Fotografia di Charles Marville, Avenue du Maine, Parigi, Francia, 1865 circa. Nella foto del giorno potete vedere un ragazzo in piedi vicino a un lampione e a un pissoirs, il tipico bagno pubblico francese in voga dalla metà del XIX secolo (ma di cui alcuni esemplari esistono ancora oggi). Realizzati in varie forme, fogge e dimensioni, probabilmente erano tutti accomunati da una caratteristica: l’odorino non proprio soave che aleggiava attorno.
I pissoirs, i bagni pubblici francesi

Diciamo che la Parigi del XIX secolo non era certo famosa le fragranze cittadine. Spazzatura e sterco di cavallo sparsi ovunque contribuivano a genere un tanfo micidiale. E non aiutava il fatto che chiunque fosse per strada, se aveva urgenza di andare in bagno, semplicemente s’arrangiava, facendola dove capitava.
La storia dei bagni pubblici è lunga e articolata. Ma a fine Ottocento, il prefetto della città Rambuteau decise di prendere in mano la situazione e ordinò che fossero costruiti degli orinatoi pubblici. In un discutibile slancio di creatività ecco che quei primi orinatoi erano in pratica delle strutture di aspetto fallico, dotate di tubature che permettevano alla popolazione maschile parigina di urinare con un minimo di dignità.

Solitamente avevano una forma cilindrica ed erano realizzate in muratura. Su un lato della strada erano aperte e sull’altro lato e in cima erano riccamente decorate in modo da dissimularne lo scopo. Inizialmente le chiamarono “colonne Rambuteau”, ma il prefetto non era proprio lieto del fatto che il suo nome fosse associato in secula seculorum a degli orinatoi. Per questo motivo suggerì il nome di “vespasiennes”.
In Italia in realtà già gli antichi Romani avevano creato degli orinatoi similari. Il termine vespasiano derivava dall’imperatore Tito Flavio Vespasiano che, nel I secolo d.C., impose una tassa sui vespasiani e sull’urina in essi raccolta. Fra l’altro tali residui organici erano poi usati per lavare e smacchiare i vestiti.
In generale, gli orinatoi da strada in Francia erano chiamati vespasiani, così come da noi. La parola francese pissoir, invece, rimase in uso in altri paesi. Ovviamente questa prima soluzione non garantiva una privacy assoluta. Certo, la parte centrale del corpo non era visibile, incluse le parti intime, ma testa e piedi lo erano. Inoltre immaginate l’odore che permeava l’aria intorno a tali orinatoi. Ma almeno il resto delle strade di Parigi divenne ben presto libero da urine e feci…

Successivamente, il barone Haussmann, nella sua opera di ristrutturazione della città, decise di creare altri modelli di orinatoi. Ci furono modelli in ghisa, altri con posti che andavano da due a otto, ma lasciavano ancora visibili testa e piedi. Le colonne Rambuteau vennero dotate di paraventi, mentre si costruirono anche orinatoi più chiusi, che ricordano quasi delle piccole cappelle.
Tuttavia anche questi nuovi modelli erano riservati a uso esclusivo degli uomini. A dire il vero si era pensato di costruire dei bagni anche per le donne, ma l’idea venne scartata in quanto avrebbero occupato troppo spazio.
Considerate che negli anni Trenta, nella sola Parigi, c’erano 1.230 pissoirs. Quello fu l’apice della loro popolarità. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Resistenza francese li usava come luoghi d’incontro: qui potevano parlare in segreto o lasciare messaggi di nascosto.
Tuttavia la loro fortuna era in calo e nel 1966 a Parigi ne erano rimasti solo 329. Dal 1980, poi, i pissoirs storici furono sostituiti con le più nuove e tecnologiche Sanisette, bagni datti sia agli uomini che alle donne e autopulenti. Nel 2006, poi, rimaneva in piedi solo uno dei pissoirs storici, quello di Boulevard Arago.