Storia Che Passione
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La falsa copia della Magna Carta di Harvard a quanto pare non era poi così falsa

David Carpenter, professore di Storia medievale presso il King’s College di Londra, non ha dubbi: la falsa Magna Carta conservata nella biblioteca della Harvard Law School non è falsa. Si tratta in realtà di una versione originale, probabilmente l’ultima siglata da re Edoardo I.

La non più falsa versione della Magna Carta di Harvard

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Crediti foto: @Arthur C. Michael, Public domain

David Carpenter nel 2023 si stava dilettando nel consultare le collezioni online della Harvard Law School. Scrollando qua e là, la sua attenzione era ricaduta su un dettaglio assai strano. C’era un manoscritto che era descritto come un’edizione del 1327 della Magna Carta, “un po’ rovinato e macchiato di umidità”.

Incuriosito, si era messo a sfogliare le scansioni online, notando alcuni dettagli che, ben presto, lo convinsero che quella non era una qualche riproduzione standard postuma. No, quella conservata ad Harvard era sospettosamente simile a una delle versioni originali della Magna Carta, più precisamente quella del 1300. Quella fu l’ultima versione ufficialmente siglata da re Edoardo I.

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Crediti foto: @Lorin Granger/ Harvard Law School

La storia della Magna Carta è alquanto particolare. Quella originale, la prima in assoluto, è quella del 1215 firmata da re Giovanni. Nella storia del diritto occidentale la Magna Carta è una pietra miliare: fu la prima a enunciare il principio secondo il quale nessun individuo, neanche un re, può sottrarsi alla legge.

Tuttavia nel corso del secolo successivo, un monarca inglese dopo l’altro, si affrettò a rifare una sua edizione del documento. E quella del 1300 fu l’ultima edizione realizzata per volere dei reali.

Ovviamente il governo inviò nelle varie contee inglesi diversi duplicati, ma ad oggi, di quelle versioni originali realizzate fra il 1215 e il 1300, ne esistono solamente 24. E di queste, solamente sei risalivano al 1300. Almeno fino a oggi.

Harvard si accaparrò il manoscritto in questione nel 1946, pagandolo circa 460 dollari al cambio attuale. All’epoca si pensava che fosse una copia risalente al 1327. Così il documento rimase a languire nell’oblio della biblioteca giuridica per decenni. Questo almeno fino all’arrivo dell’occhio di falco di Carpenter.

Esaminando le varie versioni, mettendo a confronto quella di Harvard con quelle del 1300 e analizzando il tutto con diverse tecniche di imaging ecco che è saltato fuori che Carpenter aveva ragione: il manoscritto di Harvard non era una copia, era una versione originale del 1300.

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Crediti foto: @Public domain

Probabilmente il documento apparteneva ad Appleby, un borgo parlamentare che si trovava nel nord dell’Inghilterra, ma che ormai non esiste più. Probabilmente il manoscritto passò dai proprietari terrieri Lowther a Thomas Clarkson, un famoso abolizionista del XVIII secolo. Da lui poi passò di mano in mano a diversi eredi, fino ad arrivare a Forster Maynard, un asso dell’aviazione durante la Prima Guerra Mondiale.

Fu lui a venderlo a un mercante londinese nel 1945 e nel 1946 fu Harvard a comprarlo. Non si sa ancora quale sia il valore economico di tale manoscritto. Considerate che una Magna Carta del 1297 è stata venduta all’asta nel 2007 per 21,3 milioni di dollari. Ma si tratta di domande oziose: Harvard non ha nessunissima intenzione di vendere la sua Magna Carta.