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393 d.C., gli ultimi Giochi olimpici antichi

I Giochi olimpici antichi, modello per quelli odierni, costituivano anche nel mondo greco-romano un appuntamento imperdibile. Secondo la tradizione, la prima olimpiade si tenne nel 776 a.C., anno da cui i Greci cominciavano a contare il tempo. L’ultima, invece, si svolse nel 393 d.C., quando furono vietate dall’Imperatore romano Teodosio I. Ma perché dopo dodici secoli calò il sipario su un evento sportivo tanto glorioso e seguito? Per comprenderlo, è bene volgere uno sguardo al contesto storico.

Teodosio I divenne salì al trono nel 378 d.C. A quel tempo, l’Impero Romano era governato da una triarchia. I fratelli Graziano e Valentiano II (un bambino di 7 sette anni) amministravano le provincie occidentali, mentre loro zio Valente governava quelle orientali. Siccome Valente era morto durante la celebre Battaglia di Adrianopoli contro i goti di Fritigerno, Graziano aveva chiamato Teodosio a sostituirlo, dato la troppo giovane età di Valentiniano II. Teodosio regnò fino al 395 d.C., prima con Graziano e Valentiniano II e poi da solo. Alla sua morte gli successero i figli Arcadio, in oriente, e Onorio, in occidente, determinando la scissione della compagine imperiale romana in Impero d’Oriente e Impero d’Occidente.

L’atto sicuramente più significativo di tutto il suo regno fu l’Editto di Tessalonica del 380 d.C., con il quale il Cristianesimo diveniva la religione ufficiale dell’Impero Romano. Questo atto determinava un ribaltamento dei rapporti fra mondo cristiano e pagano. I Cristiani, infatti, ai quali solamente nel 311 d.C. era stata riconosciuta la libertà di culto dall’Imperatore Galerio, passavano da essere perseguiti a persecutori.

Proprio in ossequio alla volontà di estirpare il vecchio credo politeista, Teodosio decise la soppressione delle Olimpiadi. Erano infatti considerate un’istituzione eccessivamente connessa a quel mondo pagano di cui l’Impero voleva ripulirsi. Dopo dodici secoli di gloriosi agoni fra i migliori atleti del mondo greco prima e greco-romano poi, terminava per questa assurda ragione la stagione delle Olimpiadi antiche.