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Immagine di fantasia di Giustiniano II

L’imperatore romano senza naso: la storia di Giustiniano II

La millenaria cronotassi degli imperatori romani comprende anche personaggi dalle vicende biografiche alquanto bizzarre. Uno di questi è senza dubbio Giustiniano II, che regnò dal 685 al 695 e poi di nuovo dal 705 al 711 passando alla storia con il soprannome di rinotmeto, in greco “dal naso mozzato”.

Immagine di fantasia di Giustiniano II

Giustiniano nacque nel 669. figlio dell’imperatore Costantino IV e della di lui moglie Anastasia. Essendo il primogenito, fu associato al trono dal padre nel 681 nel deliberato scopo di assicurare una successione senza intoppi. Giustiniano ereditò un impero rafforzato dalla prima importante vittoria contro gli Arabi nell’assedio di Costantinopoli del 674-678 e perciò adottò una politica estera aggressiva.

Approfittando della guerra civile che imperversava nel mondo islamico, la cosiddetta “seconda fitna”, nel 692 Giustiniano II riuscì ad imporre al califfo un trattato di pace assai favorevole, che consegnava al pieno controllo romano l’Armenia, l’Iberia Caucasica e l’isola di Cipro, dapprima sottoposti ad un codominio romano-arabo, e che imponeva a Damasco il pagamento di un copioso tributo a Costantinopoli.

Tuttavia, nello stesso periodo Giustiniano iniziò a coniare monete d’oro contrassegnate dal busto di Cristo, cosa che sconcertò il Califfo, tenuto a pagare il tributo in monete bizantine. Pertanto, Abd al-Malik versò l’ammontare stabilito dal trattato ma in monete auree prive dell’effige di Cristo, cosa che offese parecchio Giustiniano tanto da indurlo a muovere guerra al califfato.

Rinfrancato dai recenti successi e dall’arruolamento di 30.000 soldati slavi catturati durante alcune campagne nei Balcani, l’imperatore era convinto di ottenere una facile vittoria. Ma si sbagliava di grosso. Proprio i nuovi soldati slavi disertarono consegnando la vittoria agli Arabi, i quali rioccuparono l’Armenia e iniziarono nuovamente a razziare l’Anatolia orientale. Giustiano reagì addossando le colpe al generale Leonzio, che fece imprigionare.

Monetazione di Giustiniano II che provocò la guerra contro gli Arabi

Nel tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalla disfatta, organizzò un concilio ecclesiastico a Costantinopoli. Vi presero parte solamente vescovi orientali e quindi si assistette esclusivamente alla codificazione di forme liturgiche orientali: il Papa, ovviamente, non riconobbe l’esito del concilio.

Giustiniano II ordinò all’esarca d’Italia di arrestare il pontefice, ma l’esercito si rifiutò di obbedire, segnando quindi un importante frattura con le province italiche. L’imperatore tentò poi di guadagnarsi la fiducia del popolo della capitale con l’avvio di lavori pubblici finanziati da nuove imposizioni alla classe ricca di Costantinopoli, cosa che ovviamente gli alienò il sostegno dell’aristocrazia cittadina.

Intorno a Giustiniano si coagulò un malcontento che sfociò in un complotto per deporlo. Quando, nel 695, l’imperatore liberò Leonzio nel tentativo di placare la crescente impopolarità, i cospiratori sobillarono una rivolta e proclamarono imperatore Leonzio. Invece di ucciderlo, Leonzio fece tagliare il naso a Giustiniano e lo spedì in esilio a Cherson, città della Crimea meridionale. Quella delle mutilazioni fisiche era una pratica assai comune a Bisanzio, dato che si riteneva che una persona con problemi psichici o fisici non fosse in grado di governare.

Tuttavia, anche Leonzio seguì la medesima sorte del predecessore. Dopo aver assistito alla conquista araba di Cartagine, finì deposto nel 698 dal generale Apsimaro, che una volta vestita la porpora imperiale assunse il nome di Tiberio III. Giustiniano, invece, riuscì a fuggire dal suo esilio in Crimea riparando nel Khanato dei Cazari, dove prese in moglie la figlia del Khan.

Quindi si spostò nel territorio dei bulgari, insediati lungo il Danubio, convincendo il loro capo Tervel a sostenerlo nella sua riconquista del trono in cambio di alcuni territori in Tracia. Il piano di Giustiniano riuscì: nel 705 rientrò a Costantinopoli attraverso i condotti dell’acquedotto e cinse nuovamente la corona imperiale sul capo. La leggenda vuole che avesse preso ad indossare un naso d’oro massiccio per ovviare alla mutilazione fisica subita dieci anni prima.

Mosaico raffigurante Giustiniano II

Il secondo regno di Giustiniano II, però, durò ancora meno di quello precedente. Non riuscì a conquistare il favore popolare, soprattutto in virtù della violenza scatenata contro ci aveva appoggiato Leonzio e Tiberio III. Nel 711 divampò una ribellione in Crimea su probabile istigazione di coloro che erano stati condannati all’esilio da Giustiniano. Uno di questi, infatti, il generale armeno Bardane, ottenne la proclamazione ad imperatore da parte dei rivoltosi con il nome di Filippico. Giustiniano inviò in Crimea una poderosa flotta, ma i soldati si ammutinarono e si unirono all’usurpatore.

Filippico conquistò facilmente Costantinopoli, agevolato dalla popolazione della capitale e dal fatto che Giustiniano si trovasse in Anatolia a combattere gli Arabi. Giustiano marciò frettolosamente sulla capitale, ma fu abbandonato anche dall’esercito imperiale. Filippico non commise l’errore di Leonzio e ordinò l’assassinio di Giustiniano e del di lui figlio Tiberio. Si chiudeva dunque nel sangue la bizzarra vicenda dell’imperatore che regnò senza naso, Giustiniano II il Rinotmeto.