Fotografia degli Archivi Spaarnestad, Heemskerk, Paesi Bassi, 1931. Un gendarme multa un bagnante per il suo vestiario “non adeguato” e per la sua “indecenza“. La scena è apparentemente grottesca per chi la guarda con gli occhi del XXI secolo. Lo scenario era in realtà espressione di determinate norme morali e di ordinanze municipali che regolavano in modo estremamente rigoroso la decenza nell’abbigliamento da spiaggia. Esisteva dunque un codice da rispettare, e di quelle norme voglio parlarvi quest’oggi, prendendo spunto dalla “simpatica” fotografia in sovrimpressione.

Tra Ottocento e primo Novecento, il modo di usufruire delle spiagge cambiò radicalmente. Prima erano luoghi riservati a pochi eletti, per lo più aristocratici. Eppure con l’ascesa delle classi medie e del turismo balneare di massa (soprattutto a partire dal primo dopoguerra), le autorità locali si trovarono a dover gestire un nuovo problema. Come permettere la convivenza fra il desiderio di svago e i rigidi codici morali di un tempo?
Allora, per rispondere a questa domanda, è bene ricordare come in quasi tutte le nazioni europee di allora esistessero precisi regolamenti in materia. Questi stabilivano diverse cose: ad esempio la tipologia e la lunghezza del costume da bagno; la separazione delle spiagge per sesso o stato civile (sì, perché esistevano “spiagge per famiglie” e in alcuni casi “spiagge per non sposati”).

Nei Paesi Bassi – il caso olandese è pertinente data la provenienza delle fotografie – la rapida diffusione del turismo costiero sul Mare del Nord portò i comuni a emanare ordinanze per la preservazione del buon costume. Ma la tensione fra modernità e morale tradizionale si fece sentire parecchio, in particolar a cavallo fra anni ’20 e ’30 del XX secolo.
L’episodio immortalato nella foto riflette proprio questa tensione. Nel 1931, molte spiagge olandesi, tra cui Heemskerk, avevano regole severe. Disponiamo dei regolamenti balneari scritti su carta, perciò sappiamo cosa si poteva e cosa non si poteva fare nelle spiagge olandesi. Prendiamo il caso maschile: gli uomini non potevano mostrare il petto – era richiesto un costume a canottiera o una maglia coprente. Il pantalone doveva arrivare almeno a metà coscia. Inoltre era vietato passeggiare in costume da bagno lungo i viali pubblici o nelle dune.

Qualora ciò non fosse accaduto, la polizia – e in certe località la Marechaussee, ovvero la gendarmeria militare olandese – era autorizzata ad eseguire multe. È di fatto ciò che accade nell’immagine di copertina, dove un gendarme giunto in spiaggia a cavallo multa un uomo per “indecenza”. Non sappiamo purtroppo come si evolse la situazione, ma era frequente che ai non idonei venisse intimato di rivestirsi o lasciare la spiaggia dopo il richiamo.
La mentalità cambiò solo gradualmente. Negli anni ’40 la guerra rese marginale la questione. Nel dopoguerra, con la democratizzazione del tempo libero e la popolarità del turismo balneare, i costumi da bagno si accorciarono e le regole divennero progressivamente più permissive. Solo negli anni ’50 si arrivò a tollerare il torso maschile scoperto senza multe.