Fotografia di Lewis Wickes Hine, Stati Uniti d’America, 1920. Muscoli e meccanica, l’intreccio dell’uomo con la macchina, un connubio alienante e salvifico al contempo. Lewis Hine catturò queste sensazioni, dogmi della scienza sociale ed economica, con una singola, immortale fotografia. Questa è la sua storia.

La fotografia ha un titolo, ovvero “Meccanico di una centrale elettrica al lavoro su una pompa a vapore” (dall’originale inglese “Power house mechanic working on steam pump”). Sono diversi gli elementi che saltano immediatamente all’occhio, proprio in virtù del linguaggio fotografico adottato da Hine in quasi ogni sua opera, quella della “fotografia diretta”, se preferite “straight photography“.
Partendo dal soggetto: un operaio intento a lavorare su un’enorme pompa a vapore all’interno di una centrale elettrica. L’uomo è piegato in avanti, mostra una corporatura muscolosa e porta una tuta da lavoro senza maglietta sotto, enfatizzando la fisicità del lavoro industriale. L’ambiente è dominato da macchinari pesanti e tubature, tipici delle centrali elettriche di inizio Novecento.

Il giovane con la chiave inglese fra le mani è ricurvo, raccolto su se stesso, come se la macchina fosse un grembo materno, ragione di vita e di morte. I macchinari, per l’appunto, scandiscono la quotidianità lavorativa del soggetto. Egli tuttavia cerca di svincolarsi da questo abbraccio metallico, lotta e contesta il primato dell’acciaio. Come? Tendendo i muscoli, dimostrando attenzione e tenacia, esprimendo il puro concetto del lavoro umano.
È come se Hine si concentrasse su una rappresentazione dignitosa del lavoratore, sottolineandone la forza, la competenza e la concentrazione. L’operaio viene quasi mitizzato, reso una figura eroica. La tematica è ampia e abbraccia diversi campi del sapere. Certo è che in quel primo ventaglio di Novecento, il rapporto uomo-industria era sulla bocca di tutti.

Ma qui non si sottovaluta il tocco artistico offerto da un padre della fotografia quale Lewis Wickes Hine fu. Si può dire tanto sull’estetica e la composizione fotografica. Toccante è la consapevolezza con cui Hine sfrutta i contrasti di luci, la curvatura dei tubi, la postura ricercata del lavoratore; elementi che creano una struttura quasi scultorea, in grado – secondo il mio parere, come quello di molti altri – di parlare la sublime lingua del classicismo.
Muscoli e meccanica sono la massima esaltazione dell’opera fotografica. Opera che porterà Hine ad essere ingaggiato dal governo federale per documentare progetti pubblici durante l’epoca del New Deal. Il fotografo si spense nel 1940, lasciando in eredità una collezione di scatti storici di inestimabile valore culturale. Tracce di un’epoca così lontana eppure così stranamente vicina.