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Foto del giorno: salvataggio sul Pit River Bridge

Foto del giorno: salvataggio sul Pit River Bridge

Fotografia di Virginia Schau, Redding, contea di Shasta, California, USA, 3 maggio 1953. In modo abbastanza conciso si diede il titolo “Rescue on Pit River Bridge“, letteralmente “Salvataggio sul ponte del fiume Pit”, ad una delle fotografie più iconiche del secondo dopoguerra; uno scatto che ha fatto la storia del fotogiornalismo e che riuscì a vincere il prestigioso premio Pulitzer nel 1954. La scena parla da sola: è la cattura in immagine di un tentativo disperato, di uno sforzo comune per negare la morte di un camionista. Ma questa è anche la storia di come una fotografa dilettante, per di più donna – dettaglio non da poco a quei tempi – riuscì ad agguantare il meritato riconoscimento internazionale.

Foto del giorno: salvataggio sul Pit River Bridge

Quel giorno, quel 3 maggio 1953, lungo il Pit River Bridge, un viadotto che attraversa il lago Shasta, nei pressi di Redding, California, un autoarticolato perse il controllo. Alla guida c’era Paul Overby; al suo fianco il collega e amico Hank Baum. Il mezzo sfondò il guardrail e rimase sospeso nel vuoto. Ne risultò un momento si massima sospensione, terribilmente concreto se posso aggiungere. La motrice, con la cabina appesa per miracolo, penzolava a decine di metri d’altezza, mentre il rimorchio restava sul ciglio del ponte.

Immaginate essere Paul in quel momento. Immaginate il terrore che prende possesso del vostro corpo, il panico che sostituisce il sangue. Alcuni automobilisti di passaggio si fermarono per prestare soccorso, improvvisando un salvataggio disperato con corde e cinghie. Mentre issavano lentamente Overby verso la sicurezza, la cabina prese fuoco. Pochi minuti dopo il salvataggio dei camionisti, la cabina cedette e precipitò nel vuoto, schiantandosi sulle rocce sottostanti.

Pit River Bridge fotografia 1953

Virginia Schau si trovava lì per caso. O meglio, si trovava nei paraggi per trascorrere un po’ di tempo col marito, in una di quelle classicissime gite domenicali. Munita di una macchina fotografica Kodak Brownie – una semplice fotocamera a rullino di enorme diffusione amatoriale – riuscì a catturare l’istante decisivo in cui uno dei soccorritori tirava su l’autista con una corda.

L’immagine, potente nella sua immediatezza e drammatica composizione, fu inviata all’Associated Press, che ne riconobbe subito la forza visiva e simbolica. Elementi che si traducevano in vivido coraggio, in solidarietà improvvisata, in una già citata tensione tra vita e morte. Tematiche potenti, anzi, potentissime, condensate in un fotogramma.

Pit River Bridge città di Redding, California

Nel 1954, questa fotografia valse a Virginia Schau il Premio Pulitzer per la fotografia, rendendola la prima donna (la seconda persona non professionista) a ottenere il riconoscimento. La giuria del premio sottolineò come la potenza dello scatto derivasse non da una costruzione tecnica o estetica studiata, ma dall’autenticità assoluta dell’istante. Si trattava di un perfetto equilibrio di azione, emozione e composizione, colto da chi, pur non essendo fotoreporter, seppe vedere e reagire nel momento giusto.