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strumenti musicali

Strumenti musicali con ossa umane? Succede in Texas

Forse un po’ macabra come storia, ma un recente studio pubblicato sul Journal of Osteoarchaelogy ha rivelato come alcune tribù di nativi americani fossero soliti costruire strumenti musicali partendo da ossa umane. Accadeva migliaia di anni fa in quello che oggi è il territorio del Texas.

Il sound degli strumenti musicali con ossa umane

strumenti musicali
Crediti foto: @Matthew S. Taylor

A rianalizzare alcuni manufatti ossei umani trovati in diversi siti archeologici preistorici nel sud del Texas ci ha pensato il dottore Matthew S. Taylor, specialista in bioarcheologia. Nel suo studio ha esaminato un set composto da 29 ossa umane modificate, conservate presso il Texas Archaelogical Research Laboratory dell’Università del Texas, ad Austin.

Lo studio è stato reso possibile grazie al fatto che le tribù Comanche, Caddo, Mescalero e Kiowa, tutte con legami ancestrali con quella zona, non hanno rivendicato i resti in questione. Il set è formato principalmente da ossa lunghe, dunque quelle di braccia e gambe. Le ossa presentavano numerosi segni di taglio, vuol dire che erano state scarnificate intenzionalmente.

Dopo la scarnificazione, le ossa erano messe a essiccare e poi sottoposte a un procedimento che prevedeva l’incisione di un solco profondo sulla superficie dell’osso. Così indebolito, era poi possibile romperlo in due parti. A dire il vero pratiche similari relative alla modificazione di resti umani sono documentate anche in altre parti delle Americhe. Solo che nella zona meridionale del Texas non c’erano molti dati in merito.

Ma perché questi antichi nativi americani alteravano in tal modo le ossa? Solitamente fra le varie colture dei nativi americani, l’alterazione di resti umani è associata alla venerazione degli antenati o a trofei di guerra. Ma per il Texas meridionale non ci sono tantissime prove in merito.

cabeza de vaca
Crediti foto: @Ealmagro/ CC BY-SA 4.0

L’esploratore spagnolo Alvar Nunez Cabeza de Vaca, dopo un naufragio al largo della costa del Golfo nel 1528, parlò di un rituale dove alcune tribù erano solite onorare i defunti cremando le loro ossa, mescolando le ceneri con acqua e poi bevendo tale miscela.

Sappiamo anche per certo che nelle regioni a nord e ovest era abitudine prelevare simili trofei di guerra. Tuttavia lungo la costa del Texas meridionale mancano testimonianze dirette in tal senso.

Secondo il dottor Taylor, uno dei reperti più intriganti è un omero sinistro che qualcuno trasformò in uno strumento musicale noto come omichicahuaztli. In realtà strumenti come questo, solitamente realizzati con ossa umane o animali, sono note nelle culture mesoamericane.

strumenti aztechi
Crediti foto: @Gary Todd/Flickr/ Public domain

Lo strumento del Texas presenta 29 tacche incise e un motivo decorativo a zigzag. I segni di usura indicano che lo strumento era usato regolarmente. Probabilmente produceva suoni tramite lo sfregamento con un altro oggetto, forse un bastoncino o un altro osso. Il suono risultante sarebbe stato assai ritmico o ronzante, adatto anche per le cerimonie.

Secondo Taylor è possibile che le tradizioni delle civiltà del Messico abbiano influenzato quelle del Texas. Non sappiamo quanto e come, ma è certo che i cacciatori-raccoglitori del Texas conoscessero le civiltà a sud. Anzi: è possibile che ci fosse anche una vera e propria rotta commerciale che collegava gli altipiani del Messico con la parte sud-orientale degli Stati Uniti.