L’Italia vanta moltissimi primati e la paternità di numerosissime cose, soprattutto in ambito culinario. Quella che vi racconteremo oggi è la storia che riguarda l’invenzione di una sorta di gelato ad opera di un architetto. Sembra buffo e peculiare ma, a quanto pare, Bernardo Buontalenti inventò, nel XVI secolo, il gustoso preparato. Vediamone insieme cosa mescolò questo poliedrico artista rinascimentale italiano!

Partiamo dal principio: Bernardo nasce nel 1531 nella Firenze dei Medici e, dopo pochi anni, arriva subito una catastrofe a togliere pezzi dalla sua vita. Uno smottamento improvviso gli fa perdere madre e padre contemporaneamente. All’epoca il Granduca era Cosimo I che, mosso a compassione dallo sciagurato bambino durante la visita al luogo della tragedia, lo portò con sé a corte.
Iniziava una nuova, e per quanto possibile felice, parte di vita per il piccolo architetto e artista in erba. Crescerà insieme al futuro Francesco I e con lui instaurerà un rapporto duraturo. Crescendo dimostrerà grandi abilità artistiche e ingegneristiche, tanto che sarà proprio ingegnere militare per il Duca d’Alba e poi consigliere dello stesso Francesco I.

Il suo mentore sarà niente di meno che Giorgio Vasari, con il quale lavorerà a lungo. Alla scomparsa del grande artista sarà lui poi a sovraintendere ai maggiori cantieri della Firenze dell’epoca. Parliamo della Galleria degli Uffizi, Palazzo Pitti e i Giardini di Boboli, tutte opere splendidamente riuscite e che ancora si ammirano nella bellissima città toscana.
Arriviamo dunque alla questione principale dell’articolo odierno: l’invenzione del gelato. Siamo nel 1565 e alla Corte dei Medici c’è Caterina. Il Buontalenti (nonem omen) anche in questo caso stupisce tutti. Prepara infatti un composto simile ad un odierno gelato, o forse più ad un sorbetto, con ingredienti molto basici ma genialmente amalgamati.

Unendo infatti della neve, del sale (che ne abbassa chimicamente la temperatura), del latte, albume d’uovo e zucchero creò un composto a dir poco gustoso. Non ci sono evidenze storiche che attestano con certezza questo avvenimento, trattandosi di un evento ristretto e privato all’interno di una corte, ma se così realmente fosse l’Italia potrebbe benissimo vantare l’ennesimo primato culinario.