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rappresentazione donazione di costantino

La donazione di Costantino, il falso più famoso della storia

Nel XIII secolo, un documento iniziò a circolare nei corridoi del potere dell’Europa continentale. Il documento si intitolava ”Donatio Constantini”, la Donazione di Costantino. Il documento affermava che Costantino, l’imperatore romano del IV secololo, lo avesse redatto e autorizzato. Esso dava istruzioni sulla scelta del successore alla guida di Roma, ovviamente dopo la sua morte. Il suo potere e la sua autorità, in pratica la struttura politica dell’Impero Romano d’Occidente, sarebbero passati alla Chiesa cattolica di Roma. In un colpo solo, questo documento diede alla Chiesa cattolica e al Papa l’autorità politica che avevano a lungo desiderato. Il Papa sarebbe diventato capo dell’Impero Romano. Questo documento, però, non può che essere falso.

rappresentazione donazione di costantino

La Donazione di Costantino aveva come scopo quello di convincere Pipino il Breve, re dei Franchi, a cedere a Papa Stefano II le terre che conquistate ai Longobardi. La chiesa espose il documento anche a Carlo Magno e a molti altri monarchi europei, finché non si dimostrò che si trattasse di un falso, dal celebre studioso e umanista Lorenzo Valla. Gli studiosi e gli storici non sono sicuri sulla datazione della Donazione di Costantino. Probabilmente il documento si deve datare tra il 751 e il 756 d.C.. Il documento deve risalire allo stesso periodo in cui Pipino il Breve governava sui Franchi. Da loro conservato fino a quando Pipino stesso non si convinse a farne una propria versione, la “Donazione di Pipino”.

dipinto donazione di costantino

Molte generazioni di governanti non misero in dubbio la legittimità del documento. La Donazione di Costantino rimase indiscussa fino al regno del Sacro Romano Imperatore Ottone III. Tutti consideravano autorevole quel documento, fin quando Nicola di Cusa, scrittore e filosofo, non lo mise in discussione per la prima volta, nel 1400. La tesi della falsificazione fu infine dimostrata dallo studioso Lorenzo Valla. Nonostante si trattasse di un falso, fu un documento centrale nella strategia politica della chiesa per la sua espansione, rendendola uno dei poteri principali che nel corso del medioevo si contesero l’autorità in Europa.