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Cosa si mangiava nel Medioevo e quanto la classe sociale di appartenenza influenzava la dieta medievale

Una dieta sana ad oggi è considerata parte importante per una vita sana. Tutti noi amiamo il buon cibo e le bevande e siamo abituati alle larghe disponibilità oggi concesse. Eppure la dieta medievale era, a dir poco, molto più ristretta di quella odierna e molto legata alle classi sociali. Un ruolo importantissimo lo giocava la religione, in particolare quella cristiana, cattolica e ortodossa.

Un’altra riflessione dovuta è quella sull’influenza dello status sociale su ciò che si consumava. Oggi la differenza fondamentale è data dalla marca e dal prezzo, quindi si tenderà, grossomodo, a consumare gli stessi prodotti ma di marche e qualità differenti, a prescindere dalla classe sociale di appartenenza. All’epoca invece tale ragionamento non aveva alcun senso, i più ricchi avevano, ad esempio, la carne e il pesce più pregiato. Chi era povero, non poteva dire lo stesso.

L’economista indiano Amartya Sen parla di Entitlement approach, ovvero “approccio per titolo”. Se anche una persona si fosse recata in un mercato con una determinata disponibilità economica immediata, ma non gli fosse stato riconosciuto il suo “titolo“, ovvero la sua classe sociale era considerata troppo bassa, non avrebbe avuto accesso a quel determinato bene.

Ma la domanda quindi resta: cosa mangiavano nel Medioevo? Chiaramente si tratta di una macro domanda, a cui si può rispondere per grandi linee senza pretendere di inglobare la verità in ogni suo aspetto. Grossomodo comunque a farla da padroni erano i cereali, mangiati in forma di pane, farinate d’avena, polenta e pasta. Anche le verdure erano una base importante della dieta di tutte le classi sociali dell’epoca.

Per quanto riguarda la carne, il discorso è limitato al pollo ed al maiale, il manzo, necessitando di molto spazio per l’allevamento, era molto limitato come cibo. Chiaramente si trattava di alimenti destinati alle classi superiori, anche se ogni ceto prendeva a modello imitativo quello immediatamente “sopra” di sé e cercava di imitarlo. Per quanto riguarda il pesce invece, la sua diffusione era larga soprattutto lungo le coste. Aringhe e merluzzo erano cibi vitali per le popolazioni nordiche.

Una riflessione da fare, in conclusione, riguarda l’importazione e l’esportazione. Non avendo grandi metodi di conservazione, i lunghi viaggi erano impossibili e perciò i commerci di beni deperibili erano legati a zone limitrofe o facilmente raggiungibili. Questo, in breve, è ciò che possiamo dire, di molto generale, sulla dieta medievale.