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Caterina de' Medici, demone machiavellico o semplicemente un'abile regina? Caterina de' Medici

Caterina de’ Medici, demone machiavellico o abile regina?

Caterina de’ Medici, bisnipote di Lorenzo il Magnifico e regina di Francia, rimane un personaggio storicamente difficile da decifrare. Le sue origini italiane e la sua astuzia portarono i suoi contemporanei ad associarla a quel “terribile” Machiavelli, fautore di una politica senza scrupoli. Per secoli gli storici l’hanno dipinta come una donna spietata, calcolatrice, seguace dei precetti del Principe; che non a caso, Machiavelli aveva dedicato proprio a suo padre, il Duca di Urbino. Se prescindiamo però dalle teorie complottistiche e dalle voci che serpeggiavano nelle corti italiane cinquecentesche, diventa più facile esaminare il personaggio di Caterina de’ Medici.

Ci troviamo sicuramente di fronte a una donna scaltra ed estremamente colta per la sua epoca. Gli avversari sfruttarono la sua abilità nel destreggiarsi tra intrighi e congiure per calunniarla, facendola passare alla storia come una monarca sanguinaria.

Ella era nata a Firenze nel 1519, da Lorenzo di Piero de’ Medici e dalla contessa francese Maddalena de la Tour d’Auvergne. L’aver perso entrambi i genitori in tenerissima età, rese la sua infanzia piuttosto tormentata. Infatti, l’avvento al trono pontificio di Clemente VII, suo parente, provocò numerosi scontri con l’imperatore Carlo V, tra cui diverse rivolte a Firenze contro lo Stato Pontificio. I rivoltosi presero in ostaggio Caterina e la confinarono in convento fino all’armistizio del papa con l’imperatore asburgico.

Una volta libera, l’erede della fortuna Medici si trasferì a Roma, dove sotto la tutela di Clemente VII ricevette la migliore istruzione; l’obiettivo era quello di ottenere per lei un matrimonio vantaggioso. La scelta cadde su Enrico di Valois, secondogenito del re Francesco I di Francia. Come la maggior parte dei matrimoni combinati, la sua unione con Enrico non fu felice. L’indifferenza di lui dipendeva in gran parte dalla sua relazione extraconiugale con la seducente Diana de Poitiers.

Tuttavia Caterina non si fece scoraggiare da questa mancanza di affetto, e si adoperò per avvicinarsi ai vari membri della corte, tra cui il suocero Francesco I. Quest’ultimo apprezzava molto la sua cultura e il suo ingegno, e amava trascorrere le sue giornate in compagnia dell’accattivante cognata. Indubbiamente, la giovane Medici dovette la sua abilità di regnante a Francesco I. In quelli anni osservò con attenzione il modo di governo del suocero e si ispirò a lui quando divenne regina.

L’arrivo di Caterina de’ Medici in Francia non fu di certo timido. Non si fece mai problemi nello sperimentare e soprattutto nell’introdurre il gusto italiano a corte. Questo elemento caratteriale la rende una donna piuttosto “moderna” per la sua epoca. Tuttavia, la sua personalità energica e “impudente” fornì carburante agli attacchi dei suoi avversari. Si sosteneva che oltre ad aver importato a corte l’arte della “buona tavola”, Caterina si fosse portata dietro anche il veleno…

Più volte la accusarono di aver avvelenato personaggi eminenti per i suoi scopi personali. Ciò avvenne per esempio quando morì il Delfino di Francia. Le chiacchiere di corte affibbiarono il delitto proprio a Caterina, colpevole di aver ucciso il cognato per salire sul trono francese insieme al marito Enrico. Si diceva che ella riponesse in un armadio segreto una grande varietà di veleni di sua invenzione, da somministrare ai propri nemici.

Non è possibile sapere con esattezza quante di queste dicerie siano state inventate per scopi politici, ma alimentarono indubbiamente la sua nomea di regina assassina. Gli studi contemporanei hanno “riabilitato” la reputazione di Caterina de’ Medici. Ne sono state sottolineate le doti politiche e diplomatiche, abilità fondamentali considerando il periodo turbolento in cui fu costretta a regnare. Ella ha il merito di aver seguito una politica erasmiana, volta alla riconciliazione tra cattolici e ugonotti, i cui violentissimi scontri rischiavano di portare la Francia sull’orlo del baratro.