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Clunies-Ross, la dinastia scozzese sovrana delle Isole Cocos

Clunies-Ross, la dinastia scozzese sovrana delle Isole Cocos

Mettetevi comodi, perché la storia contemporanea delle isole Cocos, anche dette isole Keeling, ha dell’incredibile. Sì, perché sembra uscita da un romanzo di avventura ottocentesco. Gli elementi ci sono tutti: un remoto arcipelago tropicale, due avventurieri rivali, un “re” autoproclamato e una dinastia – quella dei Clunies-Ross – che, tra realtà e mito, governò quelle terre per oltre un secolo e mezzo. Spero che questi pochi ma succulenti fattori abbiano catturato la vostra attenzione. La mia, di certo.

Clunies-Ross, la dinastia scozzese sovrana delle Isole Cocos

Come sempre, la prendo alla lontana. Il primo europeo a imbattersi nelle isole Cocos fu William Keeling, al servizio della East India Company, che nel 1609 approdò sull’arcipelago durante una traversata verso le Indie. Quelle isole non sembravano avere un interesse immediato per gli inglesi. Erano remote, prive di abitanti e con risorse limitate. Tuttavia, le palme da cocco abbondanti e la posizione strategica a metà strada tra India e Australia le resero un punto di riferimento per i navigatori.

Nel corso dei secoli, l’arcipelago venne citato come Cocos Islands (per le palme) e come Keeling Islands (dal nome del loro scopritore). Nessuno però vi si stabilì stabilmente fino all’Ottocento. Fino all’arrivo di due sudditi di Sua Maestà, il re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, Giorgio IV. I due sudditi rispondevano al nome di John Clunies-Ross e Alexander Hare, mercanti ed esperti navigatori. Il primo era originario delle isole Shetland, arcipelago sub-artico della Scozia. Il secondo nacque a Londra ma in vita si distinse per motivi un po’ più “spinti”. Prendendo in prestito le parole dell’antropologo britannico Nigel Barley: “la notorietà duratura di Hare fu dovuta al suo grande harem multietnico di schiave”. Tenete a mente il dettaglio, perché tornerà utile.

Clunies-Ross posizione isole Cocos

John Clunies-Ross e Alexander Hare giunsero sulle Cocos-Keeling una prima volta insieme. Dovettero rifornirsi durante un viaggio di ritorno dal Sud-est asiatico. Entrambi rimasero affascinati da quel paradiso tropicale, ma i due non comunicarono reciprocamente il sogno che stava nascendo in loro: quello di impiantarsi nelle isole stabilmente.

Sappiamo che Clunies-Ross, colpito dal paesaggio e dalle risorse naturali, issò l’Union Jack e decise di tornare con la famiglia per stabilirsi definitivamente. Nel 1827, con la moglie e i sei figli, si insediò sulle isole. La sorpresa fu che il suo amico-rivale Hare lo aveva preceduto, installandosi con un harem di donne provenienti dall’arcipelago malese. Hare era già noto per condotte simili in Borneo, dove aveva creato una sorta di comunità privata prima di essere scacciato dagli olandesi. Ne nacque un braccio di ferro per il controllo delle Cocos, risolto solo con la morte di Hare, avvenuta a Sumatra nel 1834.

Comunque prima della morte di Hare, l’ex compagno e in quel momento rivale si dichiarò re dell’arcipelago, col nome di Ross I. Il 15 febbraio 1827 fondò una dinastia che si sarebbe protratta per cinque generazioni.

Clunies-Ross isole Cocos carta geografica

Per gestire le isole, importò circa un centinaio di lavoratori malesi, ridotti nei fatti a schiavi: sebbene il Regno Unito avesse abolito la tratta nel 1807 e avviato la soppressione della schiavitù nelle colonie dal 1833, la lontananza geografica rese più facile l’elusione delle leggi. Clunies-Ross sfruttava uomini e donne nelle piantagioni di cocco, nella raccolta di copra, nella pesca di tartarughe, molluschi e perfino squali.

L’autoproclamatosi sovrano delle Cocos pensò tra sé e sé: “chi mai potrebbe mettere in discussione la mia autorità? Chi mai potrebbe giudicare illegale l’operato su quest’isola?” – e mentre idealmente si poneva questa domanda, sulle isole approdò, a bordo dell’HMS Beagle, un uomo di scienza: Charles Darwin.

Era il 1836. Darwin osservò da vicino la struttura degli atolli, sviluppando la celebre teoria secondo cui essi derivano dal lento sprofondamento di vulcani sottomarini coronati da barriere coralline. Ma la presenza di Darwin obbligò Ross I a mascherare la realtà. Per non apparire come un padrone di schiavi, cominciò a pagare salari simbolici ai lavoratori e a costruire abitazioni dignitose. Il padre della teoria evoluzionistica annotò comunque nei suoi taccuini un’osservazione enigmatica: “qui ci sono uomini liberi in alcune aree, schiavi in altre”. Ma la vicenda non ebbe conseguenze politiche immediate. Anche se è pura invenzione, voglio credere che quando Darwin riprese il largo, John Clunies-Ross si asciugò il sudore dalla fronte esclamando un’affermazione tipicamente italiana di cui lascio a voi l’onere di immaginare.

