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il cappellaio matto che forse tanto matto non era

Il Cappellaio Matto, che forse tanto matto non era

Se il termine ”matto come un cappellaio” è divenuto famoso, lo dobbiamo sicuramente allo scrittore Lewis Carrol con il suo libro Alice in Wonderland ed uno dei protagonisti principali, il Cappellaio Matto. In realtà, questo modo di dire, era già molto utilizzato in Gran Bretagna, insieme ad altri come ”pazza come una gallina bagnata” o ”pazzo come una lepre di marzo”.

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Come si può evincere, molto spesso i modi di dire presentano un collegamento logico con la realtà circostante. L’industria dei cappelli durante i primi decenni del ‘700 subisce una trasformazione. Viene introdotto l’utilizzo del mercurio, elemento in grado di accelerare i tempi di lavorazione di feltro ed abbassare i costi di produzione. Questo avviene prima in Francia, successivamente anche la Gran Bretagna adotta questo metodo.

cappellaio matto industrie

Durante la lavorazione i cappellai immergevano le pelli di piccoli animali, come conigli, lepri o castori, in una soluzione di nitrato di mercurio. In questo modo riuscivano a separare in maniera molto più semplice il pelo dalla pelle. Sia nella prima fase, quella dell’immersione, che nella seconda, della separazione, entravano in contatto con l’elemento tossico. Inoltre, mettevano a bollire il pelo compattato dal mercurio in acqua, dove avevano disciolto prima degli agenti chimici per farlo infeltrire. Anche la sagomatura del feltro e la successiva rifinitura non erano manovre esenti da rischi.

Dopo questo cambio di rotta dell’industria, iniziano ad esserci i primi problemi: gli operai non raggiungevano i 50 anni di età e i loro bambini morivano prima dell’infanzia. Se non morivano, i problemi erano altri. Tremolio delle mani, una colorazione arancione della pelle e dei capelli, un comportamento stravagante e instabile. Forse proprio da quest’ultimo punto è nato il detto ”matto come un cappellaio”.

cappellaio matto cilindro

Questa sindrome, però, non colpiva chi indossava i cappelli. Il motivo è semplice: non entravano in diretto contatto con il feltro tossico. Forse questo spiega anche perchè il mercurio continuò ad essere utilizzato nonostante la sua pericolosità, nota fin dal ‘700. Solo agli inizi del ‘900 i governi di Francia, Gran Bretagna e Russia decisero di mettere fuori legge l’uso del mercurio nell’industria tessile. Gli Stati Uniti, invece, lo fecero solo nel 1941. Decisione presa solo perché il mercurio in quel momento era indispensabile all’industria bellica.

Nonostante siano conosciuti i rischi (e la tossicità) legati all’utilizzo del mercurio, c’è chi, pur di seguire l’idea di un maggior profitto, è disposto a mettere in pericolo la propria vita nonché quella degli altri.