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Foto del giorno: la katana di Nobuo Fujita

Fotografia di anonimo, Brookings, South Dakota, USA, 1962. Nella foto vediamo l’ex pilota nipponico Nobuo Fujita regalare in segno di amicizia la sua katana di famiglia, antica di 400 anni, per fare ammenda per aver bombardato la cittadina statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale. E pare che Fujita fosse pronto a fare seppuku nel caso la cittadina non lo avesse accolto bene.

Nobuo Fujita, il bombardamento e la katana

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Nobuo Fujita nacque nel 1911 e morì a Tsuchiura il 30 settembre 1997. Militare e pilota giapponese, di lui sappiamo che nel 1932 si arruolò come pilota nella marina imperiale giapponese. Ottenuto il brevetto nel 1933, ecco che durante l’attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941, era imbarcato sul sommergibile oceanico I-25. All’epoca Fujita pilotava un idrovolante Yokosuka E14Y, ma non partecipò alla ricognizione e all’attacco a causa di un malfunzionamento.

A seguito di Pearl Harbor, il sommergibile fu prima inviato a pattugliare la costa occidentale degli USA, salvo poi tornare indietro ed essere inviato a controllare i porti australiani e neo-zelandesi. La loro missione era quella di individuare le basi aeree. Con il suo idrovolante Fujita effettuo diversi voli di ricognizione, a Sydney, a Melbourne, ad Hobart, a Wellington, arrivando fino ad Auckland. Si spinse anche sulle isole Figi.

La missione si spostò poi dal Pacifico meridionale a quello nord occidentale, con Fujita che volò anche su Kodiak, in Alaska. La missione prevedeva di invadere le isole Aleutine. Poi l’I-25 bombardò la base statunitense di Fort Stevens, in Oregon, ma Fujita non partecipò all’azione.

nobuo fujita
Crediti foto: @Public domain, Wikimedia Commons

Tuttavia fu lui a suggerire di usare gli idrovolanti non solo come mezzi di ricognizione, ma anche per bombardare direttamente i bersagli militari, fra cui anche le navi in alto mare e diversi obiettivi sul suolo degli USA.

L’idea piacque alle alte sfere dell’esercito nipponico e così incaricarono l’I-25 di bombardare alcuni obiettivi statunitensi. Il 9 settembre 1942 l’I-25 emerse ad ovest del confine fra Oregon e California, lanciando il “Glen”. Su di esso erano imbarcati Fujita come pilota e Okuda Sjohi come navigatore. Il Glen trasportava due bombe incendiarie.

Fujita le lanciò entrambe. La prima cadde sulla cresta Wheeler del monte Emily, nell’Oregon. La secondo a qualche chilometro di distanza a est dalla prima. La prima bomba causò un incendio sul monte, vicino alla città di Brookings. La Guardia Forestale riuscì però a spegnerlo facilmente, anche perché la notte prima era piovuto.

L’aereo di Fujita, nel frattempo, fu avvistato da Howard Gadrner e Bob Larson dell’osservatorio per gli incendi del monte Emily. Altri due osservatori della zona registrarono il suo passaggio, ma senza riuscire a vederlo bene per via della nebbia.

Altre persone, poi, riuscirono a vedere e sentire l’aereo, specie quando sorvolò Brookings. Dopo il bombardamento, aerei americani di pattuglia in zona avvistarono e attaccarono il sommergibile. Tuttavia l’attacco causò pochi danni e il 29 settembre Fujita effettuò una seconda sortita.

Questa volta sganciò le bombe a qualche chilometro di distanza da Port Orford, orientandosi col faro di Cape Blanco visto che la costa era oscurata. Fujita riferì di aver causato qualche incendio, ma pare che le bombe fecero poco o niente: non c’erano neanche i crateri dell’esplosione. Dopo questo secondo bombardamento inefficace, il sommergibile fece marcia indietro, affondando nel contempo un paio di navi cisterne e un sommergibile sovietico scambiato per uno statunitense.

I due attacchi di Nobuo Fujita in Oregon in quel settembre del 1942 furono in realtà gli unici due bombardamenti aerei subiti dal territorio continentale USA durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ma veniamo ora alla foto in questione. Nel corso della sua vita Fujita si pentì di quei bombardamenti. Così nel 1962 andò a Brookings. Il governo giapponese, prima di inviarlo, si assicurò che non venisse trattato come un criminale di guerra, anche perché Fujita si era recato a Brookings per chiedere scusa per le sue azioni.

In realtà, però, le cose andarono meglio del previsto. Come vediamo anche nella foto, Fujita fu accolto come se fosse una star dalla cittadina, con tanto di lettera di benvenuto firmata dal presidente USA in carica, J.F. Kennedy.

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Arrivato a Brookings, Fujita sorvolò su un aereo da turismo i luoghi che 20 anni prima aveva bombardato. Poi, durante una cerimonia apposita, regalò la sua katana di famiglia, antica di 400 anni, alla cittadina, consegnandola delle mani delle cariche ufficiali della città. Questo non era solamente un gesto di amicizia volto a fare ammenda del passato. Nel caso le sue scuse non fossero state accettate (aveva paura che gli lanciassero uova, pietre o che potessero fargli di peggio), Fujita era pronto a fare seppuku con l’arma.

Ma non ce ne fu bisogno: la cittadina lo accolse bene. E fu l’inizio di una sere di visite di cortesia. L’ex pilota invitò infatti tre studentesse della scuola superiore di Brookings a visitare il suo paese nel 1985. Le tre ragazze gli portarono una lettera di amicizia da parte del presidente Reagan.

Poi Fujita tornò a Brookings nel 1990, nel 1992 (qui piantò un albero nel posto dove sganciò le bombe) e nel 1995 (in quell’occasione trasferirono la katana dal municipio alla libreria della città). Brookings fra l’altro lo nominò anche cittadino onorario. E dopo la sua morte, la figlia Yoriko Asakura, nel 1998 seppellì parte delle sue ceneri là dove si erano schiantate le bombe.