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Gli Hortillonnages di Amiens: 700 anni di "giardini galleggianti"

Gli Hortillonnages di Amiens: 700 anni di “giardini galleggianti”

Nord-est della Francia, Piccardia, città di Amiens, qui i contadini faticano giorno dopo giorno, da almeno 700 anni, per garantire la sopravvivenza di una straordinaria tradizione. Avete mai sentito parlare degli Hortillonnages di Amiens? Sono un’area paludosa di circa 300 ettari, all’interno della quale oggi crescono fiori, piante e ortaggi di ogni tipo. Vegetali che “colorano” un’ambiente già di per sé mozzafiato, vista la rete di canali che si districa per una lunghezza complessiva di 60 km. Ma da dove nasce tutto ciò? Qual è, in definitiva, la storia dei giardini galleggianti di Amiens?

Gli Hortillonnages di Amiens: 700 anni di "giardini galleggianti"

Esistono due versioni sulla nascita e lo sviluppo degli Hortillonnages di Amiens: una dai toni vagamente leggendari; l’altra più verosimile, supportata da fonti materiali e documenti storici. Togliamoci subito il dente della leggenda. Qualche amiénois potrebbe dirvi come la tradizione dei giardini galleggianti risalga addirittura all’epoca romana. Addurrebbe come motivazione il fatto che il termine franco hortillon – derivato a sua volta dal latino hortus – si riferisse alla pratica dell’orticultura. Tuttavia ad oggi non esistono prove a sostegno di questa tesi.

Invece è nel Medioevo che la storia dei Hortillonages di Amiens ha effettivamente inizio. Tra il XIV e il XV secolo, gli abitanti del luogo presero ad estrarre la torba dalle paludi, andando a mutare il panorama geoantropico tra le anse della Senna. Detta in termini semplici: la vecchia e malsana palude si trasformò in una rete ben organizzata di canali e terre ad alta fertilità.

Hortillonnages di Amiens primi anni del Novecento

Le famiglie del posto detennero a lungo la proprietà su questi appezzamenti di terra, consumando o vendendo al mercato quanto coltivato. In assenza di strade percorribili, gli unici mezzi con cui spostarsi furono le piccole imbarcazioni. Le medesime sulle quali oggi è possibile vedere turisti e visitatori compiere la traversata degli Hortillonages, anche solamente per osservare la maestosa fauna selvatica, adattatasi in un habitat certamente inusuale per una città delle dimensioni di Amiens.

Hortillonnages di Amiens mappa del XVI secolo

La prima cartografia di cui abbiamo traccia è del 1524 (visibile nella fotografia qui sopra). La mappa, assieme ad altri riferimenti documentari, suggeriscono in parte l’originale estensione dei giardini galleggianti. Un tempo essi si dipanavano per circa 10.000 ettari; oggi ne restano solo 300. Il fenomeno di progressivo abbandono e riadattamento a scopo industriale dell’area, verificatosi a partire dalla fine dell’Ottocento, ha colpito duramente l’animo bucolico degli hortillons.

Hortillonnages di Amiens vegetali sui canali

I locali non sono rimasti inermi di fronte alla minaccia. Nel 1975 il fotografo Nisso Pelosoff ha dato vita ad un’associazione di volontari per la salvaguardia e la tutela del patrimonio naturalistico rappresentato dagli Hortillonages di Amiens. Questa associazione è stata riconosciuta dalla giunta regionale come di “pubblica utilità” solo nel 1991. Grazie all’opera volontaria, i giardini ad est del capoluogo piccardo mantengono un aspetto quanto più fedele a quello delle origini, con tanto di mercati sull’acqua, attrattivi per chiunque metta piede nella splendida Amiens. Se passate da quelle zone, fateci un pensierino, non ve ne pentirete.