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Bizzarre regole di galateo scomparse (fortunatamente) dalla storia

La storia ha prodotto alcune regole del galateo e dell’etichetta a dir poco bizzarre e insensate. Per fortuna nostra, molte di queste usanze sono ormai scomparse. Anche perché parecchie di esse erano una dimostrazione delle rigide strutture sociali dell’epoca.

Regole del galateo e dell’etichetta scomparse

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Crediti foto: @Wikimedia Commons

Nel corso della storia, galateo ed etichetta hanno spesso dettato il comportamento sociale da tenere sia nelle occasioni pubbliche che in quelle private. Il problema è che, per occhi moderni, alcune di quelle norme sembravano non aver alcun senso.

Usare le forchette è da maleducati, meglio le dita – Se vi capita di fare un viaggio nel tempo nell’Europa medievale, sappiate che mangiare con una forchetta era considerato un gesto da maleducati. Anzi, era un peccato vero e proprio. Questo perché all’epoca i pasti erano consumati con le mani e con il coltello. Considerate che le forchette divennero comuni solamente nel XVIII secolo o giù di lì.

Vietato sorridere nei ritratti – La rigida etichetta vittoriana prevedeva che nei ritratti non bisognasse sorridere. Mai e poi mai. Le espressioni dovevano essere cupe, in modo da simboleggiare serietà e status sociale. Sorridere era considerato frivolo e poco dignitoso. Tuttavia c’era anche un motivo tecnico. Sia per i ritratti che per le foto, i soggetti dovevano rimanere immobili per lunghi periodi. Il che rendeva difficile produrre per ore un sorriso naturale. Considerando che a me viene difficile produrlo anche per i pochi secondo di uno scatto fotografico, devo dire che, in questa occasione, mi sarei trovata perfettamente a mio agio in epoca vittoriana.

Guanti obbligatore per le donne – Nel XIX secolo, se eri una donna, in pubblico dovevi sempre indossare i guanti. Poco importa se faceva caldissimo: senza guanti non si poteva uscire. Questo perché erano simbolo di modestia e status sociale. Inoltre bisognava rispettare stili diversi per le differenti occasioni sociali. I guanti lunghi fino al polso erano quelli destinati all’uso quotidiano, mentre se si andava a un evento formale bisognava indossare guanti lunghi fino al gomito.

Vietata la mano sinistra – In molte culture la mano sinistra era considerata impura e il suo uso per mangiare o salutare era proibito. Ancora oggi in alcune zone dell’Asia, Africa e Medio Oriente, usare la mano sinistra per mangiare o salutare è considerato una mancanza di rispetto. Ma senza andare tanto in là: fino a 50-60 anni ai bambini mancini a scuola era imposto di scrivere con la destra.

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Crediti foto: @Wikimedia Commons

Biglietti da visita – Durante il XVIII e il XIX secolo i visitatori dovevano lasciare biglietti da visita quando entravano in casa o quando avevano intenzione di andare a trovare qualcuno. Si creò così un complesso rituale che regolava il rango sociale e le relazioni.

I biglietti, a volte molto elaborati, fungevano da presentazione formale. E anche l’etichetta che ne regolamentava l’uso aveva parecchie regole complesse che stabilivano quando e come potevano e dovevano essere lasciati.

Il gesto del cappello – Nel XIX secolo e anche all’inizio del XX secolo gli uomini dovevano seguire un’intricata etichetta per esprimere rispetto e status sociale. E lo facevano sollevando il cappello in diversi modi. Sollevare la tesa del cappello era considerato un saluto informale fra amici maschi, mentre quando si incrociavano donne conosciute o uomini di rango superiore, bisognava alzare tutto il cappello.

Mai mettere i gomiti sul tavolo – Questo ce lo dice ancora oggi l’etichetta a tavola: tirate giù i gomiti dal tavolo. Ma in passato c’era anche un motivo pratico per questa regola. Oltre a essere considerato un gesto maleducato, tenere i gomiti sul tavolo poteva causare incidenti a causa del sovraffollamento. Quei gomiti puntati all’infuori potevano scatenare incidenti e disastri a tavola.