Clunies-Ross paesaggio Oceano Indiano

Una cosa però è certa, oltre che documentata. Dopo la strizza provata al passaggio di Darwin, il rapporto tra re Ross I e gli abitanti un po’ liberi, un po’ servi, andò ammorbidendosi. Nel frattempo Clunies-Ross chiese ripetutamente a Londra e ad Amsterdam di riconoscere ufficialmente la sua sovranità, ma senza risposta. All’epoca ottenne solo la cittadinanza olandese, per via dei continui scambi commerciali con la costa indonesiana, soggetta alla giurisdizione dei Paesi Bassi.

Alle questioni di riconoscimento politico e legittimazione dinastica se ne affiancarono altre, forse ben più importanti per chi viveva nell’arcipelago. Si registrarono all’incirca a metà del secolo due fenomeni: la formazione di un’identità propria delle Cocos e il progressivo incremento demografico. Intorno agli anni ’50 del XIX secolo, sulle isole vivevano una cosa come 200 abitanti, in parte creoli.

Clunies-Ross Oceania House

Nel 1854 si spense il primo re della dinastia Clunies-Ross, assieme a sua moglie Elizabeth, tra l’altro. A succedergli fu il figlio primogenito, John George, ascritto agli annali come Ross II. Il sedicente monarca delle Cocos le provò tutte per farsi riconoscere dalla regina Vittoria. Eppure nel 1857 da Londra giunse la sentenza: le Cocos erano territorio della Corona e su di esse si estendeva l’autorità sovrana della regina, non di Ross II. Lo stato delle cose perdurò fino al 1861, anno dalla duplice essenza, dipende dai punti di vista. Per le isole Cocos fu disastroso, perché un ciclone distrusse gli atolli e lasciò gli abitanti in balia di loro stessi. Ma per il Casato dei Clunies-Ross fu l’opportunità tanto attesa. La Corona del Regno Unito, non volendo sobbarcarsi le spese di ricostruzione, lasciò ogni responsabilità all’autorità locale. De facto fu il riconoscimento informale della sovranità.

Per quello formale si sarebbe aspettato fino al 1886, anno in cui la regina Vittoria concesse alla famiglia Ross il possesso delle isole “in perpetuo”. Nacque così un piccolo “regno feudale” privato sotto tutela britannica, con ampi margini di autonomia.

Nel 1871 era morto prematuramente Ross II, dunque lo scettro passò a suo figlio, Ross III, al secolo George Cloonies-Ross, il quale avrebbe governato per quasi quarant’anni esatti, fino al 1910. Durante il suo lungo regno, l’arcipelago conobbe una profonda trasformazione. Si costruì la residenza reale, l’Oceania House, in stile vittoriano (oggi museo). La famiglia introdusse una moneta propria, la Cocos Rupee, e più tardi francobolli locali. Grazie al commercio della copra e alla scoperta di fosfati, le isole conobbero un periodo di prosperità. A ciò si aggiunse poi un’infrastruttura fondamentale, ovvero il cavo telegrafico sottomarino che collegava l’Australia all’Europa e che passava esattamente per le Cocos. La posizione remota divenne così strategica per le comunicazioni globali.

Clunies-Ross famiglia reale inglese

Dopo l’apogeo, il declino. Questo ci fu col secondo Novecento. Nel 1955, con il Cocos- Keeling Islands Act, le isole passarono sotto la giurisdizione australiana. Nel 1978 Canberra decretò la fine del dominio privato dei Clunies-Ross, acquistando formalmente le isole e ponendo fine al “regno”. Infine il referendum del 6 aprile 1984 – il più piccolo mai tenuto per l’autodeterminazione di un popolo (appena 261 elettori) – sancì il destino delle Cocos. Con l’88% dei voti, la popolazione scelse l’annessione piena all’Australia, preferendola sia all’indipendenza sia allo status di “nazione costitutiva”.

Oggi l’arcipelago conta circa 550 abitanti, in gran parte di origine malese e fede musulmana (75%). Dal punto di vista amministrativo, le Cocos (Keeling) sono un territorio esterno australiano, governato da Canberra tramite un consiglio locale e un rappresentante federale. Le infrastrutture sono limitate, e per le più serie cure mediche occorre recarsi in Australia.

Resta da affrontare un tema, l’ultimo: che fine hanno fatto gli ex regnanti, i Clunies-Ross? La dinastia, durata cinque generazioni, si è conclusa con John Cecil Clunies-Ross (Ross V, 1928-2019), che visse gli ultimi anni a Perth. Suo figlio, il semplice cittadino John George, è tornato alle Cocos, dove gestisce attività marittime e rappresenta le istanze dei pescatori locali. La parabola della famiglia Clunies-Ross racconta il destino di un microcosmo coloniale unico al mondo. Ve l’avevo detto che c’era da rimanere a bocca aperta.