentavano una novità assoluta.

William Phelps Eno regolamento stradale

Il corpus normativo divenne il modello per New York, e non solo. Presto lo adottarono le metropoli d’Europa, prime fra tutte Parigi e Londra. Infatti il sistema prese addirittura il nome di Le Système Eno.

L’aspetto curioso è che l’uomo che scrisse le prime regole per la sicurezza automobilistica non guidò mai un’automobile. Eno, infatti, diffidava profondamente di questo nuovo mezzo. Dunque preferì mantenere le distanze, pur arrivando a esaminare altri candidati per il conseguimento della patente di guida.

William Phelps Eno uomo americano

Il suo lascito, però, non risiede in aneddoti ma nell’impronta duratura che lasciò sull’organizzazione delle città moderne. Le rotatorie, le regole di precedenza e la gestione dei flussi di traffico affondano le radici proprio nella sua visione. Non a caso, ancora oggi ricordiamo Eno come il “padre della sicurezza stradale”, un titolo che sintetizza perfettamente il contributo di un uomo capace di guardare oltre il caos delle strade del suo tempo e immaginare la mobilità urbana del futuro.

E lasciatemi dire questo in conclusione. Gli albori della storia dei veicoli a motore sono pieni, anzi, zeppi di storie curiose che ci dicono tanto di noi come specie e dell’ingegno umano nella sua essenza. Forse è proprio per questo che le adoriamo, perché offrono uno spaccato di ciò che siamo stati, suggerendo ciò che saremo.