Le biografie dei più famosi dittatori sono costellate di aforismi e precetti a dir poco singolari. Uomini che si sono avvalsi della loro posizione preminente per veicolare messaggi più o meno condivisibili, anzi, più o meno comprensibili. Qualcuno oserebbe chiamarla “propaganda”, se non fosse che quest’ultima, valida ammaestratrice dei popoli, nei casi che elencherò qui sotto c’entra poco, se non addirittura nulla. Eccovi dunque 5 strambe affermazioni, uscite dalla bocca di personalità al limite fra il tragico e il grottesco; fautori di una spettacolarizzazione votata al mascheramento, all’occultazione della triste realtà socio-politica di cui loro sono causa e fine. Perché spesso si ride per non piangere, ma con molta più frequenza si piange perché ridere è impossibile.

1 – Kim Jong-il. Figlio di Kim Il-sung (il “Presidente Eterno” nordcoreano), Kim Jong-il ereditò da quest’ultimo il governo autoritario della Corea del Nord. Egli salì al potere nel 1994, in un momento di profonda crisi per la nazione. La guida del Paese durò fino al 2011 e si contraddistinse per durezza e ostinata repressività. Per 17 anni Kim Jong-il ha detenuto la segreteria del Partito del Lavoro di Corea, dando massima priorità all’esercito e al piano segreto di proliferazione nucleare. Il suo regime è considerato uno dei più oppressivi, spietati e criminosi che si sia mai imposto in età contemporanea.

Anche lui, come il padre (e come il figlio, Kim Jong-un), godette di un culto della personalità pressoché totale. Ciò, accostato alla sua passione per alcuni elementi caratteristici della cultura statunitense (come il basket, i musical di Broadway e le produzioni hollywoodiane), ha generato un ibrido sorprendente a dir poco. Nel 2000 Kim Jong-il ha affermato di aver inventato l’hamburger. Già, in Corea del Nord si è diffusa la notizia per cui il leader sarebbe stato il primo uomo a ideare un piatto composto da due fette di pane e della carne bovina nel mezzo. L’innovativo Gogigyeopbbang (lett. “doppio pane con carne”), identico ad un hamburger americano, non è divenuto tuttavia un piatto nazionale nordcoreano.
2 – Idi Amin Dada. Avendo un trascorso come cuoco e sottufficiale dell’esercito coloniale britannico ed essendo stato comandante supremo delle indipendenti forze armate ugandesi, Idi Amin Dada Oumee si sentì in dovere di assumere i pieni poteri nel gennaio del 1971. Non c’è bisogno di specificare come, vero? Dai, lo diciamo: con un colpo di stato. Il nostro nuovo presidente si autoproclamò Eccellenza, Presidente a vita, Feldmaresciallo Al Hadji Dottor Idi Amin, VC, DSO, MC, Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell’Impero britannico, in Africa in generale e in Uganda in particolare. Capito di che tipo di uomo stiamo parlando?

Sotto il suo regime ottennale (1971-1979) si assisté alle peggiori atrocità contro civili ed oppositori politici, ma anche ad una spregiudicata gestione economica e ad uscite pubbliche esilaranti, rese meno divertenti dai numeri del suo governo. Si stima, anche se è difficile trovare conferme in tal senso, che durante il suo mandato siano morte violentemente dalle 300.000 alle 500.000 persone. I deliri di grandezza del dittatore ugandese erano impressionanti. Uno su tutti: dopo aver rotto i legami diplomatici con Londra, si conferì da solo la dignità reale di Scozia. Perché proprio di Scozia? Perché sì.
3 – Yahya Jammeh. Nella lista delle 5 strambe affermazioni non poteva mancare Yahya Abdul-Aziz Jemus Junkung Jammeh, presidente e dittatore del Gambia dal 1994 al 2017. Un governo durato 22 anni senza opposizioni (chissà che fine hanno fatto…), in cui ogni strumento di repressione è stato valido e anzi opportuno. Tutto nella norma, insomma, fino al 2007. In quell’anno il leader gambiano affermò di aver ricevuto da Dio il mandato presidenziale e di aver trovato una cura erboristica per l’HIV. Le erbe miracolose sarebbero state indicate da Maometto. Mise in piedi un apposito programma, il PATP, per distribuire l’unguento alle erbe.

Dimostrò la sua validità anche attraverso show televisivi, in cui testava il prodotto su “volontari”. Jammeh non disse mai di quale erbe si componesse la pomata verde, ma – e questo è importantissimo nel caso qualcuno volesse cimentarsi nella cura – asserì come questa funzionasse solo il lunedì e il giovedì. Facendosi beffa delle condanne provenienti dalla comunità internazionale, il programma PATP è andato avanti in Gambia fino al 2016, anno in cui Jammeh ha perso le elezioni ed è fuggito in esilio in Guinea Equatoriale. Ah, si è portato dietro denaro e oggetti per un valore complessivo pari all’1% del prodotto interno lordo gambiano.
4 – Vladimir Putin. Non credo ci sia bisogno di spiegazioni. Putin lo conosciamo, così come abbiamo ben presente il carattere introverso dell’uomo che dal 2000 è al vertice della Federazione Russa, tramutata in un’autocrazia che è divertente definire zarista. Si conoscono altrettanto bene le gesta che l’ex KGB ha compiuto negli anni a fini propagandistici. Per fornire una certa immagine di sé ha cavalcato orsi, pescato munito delle soli mani e cacciato a torso nudo.

Nel 2012 si è addirittura arrogato la responsabilità di aver insegnato a volare ad alcune (poche a dire il vero) gru bianche siberiane. Il nostro umile presidente indossò una tuta bianca, salì su un deltaplano e a bordo di esso assisté il volo di alcune gru nate in cattività e dirette in India per via della stagionale rotta migratoria. Dei sei esemplari scelti per l’attività, solo uno sembrò seguire Putin nel volo. Egli giustificò la scarsa partecipazione dei volatili dando la colpa ai “forti venti” incontrati. Ok, Vladimir.
5 – François Duvalier. Tra le 5 strambe affermazioni, questa forse è la più stravagante in assoluto. Dal 1957 al 1971 Haiti ha avuto per presidente François Duvalier, noto ai più come Papa Doc. Mentre negli anni ’60 portava a termine la sua deriva autoritaria, dichiarandosi portavoce del popolo nero haitiano, a lungo sfruttato dall’élite mulatta di origine coloniale francese, Papa Doc si attribuì poteri ultraterreni.

Affermò di essere l’incarnazione di uno spirito Vodou, tale Barone Samedi, e di doverne compiere il volere. Asceso alla presidenza, iniziò a vestire completamente di nero, abbassò il tono della voce e a più riprese dichiarò pubblicamente la sua “natura immateriale“. Il Barone Samedi, secondo il misticismo Vodou, è giudice di vita e di morte. Beh, Duvalier si immedesimò alla perfezione, vista la disinvoltura con cui condannò alla pena capitale tutti coloro che non risultarono allineati alla sua visione politica.