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Lo scandalo della torre di Nesle dietro il crepuscolo dei Capetingi

Lo scandalo della torre di Nesle dietro il crepuscolo dei Capetingi

Nel 1314 alla corte del re di Francia Filippo IV il Bello scoppiò uno scandalo senza precedenti nella storia della dinastia capetingia. L’episodio, noto come “scandalo della torre di Nesle” (in francese “affaire de la tour de Nesle”), ebbe pesantissime ripercussioni sul piano dinastico e politico, decretando l’inizio della fine del ramo diretto dei Capetingi sul trono francese. Si tratta di una storia estremamente popolare oltralpe, circolata altresì nel resto del continente, ispiratrice di opere letterarie, teatrali, in tempi più moderni persino seriali e cinematografiche. Un meticoloso approfondimento storico mi sembra più che dovuto, non credete?

Lo scandalo della torre di Nesle dietro il crepuscolo dei Capetingi

Lo scandalo della torre di Nesle è prima di tutto una controversia di carattere politico, e subito dopo amoroso; questo a detta della stragrande maggioranza degli storici medievisti interpellati. A fornire lo scenario perfetto all’affaire – per dirla alla francese, che fa sempre un certo effetto – ci fu la corte reale di Parigi, rotante attorno alla figura grandiosa e austera di Filippo IV, soprannominato dai coevi “il Bello”. Durante il suo regno (1285-1314) Filippo IV tentò in ogni modo possibile di rafforzare l’autorità e il prestigio del potere regio, tanto in patria quanto fuori dai confini del reame (dalle parti di Roma ne seppero qualcosa…).

Eppure gli sforzi compiuti in tal senso non risparmiarono al re grattacapi come la questione templare, risolta il 18 marzo 1314, o le difficoltà amministrativo-finanziarie degli ultimi anni di regno, che secondo alcuni cronisti esasperarono gli strascichi dovuti alla crisi familiare. Crisi che vide coinvolti tutti e quattro i figli viventi di Filippo IV. Questi, in ordine decrescente di età, erano:

  • Luigi, detto l’Attaccabrighe, poi salito al trono come re Luigi X di Francia.
  • Filippo, detto il Lungo, incoronato come Filippo V di Francia.
  • Isabella, andata in sposa ad Edoardo II d’Inghilterra.
  • Carlo, anche lui detto il Bello, divenuto re come Carlo IV di Francia.

Seguendo la consuetudine dell’epoca, i tre principi convolarono a nozze con tre dame dell’alta aristocrazia del regno. Nelle vene delle tre “fortunate” scorreva il nobile sangue borgognone e rispondevano al nome di Margherita (moglie di Luigi), Giovanna (moglie di Filippo) e Bianca (moglie di Carlo). Isabella si unì in matrimonio con il re d’Inghilterra per un fine prettamente politico, quello di allentare le tensioni fra le due corone in zone calde come l’Aquitania e le Fiandre. Le tre principesse di Borgogna portarono una ventata di freschezza alla corte di Francia, distinguendosi per eleganza, portamento e una certa dose di malizia. I pettegolezzi, come è ovvio che fosse, non si fecero attendere.

scandalo della torre di Nesle protagonisti vicenda

Passiamo ora al dunque dello scandalo della torre di Nesle. Le fonti individuano l’origine temporale dell’episodio tra il maggio e il luglio del 1313. Mesi in cui la coppia reale inglese, composta da Isabella e Edoardo II, si recò in visita a Parigi. Per l’occasione, la regina consorte Isabella consegnò dei doni a fratelli e cognate. A quest’ultime spettarono dei portamonete finemente decorati. Oggetti di un certo valore che non passarono inosservati. Anzi, saltarono proprio all’occhio di Isabella quando, inaspettatamente, se li ritrovò di fronte durante un banchetto celebrato a Londra per il ritorno. I portavalori della discordia ciondolavano sulle cinture di due cavalieri normanni, i fratelli Gauthier e Philippe d’Aunay. Indovinate cosa passò per la testa della regina Isabella…

