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Foto del giorno: la rivoluzione silenziosa de "Lo squalo"

Foto del giorno: la rivoluzione silenziosa de “Lo squalo”

Fotografia dell’agenzia Cordon Press, Martha’s Vineyard, Massachussetts, USA, 1974. Per gli amanti del cinema l’istantanea in sovrimpressione è sinonimo di rivoluzione cinematografica (e in un certo senso, sociale…). L’immagine immortala un gruppo di giovani bagnanti mentre vengono avvicinati da uno squalo, del quale notiamo solo l’iconica pinna dorsale. La carica visiva dello scatto è fortissima, la tensione si taglia con un proverbiale grissino. Si tratta di una ricostruzione cinematografica, estrapolata dal set del film “Lo squalo“. Eppure il realismo grafico della scena è tale da sembrare una vera documentazione fotografica di un attacco.

Foto del giorno: la rivoluzione silenziosa de "Lo squalo"

Dopo il 20 giugno 1975 il mondo del cinema non sarebbe stato più lo stesso. Usciva nelle sale americane una pellicola destinata a cambiare radicalmente il modo di fare cinema e di intendere la Settima Arte. Per la regia di un giovane Steven Spielberg, si proiettava Lo squalo, il film che rese il termine “blockbuster” – ovvero grandi produzioni dall’enorme impatto mediatico – di dominio universale.

Spielberg basò la trama del film sull’omonimo romanzo, scritto e pubblicato un anno prima dallo statunitense Peter Benchley. Fra l’altro quest’ultimo accettò di partecipare alla sceneggiatura dell’adattamento cinematografico, così da rendere l’opera filmica quanto più fedele alla controparte letteraria.

Lo squalo film 1975

Buona parte del girato vide come sfondo la ridente Martha’s Vineyard, isola statunitense a largo di Capo Cod, nel Massachussetts. Nel film il luogo prende il nome fittizio di Amity Island. Pacifico e quieto angolo dell’America nord-orientale, dove si vive di pesca e turismo balneare. A ribaltare la serena prospettiva ci pensa il protagonista assoluto della pellicola, uno squalo di dimensioni abnormi, che rappresenta una minaccia fatale e che suscita nient’altro che inquietudine e terrore.

Le riprese furono difficoltose, ma alla fine Lo squalo di Spielberg sbancò al botteghino, agguantando una marea di premi. Particolarmente prestigiosi furono quelli consegnati dall’Accademy di Hollywood: Oscar al miglior montaggio, miglior sonoro e miglior colonna sonora, magistralmente realizzata da un ispiratissimo John Towner Williams e che ancora oggi la maggioranza del pianeta ricorda con nostalgico turbamento.

Lo squalo Spielberg

E qui voglio azzardare una concisa, seppur doverosa, analisi. Che ci piaccia o meno, che siate affascinati o disgustati dalla tematica, Lo squalo di Spielberg segnò indubbiamente un’intera generazione. Le persone dal 1975 in poi entrarono in acqua con una consapevolezza totalmente diversa rispetto a quella di una volta. Non sono ragionamenti campati per aria. Esistono studi sociologi che, a partire dalla metà degli anni ’70 dello scorso secolo, documentano una generale diffidenza delle persone ad entrare in acque “potenzialmente” insicure. Tutto per via di un film, e che film!