Gli antichi Romani erano abilissimi a lanciarsi insulti e allusioni neanche tanto velati durante i loro discorsi, ma ci fu un popolo che forse li batteva in questo. Nessuno insultava meglio e più creativamente di un Vichingo. Per i Vichinghi insultare era un’arte, complice anche il fatto che il norreno era una lingua complessa e variegata, con tanti dialetti che ben si prestavano a svariati livelli di ingiurie.
Nessuno sa insultare meglio di un Vichingo

A quanto pare linguisti e studiosi della letteratura norrena hanno scoperto un ricco e sorprendente vocabolario ricco d’insulti. I Vichinghi erano soliti insultare facendo sfoggio di una notevole dialettica e padronanza di linguaggio. Dunque se volete variare un po’ i vostri insulti quando siete al volante, ecco qualche spunto interessante. E potete sempre giustificarvi sostenendo che stavate imparando una nuova lingua. D’altra parte è risaputo che le nuove lingue si imparano partendo dagli insulti, no?
Amlóði – Vuol dire “sciocco”, ma declinato nel senso di una persona troppo debole o sciocca per fare il suo lavoro o ciò che gli viene richiesto
Argr – Aggettivo che vuol dire debole o codardo
Eldhús-Fifl – Letteralmente indica la “caserma dei pompieri”, ma in realtà eldhús era una parola usata per indicare una cucina, una sala banchetti o una qualsiasi stanza dotata di un camino. Quindi Eldhús-Fifl è il “folle del camino”, cioè una persona dalla testa vuota che non fa altro che stare seduta vicino al fuoco tutto il giorno a fare niente
Frunti – Indica una persona rozza e sfacciata
Geit – Nel norreno antico indica una capra, ma come insulto era riferito a una persona codarda (anche se, a ben pensarci, le capre non sono poi così timorose: chiunque sia stato inseguito da una capra decisa a difendere il suo territorio lo sa bene)
Grybba – Questo insulto solitamente era rivolto alle donne in quanto vuol dire “brutta strega”
Hórbarn, Hórkarl e Hórkerling – Dunque, la prima parola indica un bambino concepito fuori dal matrimonio, durante un adulterio. La seconda, invece, indica un adultero uomo, mentre la terza un’adultera donna
Hrimaldi – La parola hrim indica la brina o anche la fuliggine che si accumula su un bollitore. Hrimaldi diventa dunque un fannullone pigro, di nuovo qualcuno che preferisce oziare vicino al fuoco al posto di dedicarsi al proprio lavoro
Hrisungr – Tante consonanti per indicare un figlio illegittimo o qualcuno di dubbia discendenza
Hrotti – Si tratta di un termine norreno antico che indica una spada. Tuttavia i Vichinghi usavano questa parola per indicare un bruto, un individuo rozzo in maniera sgradevole

Matviss – Era un insulto dedicato alle persone avide
Níðingr – Era una parola usata dai Vichinghi per riferirsi a mascalzoni malvagi
Saudbitr – In questo caso abbiamo un insulto generico di disprezzo, che indica una persona “che morde le pecore”. Insomma, se ti rivolgevano questa parola, ti davano del cane che infastidisce le pecore
Skröggsligr – Il termine norreno “skröggr” era usato per indicare le volpi. L’aggettivo relativo indicava un insulto rivolto a una persona brutta e scarna

Slyðra – Era un insulto rivolto a qualcuno dall’aspetto sgradevolmente trasandato che significava qualcosa del tipo “umido ammasso fangoso”
Snapr – I Vichinghi usavano questa parola per insultare una persona stupida o un ciarlatano. In generale indicava un uomo dalla scarsa saggezza e inaffidabile
Trolshamber – Altro insulto specifico per le donne che letteralmente voleva dire “qualcuno nelle vesti di folletto”
Tuddi – Tecnicamente questa parola indica un toro, ma sia i Vichinghi che gli antichi islandesi la usavano per indicare una persona avara e meschina
Vargdropi – Era un insulto molto specifico. La parola si riferisce a un bambino concepito da un padre fuorilegge, nella natura selvaggia