Deducendo che i due uomini d’arme avessero avuto una relazione illecita con le nobildonne di Borgogna, informò segretamente papà Filippo IV della cosa. Nell’aprile del 1314 il re di Francia mise sotto inchiesta reale i cavalieri e le dame. La commissione investigativa confermò i sospetti di Isabella. Risultato? I magistrati preposti al caso accusarono Margherita, Giovanna e Bianca di aver bevuto, mangiato e aver commesso adulterio con i fratelli d’Aunay nella torre di Nesle. Da quest’ultima struttura, facente parte della cinta muraria voluta un secolo prima da Filippo II Augusto, prese il nome l’affaire.

scandalo della torre di Nesle principesse di Borgogna

In quel di Francia scoppiò il putiferio e il perché è presto intuibile. La morigeratezza della corte reale attentamente messa in piedi da Filippo IV il Bello crollò in un battito di ciglia. Gli scudieri accusati di lesa maestà confessarono sotto tortura. Ve lo dico io, per loro si prospettò una fine orribile: il 19 aprile 1314 furono condotti a Pontoise, evirati, sottoposti al supplizio della ruota, scorticati vivi, spennellati con del buon vecchio piombo incandescente, trascinati a cavallo e infine, classico fra i classici, decapitati. Subito dopo, il boia appese per le ascelle i corpi esanimi al patibolo.

Che ne fu delle principesse? I giudici scagionarono solo in parte Giovanna (si dice per intercessione dell’influente marito Filippo), accusandola di omertà ma non di adulterio. Il Parlamento di Parigi invece riconobbe il capo d’accusa per Bianca e Margherita. Re Filippo IV, al quale spettava l’ultima parola, optò per il pugno duro, volendo punire con durezza l’oltraggio alla corona. Margherita fu imprigionata nello Château-Gaillard e morì nel 1315, forse di malattia. Secondo alcuni invece fu uccisa per ordine del marito Luigi X, divenuto sovrano nel frattempo e intenzionato a risposarsi. Bianca rimase incarcerata per alcuni anni, salvo poi essere rinchiusa in convento.

scandalo della torre di Nesle opera letteraria

Come anticipato in apertura, lo scandalo della torre di Nesle ebbe un fondamentale risvolto storico per l’istituzione monarchica francese e, seppur indirettamente, per il prosieguo della storia europea. Luigi X, succeduto al padre Filippo IV, non aveva eredi maschi ma solo una femmina, anch’essa di nome Giovanna, tecnicamente erede al trono. Solo che la sua figura era invalidata dall’alone dell’adulterio. Un ottimo pretesto per ricorrere alla legge salica. Il codice sulla successione permise a Filippo V di succedere a Luigi X (scavalcando la povera Giovanna). Così come per gli stessi motivi permise a Carlo IV di succedere a Filippo V, in un turbinio dinastico letale per la Casa dei Capetingi. Consiglio vivamente una veloce occhiata all’albero genealogico qui sotto per avere un chiaro quadro della situazione.

scandalo della torre di Nesle albero genealogico

Nel 1328 re Carlo IV di Francia si spense e con lui si estinse il ramo principale dei Capetingi. I pari del regno che per motivi ben noti offrirono la corona al parente più prossimo al defunto monarca, Filippo di Valois. S’imponeva all’attenzione delle corti europee un piccolissimo problemino, una cosa da poco. La stessa legittimità, se non addirittura superiore, poteva rivendicarla Edoardo III d’Inghilterra, figlio di quella Isabella e di quel Edoardo II d’Inghilterra, in quanto unico nipote di Filippo V di Francia.

Quando nel 1337 Edoardo III avanzò le sue pretese alla corona che fu di Ugo Capeto, Filippo II Augusto, Luigi IX il Santo e Filippo IV il Bello, beh, scoppiò una guerra lampo, che nessuno ricorda, della quale non si sente mai parlare… Un conflitto che a fasi alterne durò più di un secolo, concludendosi solo nell’anno del signore 1453.