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Foto del giorno: la novità del cinema in 3D

Foto del giorno: la novità del cinema in 3D

Fotografia di J. R. Eyerman, Hollywood, California, USA, 26 novembre 1952. Una folta schiera di persone sperimenta la novità del cinema in 3D, indossando i caratteristici occhiali tridimensionali. Questa fotografia, che parte di voi potrebbe già aver visto altrove, è infatti una delle più iconiche dell’intero Novecento. I motivi sono tanti, e non riguardano solamente il tenore artistico dello scatto. Approfondiamo meglio i molti aspetti interessanti che ruotano attorno all’opera di un maestro della fotografia quale l’americano Eyerman fu.

Foto del giorno: la novità del cinema in 3D

J. R. Eyerman realizzò questa fotografia il 26 novembre 1952, alla première di Bwana Devil, un film che a suo modo ha scritto una pagina fondamentale del cinema contemporaneo. All’epoca Eyerman lavorava per la rivista LIFE e fu inviato all’anteprima della pellicola data la rilevanza storica dell’evento: usciva nelle sale statunitensi il primo lungometraggio a colori, nonché sonoro, in 3D. A causa di Bwana Devil si scatenò la prima mania per i film tridimensionali, mania che si rifletté in un boom estemporaneo per questo genere di produzione. Gli effetti di quella innovazione li sentiamo ancora oggi – anche se il cinema in 3D può dirsi in lieve decadenza.

Ma ciò che Eyerman catturò fu anche e soprattutto un fenomeno sociale, impresso nella memoria collettiva grazie al suo scatto dall’esorbitante valore tecnico-artistico. L’effetto è straniante e potentissimo. Impossibile non notarla, è una folla compatta, anonima e uniforme, resa ancora più omogenea dal dettaglio degli occhiali che annullano quasi le differenze individuali dei volti.

cinema in 3D fotografia di Eyerman

Il fotografo sfrutta il bianco e nero per accentuare il contrasto tra i volti e gli occhiali, creando un pattern visivo che cattura immediatamente lo sguardo. La disposizione delle persone, serrata e compatta, dà l’idea di una massa collettiva che partecipa a un rito moderno. L’immagine sembra quasi una metafora della società dei consumi nascente: individui che, pur diversi, sono unificati dalla stessa esperienza mediatica. È un’istantanea che gioca con il concetto di “spettacolo” e di percezione, e che oggi viene spesso letta anche in chiave sociologica, come simbolo della standardizzazione culturale.

Di notevole impatto è anche la scelta fotografica di Eyerman, il quale decide di immortalare il pubblico pagante che guarda, e non l’oggetto dell’attenzione (il film). Dicesi: ribaltare la prospettiva degli eventi. In questo modo, la fotografia diventa una riflessione meta-cinematografica sull’atto del “guardare”.

cinema in 3D Bwana Devil

Siccome qui trattiamo fotografie storiche, è quantomeno doveroso spendere due parole sul cinema tridimensionale (o stereoscopico, per quelli più studiati…). L’idea del cinema in 3D non nasce nel dopoguerra, ma è antecedente. Già nel 1915 furono fatti esperimenti con sistemi a doppia proiezione e occhiali speciali.

Tuttavia, la vera esplosione avvenne all’inizio degli anni ’50, in un periodo in cui Hollywood cercava nuove attrazioni spettacolari per contrastare la concorrenza della televisione.
Il film che consacrò il fenomeno fu, come ampiamente detto negli scorsi paragrafi, Bwana Devil. Seguì una serie di titoli di successo, tra cui House of Wax (1953) con Vincent Price, che consolidarono la moda. Il sistema si basava principalmente su proiezioni a colori con filtri polarizzati o occhiali anaglifi (rosso e blu).

cinema in 3D occhiali anaglifi

Pensate però che, nonostante il delirio cinematografico scoppiato attorno al tridimensionale, quest’ultimo negli anni ’50 ebbe vita breve. Come mai? Tutta una questione di ricavi. I costi di gestione erano elevati, la qualità tecnica non sempre soddisfacente (problemi di sincronizzazione e affaticamento visivo), e ben presto il pubblico perse interesse.

Dopo vari ritorni episodici negli anni ’70 e ’80, il 3D ha conosciuto una nuova rinascita nel XXI secolo, soprattutto con il successo planetario di Avatar, del 2009, di James Cameron, che ha rilanciato la tecnologia con sistemi digitali molto più sofisticati. Ma qui lo dico e qui lo nego: quest’ultima scia di entusiasmo sembra essere svanita già da qualche anno. Chi lo sa quale futuro aspetta il “nuovo” cinema in 3D?