Pure l’Impero romano aveva i suoi servizi segreti. Vasto com’era, gli imperatori ad un certo punto si resero conto di aver bisogno di un paio di occhi in più, debitamente celati nell’ombra, per spiare rivali e personaggi di spicco. Così crearono il Servizio Segreto Romano, originariamente formato da unità apposite assegnate all’esercito. Anche se, a dire il vero, i Frumentarii – questo il nome di questi agenti segreti – erano nati come distributori di grano.
Da Frumentarii ad agenti segreti romani

I Frumentarii erano un’unità distinta da tutte le altre. Probabilmente derivavano dai precedenti gruppi di intelligence militare repubblicani, soprattutto Exploratores (gli esploratori) e i Specuatores (le spie). Sia esploratori che spie erano solitamente assegnati alle diverse legioni romane.
In parte, poi, i Frumentarii derivarono anche dal servizio postale creato da Augusto, servizio ideato proprio per aiutare l’imperatore a distribuire il grano nelle province. I Frumentarii erano scelti localmente e appartenevano a tutte le classi sociali. Ciascuna legione mandava dei Frumentarii a Roma, la quale poi li ridistribuiva nelle diverse province a seconda della necessità.
Questo vuol dire che i Frumentarii venivano a conoscenza di tantissime informazioni utili per l’imperatore. Così, gradualmente, oltre alla loro funzione primaria di distributori di grano, ecco che i Frumentarii intrapresero una carriera parallela, quella di agenti dell’intelligence militare.

Fu Domiziano, imperatore tirannico e paranoico, a sviluppare ulteriormente questa loro funzione. Per esempio, decise che il quartier generale dell’unità di Frumentarii di stanza a Roma dovesse stare nei Castra Peregrina, la fortezza degli stranieri in cima al Celio. Questo accampamento poteva ospitare circa 400 uomini, circa 12-13 per ciascuna delle legioni dell’Impero.
All’epoca, nominalmente, questi agenti erano registrati a nome delle rispettive legioni. Tuttavia erano diventati un’unità maggiormente distinta, agli ordini diretti dell’imperatore e dell’amministrazione centrale. Inoltre ogni unità era guidata da un centurione legionario anziano, chiamato Princeps peregrinorum.
Con Adriano l’attività dei Frumentarii come agenti segreti divenne ancora più marcata. L’imperatore li usava per spiare i suoi amici alla corte imperiale, essendo alquanto sospettoso.
Da Commodo in poi i Frumentarii furono usati anche per scopi più turpi. Per esempio, oltre a essere spie, divennero anche assassini politici all’occorrenza. Spesso, infatti, erano usati per uccidere i rivali degli imperatori. Settimio Severo, per esempio, cercò di far assassinare il suo avversario Albino dai Frumentarii. Se riuscivano in tali imprese, a volte di agenti imperiali erano ricompensati con cariche senatoriali o anche con la prefettura del pretorio.
Inutile dire che erano usati anche per spiare la popolazione comune di Roma e delle province. Quando poi il Cristianesimo si diffuse in tutto l’Impero, ecco che divennero anche strumenti di persecuzione religiosa e di tortura. Come se non bastasse, visto che mantennero il ruolo di distributori di grano, ecco che divennero anche esattori e controllori delle tasse. Col passare del tempo, le loro azioni, soprattutto nelle province più lontane, quelle maggiormente distanti dal controllo dell’imperatore, li resero particolarmente invisi. Anche il fatto che riscuotessero le tasse non li rese particolarmente popolari.
All’imperatore iniziarono ad arrivare sempre più lamentele sul loro conto. Proprio analizzando queste proteste, sembra che i Frumentarii, in alcune zone, si trasformarono in una banda di ladri famelici che sfruttava la propria posizione per estorcere le ricchezze. Sotto la dinastia dei Severi i contadini della provincia dell’Asia Minore iniziarono ad accusarli anche di arresti arbitrari. Così, alla fine del III secolo d.C., ecco che erano considerati una piaga dell’Impero, odiati da tutti. Così all’imperatore Diocleziano non rimase che sciogliere per sempre questa unità.

Tuttavia Diocleziano doveva pur sostituirli con un’altra risorsa analoga. Così creò gli Agentes in Rebus, gli agenti generali che si rivelarono essere ancora peggio dei Frumentarii. Questa volta gli agenti non erano scelti fra i ranghi dell’esercito, ma erano reclutati nelle infrastrutture civili. Inoltre erano amministrati dalla corte imperiale, sotto la supervisione del nuovo Magister Officiorum, nominato dall’imperatore.
Erano anche più numerosi: si parla di 1.200 agenti. Distribuiti nelle province e assegnati alle infrastrutture postali di ogni regione, ecco che il loro compito principale era quello di raccogliere informazioni. Come attività collaterali, poi, si occupavano anche di assassinii, spionaggio, controllo delle forze dell’ordine e riscossione delle tasse.
Anche loro non scamparono alla piaga della corruzione e dell’avidità. Inoltre iniziarono anche a perseguitare e assassinare gli eretici che non si conformavano alla nuova religione imperiale. A differenza dei Frumentarii, non furono mai sciolti e rimasero operativi anche dopo la caduta dell’Impero d’Occidente.