Corteggiamento con i fazzoletti – Sempre in epoca vittoriana, le donne gesticolavano in maniera discreta con i fazzoletti per comunicare un interesse romantico. Seguendo fra l’altro un codice ben preciso. Anche se è discutibile quanto fosse discreto tutto ciò: tutti sapevano cosa volevano dire quei gesti!

Comunque sia, passarsi un fazzoletto sulla guancia voleva dire “Ti amo”, mentre passarlo sugli occhi voleva dire “Mi dispiace“. Se lo si ruotava nella mano sinistra voleva dire “Vorrei liberarmi di te”, mentre lasciarlo cadere voleva dire “Saremo amici”. Chissà cosa voleva dirlo appallottolarlo nella mano?

Postura rigida sempre – Sempre in epoca vittoriana, bisogna mantenere sempre e in qualsiasi momento una postura rigida. Questo serviva per mostrare educazione e il proprio senso di disciplina. Gli individui della classe alta erano educati a non stare mai curvi. E per fare ciò venivano usati schienali e corsetti per mantenere sempre la schiena dritta.

Biglietti di ringraziamento per qualsiasi cosa – Nel XIX era opportuno inviare biglietti di ringraziamento scritti a mano, possibilmente su carta pregiata, per qualsiasi cosa, anche per i favori più minuscoli. Se non si scrivevano tali biglietti, ecco che partivano pettegolezzi e offese degni delle shitstorm moderne. Non scrivere un biglietto di ringraziamento era considerato un gravissimo passo falso sociale capace, talvolta, di rovinare per sempre una relazione d’amicizia.

Codici di abbigliamento per il lutto – In epoca vittoriana la regina Vittoria dettò le regole per quanto riguardava gli abiti da lutto indossati dalle vedove. Le vedove dovevano indossare abiti da lutto totally black per massimo due anni. Gli abiti dovevano seguire delle rigidissime linee guida anche per quanto riguardava i tessuti usati, gli accessori e le interazioni sociali.

Il primo anno era quello del “lutto completo”: le donne dovevano indossare abiti e veli neri in crêpe, riducendo al minimo indispensabile le relazioni sociali. Poi si passava al “lutto parziale”, dove si potevano inserire colori tenuti come il grigio e il malva e si poteva interagire un po’ di più con la società.

Gli orari di visita – Nel XIX secolo non è che si poteva andare a trovare i propri amici quanto ti pareva e piaceva. L’etichetta sociale, infatti, imponeva che le visite avvenissero entro uno specifico “orario di visita” pomeridiano, fra le 15 e le 18. Arrivare troppo presto o troppo tardi era considerato molto maleducato.

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Crediti foto: @Wikimedia Commons

Mai brindare con l’acqua – Sempre nel XIX secolo brindare con l’acqua era considerato un atto sfortunato e maleducato. Si trattava in realtà di una superstizione di origine marinara. Per i marinai, infatti, brindare con l’acqua significava rischiare di annegare. Addirittura il Mess Manual della Marina Militare statunitense stabilisce che i brindisi non sia mai fatti con bevande analcoliche o acqua in quanto l’oggetto di un brindisi con l’acqua muore annegato.

Coprire gli specchi durante il lutto – In epoca vittoriana durante i periodi di lutto si era soliti coprire gli specchi delle case. In questo modo si impediva allo spirito del defunto di rimanere intrappolato sulle superfici riflettenti. Gli specchi erano di solito coperti da veli.

Inchini e riverenze – Infine nel XIX secolo e all’inizio del XX secolo ci si aspettava che le persone si inchinassero o facessero riverenze alle persone di rango più elevato. Errori nel protocollo degli inchini causavano gravi imbarazzo e offesa.

Ancora oggi il sito web ufficiale della Famiglia Reale inglese spiega che, anche se non esistono dei codici di comportamento obbligatori quando si incontrano i membri della Famiglia Reale, ecco che molti preferiscono rispettare le forme tradizionali, con l’inchino al collo per gli uomini e la riverenza per le donne.