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Foto del giorno: renne a Murmansk

Foto del giorno: renne a Murmansk

Fotografia di Evgenij Anan’evič Chaldej, Murmansk, Lapponia, Unione Sovietica, estate 1941. Dei bombardieri sorvolano l’area di Murmansk, città portuale lappone, obiettivo di un’imponente offensiva congiunta tedesca e finlandese, tra l’agosto e il settembre del 1941. Una bomba esplode sulla cima di una vetta innevata, mentre lì, nelle immediate vicinanze, una renna assiste immobile all’opera distruttiva dell’uomo. La firma dello scatto è di Evgenij Chaldej, fotoreporter sovietico, dal 1941 al 1946 scelto come “fotografo ufficiale dell’Armata Rossa”.

Foto del giorno: renne a Murmansk

Renne e Bombardieri” è il titolo originale dello scatto fotografico in sovrimpressione. Un’istantanea dall’indubbia valenza simbolica: sconvolge il netto contrasto fra gli strumenti di morte che volano alti sui cieli lapponi di Murmansk e la natura sottostante, vittima collaterale della guerra, di tutte le guerre, drammaticamente rappresentata da una renna in primo piano. Tutto molto bello, peccato ci sia un “ma” grosso quanto una casa: la fotografia non è del tutto naturale.

Evgenij Anan’evič Chaldej fu un fotografo di incredibile talento e questo gli va riconosciuto. Delle volte, come egli stesso ammise in alcune interviste, ritoccava alcune sue immagini per renderle più coinvolgenti e poderose agli occhi dell’opinione pubblica. Uno degli scatti che finì per essere modificato in nome del “rafforzamento dell’energia del momento visivo” (parole sue) fu proprio quello della renna a Murmansk.

Murmansk Evgenij Chaldej

Accadde che, mentre si trovava fuori l’area urbana di Murmansk, nei pressi di una collina a nord del porto, con gli aerei tedeschi che effettuavano dei raid mirati, scattò una serie di fotografie a delle renne lì presenti. Si accorse di non aver catturato al meglio la tragicità del momento. Insoddisfatto del lavoro, ci mise mano successivamente, ottenendo per vie traverse il risultato tanto sperato. In che modo ci riuscì?

La renna che vedete in foto si trovava davvero di fronte a Chaldej, erano gli aerei a mancare all’appello. Così il fotoreporter li aggiunse manualmente in camera oscura, sovrapponendo immagini di velivoli su pellicola tramite tecniche di doppia esposizione. Era molto abile in questo tipo di operazioni, che padroneggiava sin dagli anni ’30. Molto probabilmente i velivoli che potete osservare in foto sono degli Hawker Hurricane britannici (i quali, fra l’altro, non erano neppure bombardieri, bensì caccia).

Murmansk renna foto ritoccata

Nel saggio biografico intitolato “Witness to History: The Photographs of Evgenij Chaldej”, scritto dai biografi Alexander e Alice Nakhimovsky e pubblicato nel 1997, anno della morte del fotografo, si può leggere della vera storia dietro lo scatto della renna a Murmansk. Così scrive il testo:

“Mentre erano in corso i bombardamenti, una renna uscì dalla tundra. Voleva stare con la gente. Le costruirono una baracca in cui vivere e le diedero un nome, Yasha. Ogni volta che suonava l’allarme, correva dai soldati: non voleva rimanere sola. Durante uno dei raid aerei, ho scattato questa foto. Nel 1944, quando la battaglia di Murmansk era finita, i soldati non sapevano cosa farne di lei. La caricarono su un camion e la riportarono nella tundra, pensando che si sarebbe unita ai suoi simili. Ma lei non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Corse dietro al camion più a lungo che poté”.