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Foto del giorno: un cumulo di macerie chiamato Reichstag

Foto del giorno: un cumulo di macerie chiamato Reichstag

Fotografia di Jupp Darchinger, Berlino Ovest, Repubblica Federale di Germania, 1958. Così appariva il Reichstag, sede del parlamento del Reich tedesco dal 1894 al 1945, alla fine degli anni ’50, dopo l’abbandono, l’incuria e la distruzione provocata dalle ultime fasi della Seconda guerra mondiale: un cumulo di macerie, e poco più.

Foto del giorno: un cumulo di macerie chiamato Reichstag

Finita la guerra, il Reichstag era una sorta di struttura monumentale mutilata. Un edificio svuotato, annerito dal fuoco e forato dai proiettili di piccolo come di grande calibro; il simbolo al contempo di un impero, della crisi democratica in Germania e dell’ascesa nazionalsocialista.

Dal 1933, anno del celebre incendio che ne aveva devastato l’interno, il parlamento non vi si era più riunito. Per 12 anni di dittatura, le superflue sedute del Reichstag si erano svolte nel Teatro dell’Opera Kroll, mentre il grande edificio di Paul Wallot rimaneva un guscio sempre più fatiscente. E quando nel 1945 l’Armata Rossa lo utilizzò come bersaglio simbolico, il destino dell’edificio sembrò definitivamente segnato.

Reichstag foto del 1900

Nel dopoguerra il Reichstag non aveva alcuna utilità pratica. Berlino era una città divisa, e la giovane Repubblica Federale Tedesca aveva stabilito la capitale provvisoria a Bonn. Il palazzo, ridotto a un groviglio di murature, travi contorte e finestre sventrate, sembrava destinato alla demolizione. Tuttavia, il suo valore simbolico era troppo grande per essere cancellato senza dibattito. Nel 1956, dopo lunghe discussioni politiche e culturali, prevalse la convinzione che il Reichstag dovesse sopravvivere. Ma non come monumento trionfalistico, piuttosto come testimonianza della storia tedesca nella sua complessità.

La decisione fu dunque quella di restaurarlo. Non integralmente, sia chiaro. Gli operai buttarono giù la celebre cupola del 1894, ormai irrimediabilmente danneggiata. Si optò per un restauro minimo, volto a stabilizzare l’edificio più che a riportarlo all’antico splendore. Prima dell’opera restauratrice, il fotografo Josef Heinrich Darchinger , meglio conosciuto come Jupp Darchinger, ne immortalò l’aspetto trasandato; il risultato ultimo di decenni di trascuratezza ed eventi deteriori.

Reichstag dopo la battaglia di Berlino

Fu soltanto dopo la riunificazione tedesca che il Palazzo del Reichstag tornò davvero al centro della scena. Nel 1991 il Parlamento decise che Berlino sarebbe tornata capitale e che il Reichstag sarebbe diventato la sede del Bundestag (l’odierno parlamento tedesco). Da quel momento, si riabilitò il palazzo per rappresentare una Germania nuova e democratica.

Nel 1994 iniziò così un restauro radicale, diretto dall’architetto britannico Norman Foster. Le prime fasi furono drastiche: l’edificio venne quasi completamente sventrato. Tutto ciò che era stato aggiunto negli anni ’60 fu eliminato, insieme agli interni compromessi dalla guerra. Rimasero in piedi solo le possenti facciate ottocentesche, come una sorta di grande reliquia muraria.

Reichstag oggi

La parte più spettacolare dell’intervento fu l’aggiunta di una nuova cupola in vetro e acciaio, progettata da Foster come omaggio modernista alla cupola ottocentesca perduta. Dove prima c’era un elemento decorativo monumentale, ora vi era un simbolo di trasparenza: la cupola è attraversabile dai visitatori e consente di osservare dall’alto l’aula plenaria del Bundestag, sottolineando il principio che il potere politico deve essere sotto lo sguardo dei cittadini. Nel 1999, Berlino celebrò la ricostruzione. Il 19 aprile, il Bundestag si riunì nell’edificio restaurato per la prima volta dalla fine della Repubblica di Weimar.